Gabriella (Monica Guerritore) ed Elia (Giacomo Gianniotti) si amano, o meglio, così sembra dai primi 3 minuti che aprono la serie: Gabriella, accompagnata dalla figlia 27enne, che si prova un abito da sposa lasciando per un attimo in sospeso i suoi freschi freschi 6o anni. Inizia così Inganno , che segue le orme della serie britannica Gold Digger, andata in onda in Italia su Sky serie nel settembre 2021. Le sceneggiatrici, Teresa Ciabatti, Eleonora Ciampelli, Flaminia Gressi e Michela Straniero, raccontano di come per riadattarla al mercato italiano abbiano dovuto tenere in considerazione il grande tabù che, in Italia, aleggia intorno alla differenza di età in una coppia.
La trama
Ambientata in costiera amalfitana, riprendendo un po’ l’estetica alla White Lotus, la storia si sviluppa intorno a Gabriella (M. Guerritore – Vita da Carlo e Speravo de morì prima), una donna di sessant’anni che si trova a gestire il prestigioso albergo di famiglia lasciatole in eredità dal padre.
Una vita, ormai, all’insegna della routine e della solitudine con tre figli grandi e ognuno per conto proprio, viene sconvolta da un giovane italo – americano magnetico e affascinante: Elia (G. Gianniotti – Grey’s Anatomy). Elia, coetaneo del figlio maggiore di Gabriella, entra nella sua vita ribaltando qualsiasi tipo di convenzione sociale e facendole rompere ogni tabù, tanto da riscoprire sentimenti come il desiderio e la passione.
La serie diretta da Pappi Corsicato e prodotta da Cattleya, si pone in qualche modo l’obiettivo di esplorare le dinamiche relazionali, già di per sé complicate, e che in questo caso si complessificano con la differenza d’età, aggiungendo ulteriori tematiche e aspetti da approfondire, primo tra tutti il tema del tabù.
Qui disponibile il trailer.
Ribaltiamo i tabù
Attraverso la storia di Gabriella, Inganno porta sul piccolo schermo svariate tematiche e problematiche attuali e con una particolare rilevanza nella colorita comunità italiana. Si propone come specchio attraverso cui guardare e magari anche riflettere sull’infedeltà, sui tradimenti, sul denaro, sulle dinamiche (dis)funzionali di una famiglia, sul desiderio, e, ultimo ma non per importanza, il capovolgimento dei tabù. La serie usa quindi il presupposto di una donna di sessant’anni che si innamora di un homme fatale durante una serata di pioggia, per aprire un dibattito più grande.
Gabriella cerca infatti di rivendicare la sua autonomia, economica e di pensiero, la sua indipendenza, la sua libertà, soprattutto sessuale, e il suo essere e sentirsi donna. E riesce a fare tutto ciò grazie alla conoscenza di Elia. Impara a fregarsene del costante giudizio della gente, inclusa la sua famiglia, inizia a vivere la sua vita come vuole, senza se e senza ma, lasciandosi coinvolgere, anche se con un po’ di fatica iniziale, dalla vitalità e dalla passione che Elia porta con sé e che fa (ri)scoprire a Gabriella.
Bugie, sotterfugi e tradimenti iniziano fin da subito, come in tutti i romantic drama degni di essere chiamati con questo nome, ma nonostante dubbi e perplessità, Gabriella continua a fare di testa propria, lasciando consigli non richiesti e avvertimenti fuori dai suoi pensieri.

M. Guerritore e G. Gianniotti in una scena di Inganno
Il tabù più evidente che le 6 puntate sconvolgono è senz’altro quello della differenza di età. In un panorama seriale come quello italiano poche volte, se non mai, si è vista una coppia in cui lei sia decisamente più grande del compagno, fidanzato o futuro marito che sia.
Quattro donne per Gabriella
Quattro sceneggiatrici donne riadattano la storia di Gabriella dalla versione inglese. È importante sottolineare questo aspetto, cioè come quattro donne, capaci di empatizzare con il personaggio protagonista, riscrivano la storia di una donna.
La differenza di età, è infatti vista come una problematica solo perchè è Gabriella ad essere più grande tra i due.
In Inganno si assiste quindi alla storia di una donna sì ricca, ma pur sempre adulta, che cerca in ogni modo di far valere se stessa, nonostante si provi a farla passare come una persona incapace di intendere e di volere. Le sceneggiatrici decidono di giocare sulla suspence per raccontare l’emancipazione di Gabriella, intrecciando momenti quasi bucolici spesso interrotti da ombre e segreti.
Si affronta anche un altro tema importante e profondamente radicato nella cultura italiana: la maternità e la salute mentale. Il flusso degli eventi presenti è a volte interrotto con immagini del passato che, a poco a poco, fanno comprendere allo spettatore le difficoltà di Gabriella. La sua depressione si ricollega direttamente al tema della maternità poiché viene in qualche modo presentata come un elemento influente per il suo ruolo di madre che, a causa della malattia, viene meno.
Anche in questo caso, è bene che sentimenti e sensazioni di questo tipo vengano scritte da quattro donne. Non si cerca di colpevolizzarla o di assolverla, si vuole semplicemente raccontare una sfumatura che può esistere nella vita di una donna e di una madre.
Ognuno la sua
Attraverso toni, e qualche battuta, da soap opera, Inganno, di nome e di fatto, è un viaggio sviluppato da eventi che incalzano di puntata in puntata. Si cala, ancora una volta, nel patinato mondo della costiera amalfitana, degli alberghi di lusso e delle famiglie disfunzionali, senza però illuderci che il meccanismo non sia intoppato. Lo capiamo dai primi 5 minuti della prima puntata in cui Gabriella si ritrova sola il giorno del suo sessantesimo compleanno.
La serie, che può apparire superficiale e come qualcosa di tutt’altro che innovativo, si presta in realtà come strumento per approfondire tematiche calde. Prima tra tutti, l’indipendenza e l’autonomia di Gabriella. Affronta anche temi come i rapporti di potere, l’insicurezza nel confronto con gli altri, e la differenza di età.
Nota di merito per le figure dei tre figli, Stefano (E. Caserio), Giulia (D. M. Woods) e Nico (F. Del Guadio) che, in un certo senso, rappresentano tre modi diversi di reagire all’insolita relazione della madre.
Giulia, aspirante influencer di una discreta popolarità, rappresenta quel ramo della società contemporanea più libero e anticonformista, dominato dalla libertà di amare chi si vuole. Stefano, primo genito, uomo che pare essere tutto di un pezzo, si incanala nella via più conservatrice, dimostrandosi poco comprensivo e troppo apprensivo nei confronti della madre. C’è infine Nico, ultimo di tre figli e neanche maggiorenne, impersona la confusione e l’impertinenza molto tipica della sua generazione, alternando momenti di assoluta approvazione con altri di totale rifiuto.
Condita da musica francese e motivetti melodrammatici, Inganno è si una serie che vuole rompere il tabù della differenza d’età, ma non solo. È una narrazione volta alla libertà e alla rivendicazione del ruolo di donna, oltre tutto e tutti.
“Anzi che morire di delusione, meglio un inganno che dia la vita”