fbpx
Connect with us

Festival dei popoli

65esima edizione del Festival dei Popoli: le Sezioni e i Concorsi

Tutte le sezioni, i concorsi e non solo in programma al Festival dei Popoli 2024.

Pubblicato

il

Sta per tornare il Festival dei Popoli con una 65esima edizione ricca di proiezioni a tema umanitario. In occasione dell’edizione 2024, sono state annunciate le sezioni e i concorsi.

Scopri il programma e tutto quello che c’è da aspettarsi dalla nuova edizione

Il Concorso italiano del Festival dei Popoli

Periferie, professioni di ieri e di domani, sogni e lotta politica si intersecano nel Concorso Italiano, che propone in gara 7 documentari. Si apre con la prima mondiale Cose che accadono sulla terra di Michele Cinque (3/11). Ritratto di una famiglia di moderni cowboys, con la missione di continuare ad allevare il proprio bestiame senza danneggiare l’ecosistema. In prima assoluta In perpetuo di Federico Barassi (7/11). Si interroga sulla vita degli ultimi conoscitori di una antica pratica di pesca, i trabucchi, dove il ritmo delle giornate è scandito solo dal rapporto tra uomo e mare, generoso quanto impietoso e distruttivo.

Invece, di diritti sul lavoro, dialogo e sacrifici racconta Portuali di Perla Sardella (prima mondiale, 5/11), uno spaccato sulla lotta politica del C.A.L.P., Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova. Tra il 2019 e il 2023, con gli scioperi contro la “nave delle armi” e la ricerca di un sindacato più attento alle istanze del presente. Segue Pensando ad Anna di Tomaso Aramini (prima mondiale, 4/11). Un flashback negli anni Settanta e racconta le rivolte e la vita personale di Pasquale Abatangelo, ex “delinquente politicizzato” e cofondatore dei NAP. Organizzazione armata di sinistra attiva nei diritti dei detenuti, tra interviste, ricostruzioni performative e materiale d’archivio. Il regista, con il giornalista Fulvio Bufi e altri attori, interroga Abatangelo stesso sulla necessità della violenza politica per il cambiamento sociale. Il direttore della fotografia è Peter Zeitlinger, storico collaboratore di Werner Herzog.

Segue

Honeydew di Marco Bergonzi e Michael Petrolini (prima mondiale, 7/11) ci porta, invece, in una località californiana dove alla fine degli anni ’70 si raduna un gruppo di persone con il sogno di vivere liberi da ogni costrizione. Qui, la legalizzazione a uso ricreativo della marijuana nel 2016 attira imprenditori interessati al business, minacciando i coltivatori locali.

In prima nazionale, invece: Valentina e i muostri di Francesca Scalisi (4/11). Ambientato in un villaggio rurale siciliano sfigurato, dove Valentina prenderà in mano la sua vita, creando bellezza per cambiare il destino suo e delle persone che la circondano. E Tineret di Nicolò Ballante (5/11), che ci catapulta nella vita di Andrei. Ragazzo moldavo nella periferia di Roma, dove – tra corse in auto, il lavoro nella stalla, amici e musica trap – sogna di diventare un artista nonostante i problemi economici.

La giuria del concorso italiano è composta dal fotografo e documentarista Paolo Woods, dalla giornalista Carolina Mancini e dal ricercatore e scrittore Rodolfo Sacchettini, che assegnerà il Premio al Miglior documentario italiano (3.000€).

Let The Music Play

La sezione che porta i documentari musicali nel cuore del festival presenta quest’anno le note di grandi classici e storie da riscoprire. Finalmente sullo schermo i materiali d’archivio che accompagnano la storica esibizione dei Beatles a New York nel 1965 con Things We Said Today di Andrej Ujica (6/11). Ritratto di una generazione che si apre a un viaggio nel cuore nascosto di quel mondo, al tempo stesso scomparso e palpabilmente presente.

In prima assoluta Going Underground di Lisa Bosi (8/11) sui mitici Gaznevada. Un racconto a ritroso dagli anni Settanta, dalle piazze bolognesi e dalla contestazione, passando per il punk e la new wave, per i sogni di un gruppo di giovani folli, arrivando infine all’Italo-disco e all’house. Si arriva poi in Congo nel 1961 per Soundtrack to a Coup d’Etat di Johan Grimonprez (10/11), tra jazz e decolonizzazione in piena Guerra Fredda. Quando la musica protestò contro l’assassinio del leader congolese Patrice Lumumba, con la CIA ad agire dietro le quinte e ambasciatori involontari come Louis Armstrong.

