Finché sono al mondo, film scritto dai giornalisti Mario Calabresi e Silvia Nucini e diretto dal documentarista Luca Quagliato (Life is a Game) e prodotto da Be Water in collaborazione con Rai Documentari, viene trasmesso in prima visione su Rai3 nella serata del 19 ottobre e, in seguito, sarà reso disponibile su Rai Play.
Una tragedia lunga ottant’anni
Si tratta di un documentario che ripercorre una tragedia avvenuta esattamente 80 anni fa, il 20 ottobre 1944, quando alcuni aerei statunitensi partiti da una base militare in Puglia e diretti a Milano per bombardare la fabbrica della Breda, fallito l’obiettivo, si liberarono delle bombe sganciandole sul quartiere milanese di Gorla uccidendo oltre 600 persone.
In particolare una di queste, infilandosi nella tromba delle scale, distrusse la scuola elementare Francesco Crispi causando la morte di 184 bambini e di venti fra maestre e personale non docente. Una ferita che ancora oggi, per chi sopravvisse a quel dramma, provoca emozione e la necessità di perpetrarne la memoria.
Così, le bambine e i bambini di allora sopravvissuti alla strage e, oggi, ultraottantenni, mantengono vivo il ricordo di quei fatti, testimoniando in prima persona e commemorando ogni anno gli sfortunati compagni periti sotto le bombe, a cui fu negata la possibilità di diventare grandi e che sono conosciuti come i “Piccoli Martiri di Gorla”.
Un film toccante che dà voce ai sopravvissuti
Il film di Mario Calabresi, Silvia Nucini e Luca Quagliato dà voce ai testimoni di allora, con toccanti interviste che raccontano, attraverso ai ricordi personali, un fatto che non molti conoscono, soprattutto al di fuori di Milano, ma che per chi, come chi scrive, abita o ha abitato nel quartiere di Gorla è ben conosciuto e fisso nella propria memoria.
Una memoria che, come ben sottolineano i protagonisti del film, è importante che venga trasmessa alle nuove generazioni affinché non perdano mai di vista l’importanza del valore della pace.
Nel film si alternano le voci di quelli che, ancora in vita, si salvarono per puro caso al massacro di allora. Maria Luisa Rumi, Giuditta Trentarossi, Sergio Francescatti, Graziella Ghisalberti, Giuliano, Antonietta ed Elena Lazzaroni, Ugo Zamboni, (presentati sempre con la didascalia che riporta nome e cognome ed età che avevano in quella tragica giornata) ci offrono, così, le loro testimonianze, i loro ricordi di quella mattina di ottant’anni fa. Una giornata radiosa in cui splendeva un bel sole e che loro si apprestavano a trascorrere come tutti i giorni a scuola. Una giornata che le bombe trasformarono nel tormento di tutta una vita che, da quel momento, cambiò per sempre.
Nel film si evidenzia come l’operazione, ancora oggi inspiegabile, di sganciare le bombe su un popolato quartiere cittadino anziché in mare, come da prassi, sia stata rimossa dalla memoria collettiva per molto tempo. Cancellata, soprattutto, dagli archivi dell’esercito americano che fanno sì cenno alla missione fallita, ma che omettono l’episodio che causò la strage.
È importante che la memoria collettiva non si spenga
Finché sono al mondo è un documentario che aiuta a far sì che la memoria collettiva rimanga viva. Un titolo che può avere una duplice lettura, perché “finché sono al mondo” coloro che quell’episodio lo hanno vissuto in prima persona, il ricordo non potrà svanire. Allo stesso tempo, “finché (io) sono al mondo (e quindi tutti noi)”, la memoria della strage dei Piccoli Martiri di Gorla deve essere condivisa con le generazioni che verranno.
Da anni, sul luogo in cui sorgeva la scuola Francesco Crispi, troviamo il memoriale presso cui, ogni 20 ottobre, si ricordano quei morti. Un monumento voluto dai sopravvissuti, a perenne ricordo delle vittime. Ed è lì, in quella che oggi prende il nome di piazza dei Piccoli Martiri, che alcuni anni fa Robert Bloomhuff, un professore di storia americano venuto a conoscenza di quell’episodio, ha voluto recarsi il giorno della commemorazione per chiedere scusa ai sopravvissuti, come racconta egli stesso in una delle interviste più commoventi del film.
Quella della strage della scuola elementare di Gorla è un episodio a lungo rimosso dalla memoria collettiva in quanto l’Italia aveva bisogno di lasciarsi alle spalle il periodo tragico del fascismo e della guerra e gli americani erano stati i nostri liberatori.
Ma è grazie alla perseveranza dapprima dei genitori dei bambini morti e poi dei sopravvissuti ormai anziani, che quel ricordo non è morto, pur rimanendo circoscritto a una piccola realtà come quella cittadina.
Ora, grazie al prezioso lavoro di Calabresi, Nucini e Quagliato, la storia dei Piccoli Martiri di Gorla potrà diventare patrimonio collettivo. Un episodio che Sergio Mattarella, primo Presidente della Repubblica a far visita al memoriale, ha definito, in occasione delle commemorazioni per l’80° anniversario: “Una tragedia insensata, inimmaginabile, immane”.