Smile 2 è l’attesissimo sequel del film originale che, uscito nel 2022, riuscì nel difficile compito di mettere d’accordo pubblico e critica. Smile ha infatti incassato più di duecento milioni di dollari in tutto il mondo, ottenendo critiche generalmente positive: per un horror mainstream, una rarità.
Il film si distinse anche per la sua ottima campagna marketing, divenuta subito virale: uomini e donne dall’inquietante sorriso iniziarono a comparire durante eventi, partite di football, concerti. Immobili, sorridevano fissando nel vuoto, proprio come avviene nel film.
L’horror (quasi) family friendly
La campagna è spopolata in particolare su TikTok, dove ha attirato un largo numero di giovani: anche da qui il successo di un horror che cerca il suo pubblico proprio tra i teenager. È infatti sempre più evidente la tendenza del cinema horror moderno a cercare il suo pubblico tra i giovanissimi. La viralità dei contenuti è un potente strumento che le major sfruttano inserendo nei propri film informazioni utili per il contagio mediatico: balletti, simboli immediatamente riconoscibili, pattern che si ripetono.
Per ottenere questo effetto però – fidelizzando un pubblico molto giovane – è necessario adeguare domanda e offerta, il prodotto al suo target di riferimento.
È per questo che l’horror nel circuito mainstream è sempre meno horror e sempre più piacevole: basti pensare all’operazione intrapresa dalla Blumhouse, pantheon dell’horror moderno, che per alcuni suoi recenti titoli è riuscita ad ottenere addirittura un Pegi 6+. O a titoli quali Five Night at Freddy’s e Imaginary: il film horror alla portata di bambino. Come si posiziona la saga di Smile in questo panorama?
Smile 2: il sorriso del diavolo
Seguiamo le vicende di Skye Riley – interpretata da una splendida Naomi Scott, forse unica nota realmente positiva del film – pop star globale che, dopo un grave incidente e la disintossicazione dall’utilizzo di cocaina, sta per intraprendere un importante tour mondiale. Pochi giorni prima del primo concerto, però, un suo amico si toglie la vita davanti a lei, dopo aver manifestato comportamenti inquietanti. Le sorride, poi si schianta la faccia contro un bilanciere. Skye inizia così a vivere in una spirale di angoscia e orrore, fino a quando sembra prospettarsi una possibilità: ci sarebbe un modo di liberarsi dalla maledizione, ma per farlo deve morire. Per finta.
Naomi Scott interpreta Skye Riley
Un incubo di noia
Parker Finn torna alla regia dopo il successo del primo film. Se però in Smile il ritmo si mantiene dinamico fin dalle prime scene, sostenendo l’attenzione costante in un crescendo di angoscia e turbamento, Smile 2 fatica a trovare il suo avvio, e forse non inizia veramente mai. Pur mostrando immediatamente le potenzialità orrorifiche già note al pubblico, queste non si realizzano nella forma terrificante a cui eravamo stati abituati, quanto piuttosto in una dimensione psicologica, schizoide: la maledizione gioca nel terreno fertile del trauma, intrecciandosi con esso.
Se però questo turba chi quel trauma personale lo fugge, non riesce a fare altrettanto con lo spettatore, che aspetta di vedere l’orrore concretizzarsi. Se l’intenzione fosse stata quella di realizzare un horror psicologico nella sua forma pura, come insegnano Possession e Repulsion, dove la protagonista femminile soccombe a sé stessa, allora la realizzazione avrebbe (quasi) incontrato l’intento. Ma posizionandosi all’interno di un franchise commerciale, ecco che Smile 2 trova la sua posizione rilassata in uno spavento mitigato, lento e, di fatto, mai reale. Il rischio è quello di deludere gli appassionati, trovando però quasi certamente il favore di quel pubblico giovanissimo a cui si èaccennato prima.
Le ricorrenti allucinazioni di Skye
Naomi Scott come Taylor Swift
Smile 2riesce a mantenersi in un equilibrio precario, pur fallendo in termini di coerenza interna: ottenuto un Pegi 14+ non c’era motivo di trattenere lo spavento. Eppure, il pubblico dei social, la Gen Z, nella sua ricerca di una violenza non grafica, ma pulita, estetica, non doveva essere turbato. Naomi Scott nelle sue tutine colorate, nella sua musica vivace, le coreografie geometriche, pare calcare il personaggio di Taylor Swift, ricordandola in particolare proprio per il pubblico a cui si riferisce: che è poi quello a cui si riferisce il film, appunto.
Nel finale però Smile 2ricorda di essere effettivamente un film horror, spezzando finalmente il ritmo quasi molle tenuto fino a quel momento.
Ecco allora un film che, pur non rinunciando agli elementi costitutivi del genere, si sciacqua le mani dal sangue: Smile 2 accontenta una vasta maggioranza del suo pubblico, decidendo così di scontentare chi sperava di ritrovare il terrore viscerale che aveva caratterizzato il primo capitolo della saga.
Intervista a regista e attori di Napoli – New York con Favino e Salvatores
Smile 2
Anno: 2024
Durata: 127 minuti
Distribuzione: Paramount Pictures
Genere: Horror
Nazionalita: U.S.A
Regia: Parker Finn
Data di uscita: 17-October-2024
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