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‘Qui non è Hollywood’ Una storia universale

Disponibile dal 25 ottobre su Disney +

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Avetrana - Qui non è Hollywood

Presentata alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma arriva su Disney+ la discussa (fin dal titolo)  serie Qui non è Hollywood, diretta da Pippo Mezzapesa e interpretata da Vanessa Scalera, Giulia Perulli e Giancarlo Commare. Il serial è una produzione Grøenlandia.

È, probabilmente, di Pippo Mezzapesa il primo vero true crime contemporaneo tutto italiano. In passato non sono certo mancate  serie televisive e film incentrati su fatti tratti direttamente dalla cronaca nera, ma sono, tutto sommato, semplici trasposizioni sul grande o piccolo schermo, senza carattere, e soprattutto il coraggio, di entrare in profondità, rivelando l’interiorità dei protagonisti e del loro vissuto.

 Qui non è Hollywood ha, appunto, il merito di svelare l’interiorità di personaggi tratti dalla realtà della tipica provincia italiana. Quella di Pippo Mezzapesa, David di Donatello per il cortometraggio Zinanà e menzione speciale ai Nastri d’Argento con Come a Cassano, è una serie che segna sicuramente una tappa fondamentale della  serialità italiana per il l’audacia della narrazione, la regia multiforme, e una grande potenza comunicativa, raggiunta attraverso un buon cast.

Qui non è Hollywood : la realtà attraverso il filtro della finzione

La serie racconta il delitto di Avetrana, in cui perse la vita la giovane Sarah Scazzi, e l’imponente risonanza mediatica che lo caratterizzò. In 4 episodi da 60 minuti, ognuno con il punto di vista di uno dei protagonisti della storia (Sarah, Sabrina, Michele e Cosima)  Qui non è Hollywood propone un racconto a più voci di uno dei più noti casi di cronaca nera italiana.

Avetrana è un paese bruciato dal sole nella periferia pugliese, a ridosso del mare. È il 26 agosto del 2010 quando Sarah, una giovane ragazza di 15 anni, scompare. Tutto il paese è in subbuglio, soprattutto la cugina, Sabrina, che nella sua casa di via Deledda, proprio quel pomeriggio, l’aspettava per andare al mare. Ma, mentre tutti la cercano, Sarah è già stata inghiottita nel nulla. La troveranno in fondo a un pozzo.

Un set a cielo aperto

Avetrana, un piccolo centro di circa seimila anime, tra le provincie di Taranto e Lecce, nel 2010 diventa il comune italiano più spiato dalle telecamere di tutte le televisioni del Paese. Un vero set a cielo aperto, dove tutti vogliono dire la propria sulla scomparsa di una ragazzina di soli quindici anni: Sarah Scazzi.

Da principio sembra un semplice colpo di testa di un’adolescente, probabilmente una fuga con il fidanzatino. Con il passare dei giorni, però, emergono fatti davvero preoccupanti. Quella che sembra una ragazzata, si rivela essere un delitto atroce. Un crimine che, a distanza di anni, lascia ancora delle domande senza risposte.

Dopo tante ricostruzioni televisive, la scomparsa di Sarah Scazzi diventa una serie, presentata ora in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma.

La proiezione è stata anticipata da un vivace dibattito, sull’opportunità o meno di rivivere, attraverso il filtro della finzione, la morte di una ragazza senza colpa. Il regista e la produzione non si sono fatti intimorire, pur sapendo di trattare una vicenda tanto raccapricciante da suscitare ancora, dopo quattordici anni, tanto clamore. E hanno fatto benissimo, perché il risultato è un’eccellente serie che va oltre la ricostruzione della realtà.

Squarci in un favoloso inquietante tinto di nero

Qui non è Hollywood, liberamente tratta dal libro Sarah, la ragazza di Avetrana, scritto da Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni che collaborano con gli sceneggiatori della serie (Antonella W. Gaeta, Pippo Mezzapesa e Davide Serino), apre nuovi orizzonti su una vicenda stranota. È il filtro della finzione, tanto criticato, a permettere al regista di trascinarci nei meandri dell’inconscio dei protagonisti.

“Tutto dei fatti di Avetrana mi è sembrato da subito narrativamente rilevante: la loro progressione drammaturgica, la tragica scomparsa di Sarah, i colpi di scena, i segreti, tutto incredibile e al medesimo tempo reale”.