Nello stesso anno in Spagna, il film Un pueblo que canta no muere (The Drunkmen’s Marseillaise) di Pablo Gil Rituerto (8/11). Ci porta al fianco di chi, in piena dittatura franchista, raccolse clandestinamente i canti popolari della resistenza spagnola.

I Doc Highlights del Festival dei Popoli

L’attualità e l’analisi storica e politica si intrecciano nella sezione che propone titoli di grande rilevanza, come la prima mondiale To Gaza (3/11) di Catherine Libert, Fred Piet, Hana Al Bayaty. Il dramma vissuto da migliaia di famiglie palestinesi, uomini, donne e bambini sembra non finire mai e continua ininterrotto dall’ottobre 2023. Ma le cause sono da ricercare nella storia dei popoli coinvolti in uno dei più lunghi conflitti mediorientali.

Il pubblico viene coinvolto nell’epicentro della tragedia e nella continua opera di ricostruzione dell’identità di un popolo che vive sotto le bombe. In guerra, ma contro se stessa, è anche l’America raccontata da Homegrown di Michael Premo (4/11), pluripremiato giornalista. Getta uno sguardo risoluto sulla vita di tre attivisti di destra nell’estate del 2020, durante la campagna elettorale di Donald Trump. Che porterà dritti alla contestazione per le elezioni perse e all’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti d’America nel gennaio 2021.

In collaborazione con Calliope Arts Foundation, ci sarà l’anteprima di Dahomey di Mati Diop (9/11), trionfatrice all’ultima Berlinale. Si interroga su cosa rimane di una cultura che è stata saccheggiata da un colonialismo predatore, lungo il viaggio per la restituzione di una serie di opere d’arte dalla Francia al Benin. Tra realtà e futuri imprevedibili si muovono invece Real di Adele Tulli (3/11), escursione visionaria e coinvolgente nel mondo digitale. Sulla relazione che intrattengono i nostri corpi e le nostre menti con il virtuale per mezzo del proliferare di computer e smartphone, e Cyborg Generation di Miguel Morillo Vega (08/11). Infine Natale fuori orario (9/11) di Gianfranco Firriolo scritto da Vinicio Capossela. Anomalo e originale ibrido tra road movie e film-concerto, elogio del potere aggregante della musica e contemporaneamente e riflessione sullo scorrere del tempo. Presentato in sala da Capossela.

Fuori Concorso

Prende corpo quest’anno una sezione speciale con firme di spessore nel panorama italiano, che partecipano al festival fuori concorso. Con opere che riguardano la Toscana, come luogo di elezione o produzione. A partire da Vergemolino di Francesco Pacini (9/11). Curioso racconto del Boccabugia, festival di poesia improvvisata, che si tiene da 52 anni a Vergemoli, un paesino tra le montagne della Garfagnana. Una gara di poesia che permette a tutti di essere poeti per un giorno, e dove si trovò un giorno Paolo Ruffini – presente alla proiezione – quando cominciò una vera storia d’amore con un luogo speciale.

C’è alto valore educativo in Parole tremanti di Giovanni Cioni (9/11). Le storie di sfollati, profughi, prigionieri, deportati e disertori, raccolte in famiglia da ragazze e ragazzi di scuola media. Sono qui ricreate e raccontate nei luoghi dell’ultimo fronte della seconda guerra mondiale, la Linea gotica sul crinale dell’Appennino. Un film scritto, narrato e interpretato dagli alunni delle classi 3D e 3B dell’Istituto comprensivo Scarperia San Piero a Sieve (Firenze). Di arte e invenzioni si occupa invece Il complotto di Tirana di Manfredi Lucibello (9/11). Regista fiorentino che racconta di una delle più grandi bufale della storia dell’arte contemporanea, quella ordita nel 2000 ai danni del celebre fotografo Oliviero Toscani. Quando accetta l’invito del critico d’arte Giancarlo Politi a curare una sezione della prima edizione della Biennale di Tirana.

Incontri alla fine del mondo in Oltre il tempo, l’amore di Sabrina Iannucci (8/11). Documentario tratto dal dietro le quinte dell’incontro tra fisica e cinema sul set de L’ordine del tempo di Liliana Cavani. Infine, l’Accademia del Caffè Espresso presenta in anteprima The Rise of Espresso di Enrico Ventrice (10/11). Ripercorre la storia della trasformazione del caffè espresso da una tradizione italiana ad un fenomeno culturale e globale.

