Middle East Now

Middle East Now 2024: il programma e i titoli da non perdere

34 film tra cortometraggi, lungometraggi e anteprime

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In arrivo il Middle East Now 2024. Il festival con focus sul Medio Oriente è il secondo appuntamento della 50 giorni di Cinema a Firenze che avrà luogo nel capoluogo toscano dal 15 al 20 ottobre 2024, con la maggior parte delle proiezioni al cinema La Compagnia e alcune anche al cinema Astra, ma anche con una selezione di titoli online nella sala virtuale Più Compagnia in collaborazione con MyMovies.

34 film selezionati per una 15esima edizione il cui tema è Ecologies of Resistance: invitare a una reazione di resistenza e solidarietà nei confronti delle popolazioni coinvolte dalla crisi climatica e dalle guerre.

Ma non ci sarà solo cinema per 6 giorni a Firenze! Tra gli eventi e i progetti speciali si possono citare la mostra Air, River, Sea Soil. A history of an exploited land curata da Roi Saade, la performance Poems of Consumption di Hamed Sinno, un workshop culinario Gaza Kitchen. Ricette di una cucina sospesa e i numerosi Talks ogni sera alle 19.30 che permetteranno di affrontare tanti temi attuali.

Dalla conferenza del Middle East Now 2024

Un programma ricco e denso che è stato spiegato nel dettaglio in occasione della conferenza stampa. Prima dell’elenco dei titoli, però, ci sono stati alcuni interventi, prima da parte delle istituzioni e poi da parte dei direttori artistici Lisa Chiari e Roberto Ruta, per contestualizzare il tutto.

Il cinema è sempre più casa dei diritti.

Queste le parole con cui ha esordito Iacopo Di Passio, Presidente FST – Fondazione Sistema Toscana. A queste hanno fatto seguito quelle di Giovanni Bettarini, assessore alla cultura del Comune di Firenze, che ha sottolineato l’importanza del cinema come veicolo per arrivare a capire culture e messaggi anche distanti.

Il Middle East Now è l’ennesima occasione di approfondire ed entrare in contatto con le difficoltà.

Così, infine, ha voluto ringraziare Cristina Giachi, Presidente commissione cultura Regione Toscana.

Lisa Chiari, invece, il compito di contestualizzare i titoli selezionati e il ruolo del festival, soprattutto in un periodo storico come questo:

Dopo 15 anni siamo in una situazione ancora più difficile e complicata. Vorremmo che il nostro pubblico potesse salire su una nuvola e vedere il mondo con un occhio diverso. Perché sono proprio le diversità a rendere il mondo bello per quello che è. Per noi questo festival è una sfida e il tema che abbiamo scelto quest’anno è quello di un umile atto di resistenza nei confronti di quello che sta succedendo nel mondo, nei confronti della guerra e dell’ecologia. Il nostro vuole essere un festival libero e pieno di vita.

Cosa vedere al festival: apertura e chiusura

Ci sarà una grande attenzione al Libano in queste edizione. Ma anche a tutti gli altri paesi del Medio Oriente.

In questo modo Roberto Ruta ha iniziato a commentare il denso e ricco programma del festival, giunto alla sua 15esima edizione.

Un Middle East Now 2024 ancora più importante con la speranza di riuscire a far presentare i vari film dai tanti ospiti interpellati, ma che, a causa dell’attuale situazione mondiale, non sempre e non così facilmente possono muoversi e spostarsi.

Oltre ai progetti e agli eventi collaterali, il festival propone tanti titoli, 34 per la precisione, di cui 15 cortometraggi, 12 anteprime italiane, 5 anteprime europee e internazionali.

Diaries from Lebanon di Myriam El Hajj sarà il film d’apertura. Un documentario che ha debuttato alla Berlinale e che racconta quattro anni tumultuosi in una nazione in subbuglio, sotto forma di diario. E se il Libano apre il festival, a chiuderlo ci sarà Goodbye Julia di Mohamed Kordofani dal Sudan. Per il film, vincitore del Prix de la Liberté al Festival di Cannes, un cast tutto al femminile che ruota intorno a una ex cantante.

Middle East Now 2024: la Palestina

Un focus importante sarà anche quello sulla Palestina, per approfondire un contesto politico, sociale e umano drammaticamente colpito da guerra e devastazioni. Tra i titoli in programma si segnalano il vincitore del miglior documentario e del premio del pubblico alla Berlinale No Other Land di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor, due registi israeliani e due palestinesi; Janine, Jenin di Mohammad Bakri, 21 anni dopo il suo Jenin, Jenin, censurato in Israele con cui Bakri denunciava i crimini commessi dall’esercito israeliano durante l’attacco al campo profughi di Jenin e che gli è valso due processi.

Senza dimenticare il film collettivo From Ground Zero, ventidue episodi ideati, scritti e diretti da altrettanti giovani autori palestinesi per raccontare l’orrore quotidiano della guerra.

Gli altri paesi

Tra i tanti drammi e documentari che si susseguono sullo schermo spazio anche a una commedia: Back to Alexandria (Retour en Alexandrie) di Tamer Ruggli che, per raccontare di una donna che dopo 20 anni deve tornare nel suo paese natale per recarsi al capezzale della madre, sceglie due grandi nomi. La protagonista è la celebre attrice libanese Nadine Labaki e la madre è interpretata da Fanny Ardant.

E ancora dall’Iran arriva The Great Yawn of History di Aliyar Rasti, un’allegoria sulla religione, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Berlinale e poi Hollywoodgate di Ibrahim Nash’at dall’Afghanistan. Si tratta di un documentario che segue l’evoluzione nel corso di un anno di “Hollywood Gate”, ex base della CIA fatta di container pieni di armi da guerra, con le quali i talebani equipaggiano una nuova unità combattente.

Per i tanti altri titoli, tra lungometraggi e cortometraggi, si rimanda all’articolo relativo al programma:

Tutto quello che devi sapere su Middle East Now – Ecologies of Resistance

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Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

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