Così Peppe Mezzapesa ci anticipa le due principali qualità della sua serie. Qui non è Hollywood, nasce dalla realtà della tipica provincia italiana e resta sempre con i piedi ben piantati a terra. Ma, allo stesso tempo, apre diversi squarci in un favoloso inquietante, tinto di nero.

Sarah, Sabrina, Cosima, Concetta e Michele vengono descritti così come li abbiamo conosciuti attraverso le innumerevoli cronache, ma con alcuni tratti del tutto nuovi, come la pungente ironia di Cosima. La loro quotidianità non ha nulla di straordinario: vivono, o meglio si lasciano vivere in quella noia classica del piccolo centro di provincia, dove non succede mai nulla. Sotto la superfice calma e tranquilla, però, qualcosa si muove.

Avetrana come Twin Peaks

Il regista, dopo una presentazione dei protagonisti della vicenda, va oltre l’apparenza, immagina e rivela la loro cupa intimità. Con un particolare gusto cinematografico la tragedia viene preannunciata. Il rosso del pomodoro schizza, come il sangue, sulla parete della cucina della villetta dei Misseri, sotto il cui tetto Sarah si sente al sicuro, coccolata dagli zii, probabilmente invidiata dalla cugina Sabrina, ma comunque accettata come una sorella minore.

Di questa vicenda Pippo Mezzapesa fa emergere il suo carattere universale, umano, utilizzando uno stile da lui stesso definito multiforme. Questo avviene non solo perché il regista espone i fatti da diversi punti di vista, senza mai arrestare l’azione, ma proprio perché accanto alla realtà dei fatti, procede in una paranoica discesa negli inferi dell’orrido. Luce, ma anche tante ombre in quella casa e nella cantina dove zio Michele, insieme ai suoi gatti, preferisce vivere.

Qui non è Hollywood la normalità e l’orrido si tengono per mano e la provincia italiana diventa un po’ americana. Il piccolo centro pugliese si ritrova a simulare   Twin Peaks, ma la piccola Sarah non è certo Laura Palmer. Del personaggio di David Lynch, però, la ragazza di Avetrana condivide la bellezza e ciò suscita la gelosia della cugina. La voglia di scappare dall’orrido è tanta e la ragazzina che, progressivamente, acquista i connotati di una creatura celeste, desidera amore, in una realtà ristretta e asfissiante.

Qui non è Hollywood: una storia universale

La storia di Sarah Scazzi in Qui non è Hollyhood diventa una storia universale, dove l’amore trova la morte e la crudeltà della realtà ci sbalza in un profondo abisso maniacale in cui regna un misticismo che fa accapponare la pelle.

Pippo Mezzapesa ha il merito di scegliere una regia avvincente e ingegnosa, mai banale. Intervallando brevi  inquadrature con lunghi piano sequenza, il ritmo non risulta mai piatto e i personaggi sono catturati dalla cinepresa con un taglio sempre suggestivo, anche quando sembra non succedere nulla di significativo.

La perfetta commistione tra realtà e irrealtà interiore può trovare solide fondamenta nell’ interpretazione di un cast ben assortito. Giulia Perulli (Il sesso degli angeli) è straordinaria nei panni di Sabrina. L’attrice riesce a comunicare i tormenti più profondi di un personaggio non certo facile. Altrettanto brava è Vanessa Scalera (Dall’alto di una fredda torre), che interpreta Cosima Misseri. Il cast, poi, è completato magnificamente da Paolo De Vita, Imma Villa, Anna Ferzetti, Giancarlo Commare e la debuttante Federica Pala nel ruolo di Sarah.

Infine, merita di essere ricordato il grande lavoro produttivo di Matteo Rovere di Grøenlandia, che insieme a Sydney Sibilla, realizza opere sempre significative, mai banali. Con questa serie, anticipata nel 2021 con la docu – serie Sarah. La ragazza di Avetrana, la casa di produzione indipendente dimostra l’attenzione per vicende coraggiose, capaci  di conquistare il mercato nazionale e internazionale.

 

Qui non è Hollywood

  • Anno: 2024
  • Durata: 4 episodi
  • Distribuzione: Disney +.
  • Genere: true crime
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Pippo Mezzapesa
  • Data di uscita: 25-October-2024

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