Il polacco Damian Koruc nel Concorso di Alice nella Città n.22 imbastisce un riuscito racconto metaforico: Under the volcano è la scoperta, nelle conseguenze tutte interiori, della perdita improvvisa di certezze e identità.
Roman (Roman Lutskyi), Anastasiia (Anastasiia Karpienko), l’adolescente Sofiia (Sofiia Berezovska) e il piccolo Fedir (Fedir Pugachov). I quattro membri di una famiglia ucraina si godono le ultime ore del loro soggiorno a Tenerife. L’imminente partenza viene bloccata da una notizia che non avrebbero mai voluto sentire: l’Ucraina viene bombardata dai Russi. Il loro volo, inevitabilmente cancellato, li costringe a restare. A ‘continuare’ la propria vacanza.
Tensioni pronte a riaffiorare e a deflagrare
Nello sfondo di una Tenerife desolante, preda di un turismo da pensionati (siamo nel febbraio 2022), Under the volcano riesce perfettamente nel suo intento. In sordina, una famiglia apparentemente unita consuma gli ultimi scampoli di vacanza. Mano a mano, i quattro personaggi iniziano a delinearsi chiaramente. Scopriamo che Anastasiia è la matrigna dei due ragazzi, avvertiamo, palpabile, l’incomunicabilità della donna con Sofiia, che le oppone una invisibile e forte resistenza. Entriamo nel malessere spirituale di Sofiia, il suo sentirsi inadeguata nel corpo, il sentirsi invisibile per il padre Roman che dedica tutte le sue attenzioni al piccolo Fedir. Roman e le sue infrazioni nei parcheggi, frutto di pigrizia, di indolenza. La sua debolezza spirituale.
La notizia, improvvisa e sconvolgente, dell’invasione Russa in Ucraina rompe gli argini. Costretti a rimanere dentro un paradiso artificiale, circondati da un universo di spensieratezza e frivolezza, i 4 protagonisti di Under the volcano dovranno fare i conti con se stessi e le fratture che lo scoprirsi inevitabilmente rifugiati, cristallizzano.
Un pathos sottile, costante
Damian Koruc è abile nel contrapporre interno ed esterno: l’impatto emotivo di una patria, una casa divenuta irraggiungibile, pericolosa, è il bassorilievo emotivo di uno specchio nel quale guardarsi. Sofiia è il personaggio nel quale questo disvelamento è più dirompente. Quella che patisce più degli altri questa costrizione, questa impotenza. Questo forzato prolungamento di una vacanza che sin dal suo inizio non ha mai sentito realmente tale. Attratta dalle ragazze indigene più autentiche, belle e libere anche nel tuffarsi a mare, nell’improvvisare una lap dance. L’incontro casuale con un immigrato africano è un piccolo varco alla sua solitudine interiore. Una condivisione di una condizione che adesso è in grado di comprendere appieno.
Under the volcano è una prova autoriale brillantemente superata. Conferma, dopo il primo lungometraggio Bread and Salt, Premio della Giuria Orizzonti a Venezia 2022, un’ estetica ed una poetica ‘spietata’ nell’esplorazione della dimensione umana.