CG Entertainment (www.cgtv.it) prosegue il proprio lavoro di riscoperta dei maestri della Settima arte in alta definizione proponendo tre titoli diretti dal polacco Walerian Borowczyk. Il cineasta che, nato nel 1923 e scomparso nel 2006, dopo gli inizi nel campo dell’animazione ha fatto dell’erotismo l’ingrediente tipico delle sue opere. Un erotismo surreale e di discendenza libertina che non ha esitato neppure a spingere ai limiti della pornografia. In un percorso artistico che può essere in parte delineato proprio attraverso i tre film resi ora disponibili su supporto blu-ray da CG. Ovvero Goto – L’isola dell’amore, Racconti immorali e La bestia, il primo in versione restaurata in 2K, gli altri due in 4K.
Goto – L’isola dell’amore (1968)
Un mondo distopico. Un regno governato da un dittatore spietato e corrotto. Un’isola dove la vita non è altro che un ciclo di obbedienza e paura. È lo scenario di oltre un’ora e mezza di visione in cui il prigioniero Grozo alias Guy Saint-Jean sogna un’esistenza diversa. Ed è proprio aiutato dalla moglie del governatore, la Glossia di Ligia Branice, che trama una ribellione rischiosa finalizzata a spodestare il tiranno. In un crescendo di tensione che, al suo primo lungometraggio, Borowczyk inscena attraverso un bianco e nero intervallato solo occasionalmente dal colore. Senza rinunciare a nudi femminili che già testimoniano l’erotismo di cui sopra poi maggiormente accentuato nelle opere successive, fino ad un tragico epilogo. Il tutto, tempestato di grotteschi personaggi e ambienti tetri e fatiscenti, per esplorare i limiti del potere, la forza dell’amore e la fragile natura della libertà. Con i cortometraggi L’escargot de Venus, Scherzo infernal e Les astronautes nella sezione extra del disco.
Racconti immorali (1974)
Quattro episodi costruiti su storie di lussuria, perversione e desiderio in un mondo decadente e sensuale. A cominciare da La marea, tratto da un racconto di André Pieyre de Mandiargues contenuto nell’antologia Mascarets. Semplicemente incentrato su un ventenne che inizia al sesso orale la cugina sedicenne su una spiaggia normanna, facendo coincidere il ritmo con quello delle onde. Per poi passare a Thérèse Philosophe, ambirntato nel XIX secolo e il cui titolo fa riferimento ad un romanzo erotico. Il romanzo che una giovane pia e religiosa legge nel ripostiglio in cui è stata rinchiusa per castigo dalla governante, scoprendo anche il piacere solitario. Erzsébet Báthory, invece, tira in ballo nel 1610 la contessa che si bagnava nel sangue di giovani donne perché possedesse convinta proprietà rigeneratrici. È infatti nei villaggi intorno al suo castello che va in cerca di esse per prelevarle e in seguito organizzare orge e sacrifici. In un segmento trasudante nudità integrali femminili e dispensatore, ovviamente, dell’immancabile bagno nel liquido rosso. Prima che si concluda con Lucrezia Borgia, che nel 1498 ci mostra la donna intrattenere rapporti incestuosi con il padre e il fratello. Ovvero Papa Alessandro IV e il cardinale Cesare Borgia. Mentre Borowczyk costruisce il caldo poker privilegiando le immagini ai pochi dialoghi nel raccontare passioni e voglie nascoste dietro quelle che sarebbero le facciate rispettabili. Con il cortometraggio Une collection particulière quale contenuto speciale.
La bestia (1975)
Interpretata da Lisbeth Hummel, la giovane e bella Lucy arriva in una remota tenuta francese per sposare un ricco aristocratico. Tenuta dove viene a conoscenza di un’inquietante leggenda. Infatti pare che una selvaggia creatura, metà uomo e metà bestia, terrorizzi i boschi circostanti. Mentre segreti di famiglia e desideri proibiti emergono, trasformando il viaggio della ragazza in qualcosa di più. Un’esplorazione oscura della natura umana e delle pulsioni più recondite. Man mano che, in mezzo a monta di alcune giumente e una sequenza di masturbazione con rosa, la protagonista sprofonda tra sogno e realtà. Vedendo dunque nella dimensione onirica la Romilda incarnata da Sirpa Lane, antenata del suo futuro marito. La Romilda in fuga nella vegetazione proprio dal mostruoso essere di cui sopra. Fino al momento in cui la quasi ora e quaranta di visione sfocia in situazioni decisamente hard. Tanto che in Italia il film venne immesso nel circuito delle sale a luci rosse, con disappunto, però, degli onanisti abituali frequentatori. Probabilmente poco propensi a seguire la commistione di film in costume, sprazzi di horror e sesso esplicito dalle ambizioni decisamente più alte del porno classico. Commistione ispirata ad alcune leggende popolari francesi e inizialmente pensata da Borowczyk come episodio per Racconti immorali. Il Borowczyk che firma qui quello che viene ritenuto da molti il suo film maggiormente riuscito. Sfruttando la tematica della zoofilia quale pretesto per rivelare le coscienze e la sessualità femminile. Con il cortometraggio L’amour monstre de tous temps come contenuto extra.