La forza che percepisco in Deus Vult è il legame che riesce a far dialogare due nuclei narrativi, due sensibilità con un esito sorprendente. Un problema morale, un interrogativo umano, intimo, che lo scenario di fantascienza rende quasi insopportabile a livello drammatico. Anzi, lo tende al limite; una progressione che ho cercato di far combaciare con il cambio di genere verso cui approda in modo inaspettato la storia nelle sue fasi finali. – Tommaso Diaceri
Deus Vult, diretto da Tommaso Diaceri, è un cortometraggio che mescola spiritualità e fantascienza, esplorando temi complessi attraverso un’ambientazione futuristica. Prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia e presentato nella sezione Cortometraggi – Panorama Italia Concorso del Festival Alice nella Città 2024, il film colpisce per la sua audacia narrativa e stilistica. Girato interamente in lingua latina e con una durata di 15 minuti, Deus Vult affronta dilemmi esistenziali universali che continuano a interrogare lo spettatore ben oltre la sua conclusione.
Deus Vult: Sacerdoti astronauti in crisi di fede
Il cortometraggio racconta la missione di un gruppo di sacerdoti astronauti in viaggio nello spazio, vicini a un misterioso sbarco. Il protagonista, il giovane sacerdote Leonardo, entra in una profonda crisi spirituale proprio quando l’equipaggio si avvicina alla meta. Quello che dovranno fare è davvero il volere di Dio?
L’opera esplora i conflitti interiori e le tensioni che sorgono tra la fede e la ragione, inserendoli in un contesto futuristico. La storia si sviluppa all’interno di un’astronave fredda e asettica, un ambiente che contrasta fortemente con il fervore religioso dei protagonisti, creando un intrigante dualismo tra tecnologia e spiritualità.
I talenti del Centro Sperimentale di Roma
Il cast di Deus Vult è composto dal regista e attore Nicolò Folin (Gli sdraiati), che interpreta Leonardo, un sacerdote alle prese con un forte dilemma morale. Al suo fianco, Romano Talevi (Arrivano i prof) nei panni di un prete a capo della missione e l’attore emergente Davide Gaibotti, che interpreta un altro sacerdote astronauta, completando un cast che si muove abilmente attraverso temi di grande complessità. La regia di Tommaso Diaceri è precisa e attenta, mentre la sceneggiatura, firmata dallo stesso Diaceri con Enrico M. Minto e Jonas Moruzzi, riesce a dare profondità ai personaggi in pochissimo tempo.
Toni caldi, toni freddi: Un contrasto visivo di profondo significato
Uno degli elementi visivamente più affascinanti di Deus Vult è il contrasto tra le luci utilizzate. Le luci calde rappresentano la sfera della fede, del sacro e della devozione, mentre quelle fredde, tipiche dell’ambiente della navicella spaziale, simboleggiano la fredda razionalità e la tecnologia. Questo dualismo visivo sottolinea la tensione costante che attraversa il cortometraggio: da un lato, il passato rappresentato dalla religione; dall’altro, il futuro e l’innovazione. La combinazione di questi due elementi non fa altro che amplificare i dilemmi morali che affliggono Leonardo, il quale si ritrova a dover scegliere tra obbedire ciecamente a un dogma o seguire la sua coscienza.
Il peso delle proprie scelte: Deus Vult e il libero arbitrio
Deus Vult affronta temi universali come la crisi della fede e la moralità delle azioni umane. Il giovane Leonardo, tormentato dalla sua missione, mette in dubbio il volere di Dio, domandandosi se uccidere nel nome della fede sia davvero giusto. Questo interrogativo diventa il cuore pulsante del cortometraggio, che non cerca di fornire risposte nette. Non esiste un chiaro confine tra bene e male, tra giusto e sbagliato: il vero interesse del film sta proprio nelle domande che pone, lasciando allo spettatore la libertà di riflettere.
Alla fine, il sacerdote prende la decisione più difficile: si rifiuta di compiere un atto violento e si toglie la vita, anche se ciò significa essere etichettato come peccatore per sempre e venire dimenticato dalle generazioni future. La sua scelta, seppur moralmente giusta, lo condanna. Diaceri, attraverso il costante confronto tra due facce opposte della stessa medaglia, esplora come la fede possa essere strumentalizzata dall’uomo per ottenere potere, e come l’etica, non le etichette religiose, sia ciò che realmente definisce una persona.
Il bene e il male: Quando i confini diventano ambigui
Uno degli aspetti più interessanti di Deus Vult è la sua capacità di sfumare i confini tra bene e male. Leonardo non è né un eroe né un peccatore, ma un uomo che, posto di fronte a un dilemma morale, sceglie di seguire la sua coscienza, anche a costo della propria salvezza. Il film suggerisce che non esistono verità assolute: la vera domanda non è chi sia buono o cattivo, ma quale sia il prezzo da pagare per agire secondo coscienza. In questo senso, Deus Vult ci ricorda come la religione, nel corso della storia, sia stata spesso utilizzata come strumento di potere, capace di manipolare le masse e giustificare atti di estrema violenza.
Le crociate rappresentano uno degli esempi più evidenti di come la religione sia stata strumentalizzata, un riferimento suggerito dal titolo stesso, Dio lo vuole. Presentate come missioni sacre per riconquistare la Terra Santa, furono in realtà utilizzate come un mezzo per estendere il potere politico e militare dell’Occidente. I leader religiosi e politici dell’epoca riuscirono a sfruttare il fervore religioso del popolo. Convincevano la gente che combattere e morire in nome della fede fosse un atto di devozione. In Deus Vult, questo tema risuona chiaramente nella crisi di Leonardo. La sua coscienza lo spinge a mettere in discussione il vero significato del “volere di Dio”. Inoltre, si chiede se quel volere non sia in realtà dettato da uomini assetati di potere.
L’omertà: Il burattinaio che muove i fili del pensiero ecclesiastico estremo
Il cortometraggio mostra come la storia spesso ricordi solo ciò che conviene. Nel contesto delle crociate, si glorificano gli eroi che combatterono per la fede, ma raramente si parla delle atrocità commesse in nome di quella stessa fede. Analogamente, Leonardo viene etichettato come peccatore e dimenticato dalle generazioni future perché si rifiuta di obbedire a un volere divino imposto dall’uomo. La sua scelta, pur essendo moralmente giusta, viene distorta e sepolta sotto il peso della storia scritta dai vincitori. È un chiaro riferimento alla tendenza umana di manipolare la memoria collettiva per perpetuare il potere e giustificare le proprie azioni.
Il vero antagonista del film, quindi, non è un personaggio specifico. Piuttosto è il sistema che sfrutta la religione per controllare e manipolare i fedeli, macchiando le loro anime e rendendoli complici inconsapevoli. La fede, che dovrebbe essere una forza di liberazione e spiritualità, viene ridotta a uno strumento di oppressione. Le persone. private della capacità di pensare liberamente, sono costrette a seguire ciecamente un dogma che le rende più deboli e manipolabili. Una critica profonda ed intima, ma anche molto coraggiosa.
Considerazioni finali
Deus Vult è un cortometraggio che riesce a fondere con grande efficacia due mondi distanti come la religione e la fantascienza. Attraverso un uso sapiente delle luci e una narrazione densa di significato, Tommaso Diaceri offre una riflessione profonda sul concetto di fede, di bene e male, e sull’importanza delle scelte morali. Il film non cerca di dare risposte, ma pone domande che continuano a risuonare nello spettatore molto tempo dopo la visione. Un’opera originale e potente, capace di far riflettere su temi universali attraverso una lente inedita e visivamente affascinante.