Al Festival dei Popoli arriva Feminist Frames

Tra le novità dell’edizione ci sarà Feminist Frames, una selezione di opere realizzate da registe sul tema della militanza, che racconta i diversi momenti di lotta nel corso del secolo scorso. In programma Remanence (6/11) di Sabine Groenewegen. Filmati d’epoca sul movimento pacifista femminile olandese degli anni Trenta.

Segue È a questo punto che nasce il bisogno di fare storia (5/11) di Constanze Ruhm. Approfondisce il lavoro della femminista italiana Carla Lonzi, nata a Firenze e autrice e cofondatrice di Rivolta Femminile negli anni ’70. Woods that Sing (5/11) di Renata Poljak. Con i ritratti di quattro donne partigiane, monumento per il futuro. Invece, Newsreel 242 – Sunny Railways di Nika Autor, sul lavoro giovanile come parte integrante della Jugoslavia socialista.

E Silence of Reason di Kumjana Novakova, sulle esperienze di violenza e tortura delle donne dei campi di stupro di Foča durante la guerra in Bosnia-Erzegovina. La sezione è in collaborazione con Calliope Arts Foundation nell’ambito del progetto “Women Trailblazers in Documentary Cinema”.

Habitat

L’emergenza sul futuro dell’ambiente in cui viviamo, lanciata negli scorsi anni, è sempre più un tema attuale e caratterizza il presente, gettando fosche tinte sul futuro. Indagare, collegare e raccontare i vari fenomeni è quanto più necessario, vista la portata globale e locale dei danni che ne possono derivare.

È questo lo sguardo – verso l’attenzione alla sostenibilità economica e alle sfide climatiche – che la sezione Habitat intende fornire. A cominciare in primis dall’emergenza umanitaria: come in Save Our Souls del regista Jean-Baptiste Bonnet, in prima italiana (7/11). Ha passato settimane a bordo della nave ambulanza noleggiata da SOS Méditerranée attiva dal 2016 nel salvataggio di quasi 40.000 persone. Sarà un ritratto di questo spazio ristretto, capace di decifrare le questioni politiche e umane in gioco durante il periodo di sospensione alle porte dell’Europa, prima dello sbarco.

Nell’anticipazione del festival (sabato 26 ottobre dalle 20 al cinema La Compagnia in collaborazione con Oxfam Italia), Limits of Europe di Apolena Rychlíková. Racconta l’inchiesta sotto copertura e in prima persona della giornalista ceca Saša Uhlová sulla vita delle lavoratrici migranti nell’Europa occidentale. Facendo emergere la forte disparità delle condizioni di lavoro e rivelando l’esistenza di una sorta di “cortina di ferro salariale”. Invece, Made in Ethiopia di Xinyan Yu e Max Duncan (08/11) è un lungometraggio girato nell’arco di quattro anni che solleva il sipario sull’impatto degli investimenti cinesi in Africa e sui suoi effetti su popolazione e ambiente.

Segue

La prima italiana di Daughter of Ghengis di Kristoffer Juel Poulsen e Christian Als (04/11). Ci porta in Mongolia dove Gerel Byamba combatte per l’uguaglianza delle donne. E allo stesso tempo veste i panni di un’indignata vendicatrice incappucciata a capo di un’organizzazione ultranazionalista che si oppone alla mescolanza delle razze. In prima mondiale. Il collettivo composto da Arianna Biguzzi, Marco Mancini, Antonio Rizzo, Giorgia Sernicola, Valentina Sommariva per Il giro dell’acqua (8/11) ci conduce lungo il Canale Cavour che allaga le risaie tra Novara, Vercelli e Pavia. Da più di 150 anni è dove si produce oltre il 40% del riso europeo, un paesaggio che sta rapidamente cambiando.

Sul fiume Po è ambientato invece Vivi di Jacopo Marzi (8/11). La sopravvivenza dello storione è minacciata a causa dell’inquinamento e di uno sbarramento che ha interrotto il flusso naturale del fiume. Oltre che la zona più inquinata d’Europa: la Pianura Padana. Segue Coral City di Camille Ghekiere e Charlotte De Cort (6/11). Ha per protagonista Kushlani, giovane scienziata e madre srilankese, impegnata in una spedizione scientifica nelle acque dello Sri Lanka. Per raccogliere campioni di DNA dei coralli, un ecosistema messo a rischio dal surriscaldamento delle acque oceaniche.

