Ghostlight di Alex Thompson e Kelly O’Sullivan è un film di finzione che ha esordito al Sundance e verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma il 23 ottobre nella sezione Freestyle. Il film è interpretato da Keith Kupferer (Il cavaliere oscuro), Tara Mallen, Katherine Mallen Kupferer e Dolly De Leon (Triangle of sadness).
Un inaspettato gioco di ruoli che accompagna il film dentro e fuori il set, propone al pubblico una toccante storia sulla forza dei legami famigliari, che sfonda lo schermo.
Ghostlight di Alex Thompson e Kelly O’Sullivan, la trama
Dan (Keith Kupferer) e Daisy (Tara Mallen) stanno chiaramente attraversando un periodo di crisi. È evidente che qualcosa pesa nel loro rapporto, ma non è dato scoprirlo con immediatezza. Anche la figlia adolescente Sharon (Katherine Mallen Kupferer) adotta comportamenti sopra le righe, che i due genitori faticano a contenere.
Incapace di trovare la rotta, Dan si avvicina prima per caso e poi seguendo un naturale richiamo, ad una compagnia di teatro amatoriale che sta preparando “Romeo e Giulietta”. Imbeccato dalla co-protagonista Rita (Dolly De Leon), Dan gioverà del potere catartico del teatro per rimettere insieme i cocci della sua famiglia ed accettare un dovuto commiato.
“It seems like you wanted a chance of being somebody else for a while”

‘Ghostlight’ di Alex Thompson e Kelly O’Sullivan – Keith Kupferer è Dan
Il potere del cinéma vérité
Thompson e O’Sullivan, sono una coppia nella vita e nella professione. Dopo l’acclamato successo di Saint Frances, che O’Sullivan ha scritto e interpretato e Thompson diretto, si ripropongono con questa secondo opera, in co-regia, dove nuovamente giocano con i ruoli. Per questa occasione però, individuano la famiglia Mallen Kupferer per recitare un nucleo famigliare alle prese con la sopravvivenza e la rielaborazione di un trauma. E sono perfetti nel loro ruolo, non solo per la straordinaria sintonia che si crea tra i tre, chiaramente del tutto spontanea. Ma anche e soprattutto perché per questo film era fondamentale avere interpreti senza eccessi in alcuna direzione.
Gente comune, la cui vita è composta di piccole battaglie; che sfogliano le ricevute a fine mese per starci dentro con i conti. E che poi, i conti li fanno davvero, con i figli adolescenti, persi nelle fila di emozioni troppo intense da non poter essere comunicate.
Dan, il padre di famiglia, è il più grande e avvolgente. E come tale, i suoi blocchi, i suoi nodi sono i più complessi e fitti. Fa da contraltare alla sua massiccia presenza (anche scenica), il corpo minuto e l’interpretazione inaspettata di Rita, che sarà la sua Giulietta in scena, una Dolly De Leon reduce da un successo mondiale.
Ma Keith Kupferer non è da meno: ci regala una prova da attore impressionante, sebbene centellinata e misurata, senza eccedenze melodrammatiche e con una dose minima di lacrime. Kupferer rappresenta un padre comune con un tumulto nel cuore e nello stomaco. Un volto onesto e una storia estremamente cruda da raccontare, dove una gran parte di quello che non si può dire passa dallo sguardo di rabbia struggente di un padre che deve rendere vita reale quell’incubo.

‘Ghostlight’ di Alex Thompson e Kelly O’Sullivan – Dolly De Leon è Rita
Il potere del teatro
Il segreto si svela contemporaneamente all’emergere delle emozioni di Dan che si confronta con il personaggio del Romeo di Shakespeare. L’esperienza teatrale della regista Kelly O’Sullivan permette a Ghostlight di poggiare su di una solida base. Ecco che la riflessione sulla potenza del teatro come terapia e placebo, trasforma Shakespeare in un efficace terapista, malgrado la goffa inesperienza del personaggio di Dan. La prosa risolve conflitti sospesi e troppo grandi per poter essere gestiti con la sola forza di un essere umano. Ecco perché la forza del transfer teatrale è così unica e necessaria in questa emergenza emotiva, umana e famigliare.
“Dad, you get to be him for a couple of hours”
Il film si chiude con gentilezza quasi spirituale nella scena finale, in cui si accenna al congedo di una sola ombra, il profilo di un corpo e di un ricordo, che svaniscono gentilmente quando le luci si abbassano e il sipario si chiude.