Con il mare e l’Algarve urbano come sfondo, seguiamo invece il ciclo completo della vita di uno speciale mollusco, il cirripede d’oca, nel corto d’animazione Percebes di Alexandra Ramires e Laura Gonçalves (6/11). Tra giungla e memoria, si snoda Like Water, Stone and Foam di Diana Moreno (6/11). Con la storia di Liliana, una giovane indigena di Pasto. Infine, Taming the Garden di Salomé Jashi (4/11) racconta dell’insolito hobby di un potente ex politico georgiano. Si impossessa di alberi secolari, alcuni alti come palazzi di 15 piani, per raccoglierli nel suo giardino privato, dove lo “sradicamento” è più di una metafora. La sezione Habitat è realizzata con il contributo di Publiacqua.

Popoli for Kids and Teens

I documentari e i corti d’animazione del programma Popoli for Kids and Teens raccontano storie di vita di bambini e adolescenti. Hanno un alto valore educativo, sia dal punto di vista di una prima alfabetizzazione al linguaggio cinematografico sia rispetto ai temi affrontati.

Contemplano gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nell’Agenda ONU 2030, tra i quali: inclusione, riconoscimento delle diversità e alla lotta ad ogni forma di emarginazione e discriminazione, attivismo, diritti dei giovani e delle donne, contrasto alla discriminazione, inclusione, emergenza climatica e migratoria, razzismo.

In programma quest’anno 13 film legati all’attualità, con laboratori didattici, incontri con registi, una giuria di giovani tra i 14 e i 18 anni ed eventi speciali per le scuole. Gli appuntamenti sono distribuiti tra Firenze, presso il PARC – Performing Arts Research Centre, al cinema La Compagnia e al Cinema Astra, e Prato, in collaborazione con Cinefilante, al Terminale Cinema. L’iniziativa è realizzata con il contributo della Città Metropolitana di Firenze e il sostegno di Publiacqua, in collaborazione con Parc – Performing Arts Research Centre, Fabbrica Europa, Fondazione Stensen, Lanterne Magiche, Cinefilante, Echivisivi, Aleph, Unicoop Firenze e Mukki.

Festival dei Popoli 2024: Doc at Work

Nato nel 2013 come laboratorio di idee per il pubblico, per i cineasti in formazione e per i professionisti, Doc at Work è la sezione che si pone come evento di matchmaking per favorire nuove sinergie tra professionisti, registi consolidati, nuovi talenti e selezionatori di festival, produttori, distributori e altri attori del settore.

Il Future Campus è la sezione del Doc at Work dedicata a giovani registi e registe provenienti dalle principali scuole di cinema internazionali. Nella selezione del 2024 fanno parte opere delle seguenti scuole: Aalto University, DocNomads, École Normale Superieure Paris Saclay, Educational Film Studio Łódź, Escola das artes, Fundación BilbaoArte, NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, School of the Art Institute of Chicago.

Mentre il Doc at Work – Industry è lo spazio dedicato al cinema del reale work-in-progress che accoglie progetti di autori e autrici italiani/e o di produzione italiana, in fase di sviluppo e produzione, con l’obiettivo di farli conoscere a professionisti e professioniste internazionali, per creare nuove sinergie e promuoverne la diffusione.

Doc at Work – Industry si svolgerà dal 6 all’8 Novembre 2024, e si comporrà di molteplici eventi e attività riservati ai professionisti del cinema audiovisivo accreditati. Il 6 novembre si apre con il Matchmaking Italia-Svizzera, una sessione di showcase di produttori cinematografici toscani e svizzeri aperti a nuove possibilità di coproduzione, realizzato in collaborazione con Swiss Films, CNA Cinema e Audiovisivo Toscana e CNA Cinema e Audiovisivo Firenze.

Prosegue

Con un convegno di presentazione della nuova convenzione CNA – Banca Etica per il Tax Credit e con il “Meet the Festivals”, ovvero l’incontro con i rappresentanti di alcuni tra i principali festival europei dedicati al cinema documentario. Un’occasione per scoprire le logiche e i criteri dei festival e le opportunità offerte a livello di industria.

Il 7 novembre è la volta di Proxima, la selezione di film italiani in fase di montaggio o post-produzione, di cui saranno presentati in anteprima estratti a un pubblico di professionisti e professioniste internazionali. L’8 novembre le giornate industry si concludono con Itineranze Doc, la presentazione di sei progetti italiani in sviluppo, diretti da giovani registi e registe che hanno seguito la formazione Itineranze Doc, organizzata dalla rete di festival italiani composta da Festival dei Popoli, Festival di Bellaria, IsReal, SoleLuna, PerSo, FrontDoc.

Doc at Work – Industry è realizzato in collaborazione con MAD – Murate Art District, con Swiss Films, CNA Cinema e Audiovisivo Toscana e CNA Cinema e Audiovisivo Firenze.

Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers