‘The Freak Family’: il successo secondo Diego Naska

Sul catalogo di Prime Video è disponibile un interessante nuovo prodotto italiano legato all’animazione. Si tratta di The Freak Family, un dramedy incentrato sulla figura del cantante pop-punk Diego Naska, artista emergente degli ultimi anni, con due album all’attivo e un terzo in uscita per l’11 ottobre. Il cortometraggio animato è stato prodotto in collaborazione dallo studio Thamsanqa ed è destinato a un pubblico adulto.

Di cosa parla The Freak Family

Diego è un giovane aspirante cantante che vive nell’attesa della tanto agognata fama, in mezzo alla sua disfunzionale famiglia, al cane Dobby, il cui passatempo preferito è leccarsi i genitali, alla nonna nostalgica del fascismo. La vita di Diego prende una svolta inaspettata quando viene costretto a fare un patto col diavolo per ottenere il successo. Da quel momento il giovane dovrà confrontarsi con cosa è disposto a fare pur di raggiungere il suo sogno.

Critica punk

Per chi non lo conoscesse, Diego Naska è un’artista le cui canzoni si alternano fra brani più leggeri a altri più malinconici e riflessivi. In The Freak Family, l’artista ha voluto trovare un giusto compromesso fra queste sue due “personalità”, mantenendo lo stile scanzonato e ribelle che lo caratterizza. Allo stesso tempo, senza risparmiare attacchi e critiche al mondo in cui vive, afflitto dalla dipendenza dai social e dall’impossibilità per gli artisti musicali di emergere solo con le proprie forze.

L’ambiente particolarmente preso di mira è proprio quello degli influencer: lo stesso Diavolo che il protagonista incontra non è il “Satana” dell’iconografia classica, ma il signore degli inferi degli influencer, Mark Lucifenberg, che  dall’inferno dirige ciò che succede sulla Terra. La stessa Polly, fidanzata di Diego (e anche protagonista di una sua canzone), non si fa problemi a uccidere una persona pur di trovare un modo per guadagnare qualche follower in più, dimostrando come (secondo Naska) chi vuole raggiungere la popolarità è disposto a svendere totalmente sé stesso pur di diventare qualcuno.

Non mancano anche le critiche al mondo discografico: seppur con leggerezza e umorismo, Naska parla di come gli artisti siano costretti a “sfornare” album che devono unicamente soddisfare le esigenze dei produttori e non le proprie e di come questo alla fine regoli le loro vite. Una critica che non approfondisce l’argomento, ma che basta per far riflettere. Considerato poi che il cantante è riuscito ad affrontare il discorso senza mai fare riferimento diretto a nessuna delle sue canzoni per tutta la durata del cortometraggio.

La canzone Polly, incentrata su una ragazza che ha perso sé stessa per raggiungere il sogno di diventare influencer

Un South Park all’italiana

Non ci troviamo di fronte a un cortometraggio con una produzione stellare. Naska lo sa e lui stesso presenta The Freak Family per quello che è: un suo esperimento, con mezzi limitati, nel campo dell’animazione. Lo stile, estremamente semplice, trova molte somiglianze con altri prodotti animati come South Park e si adatta perfettamente al mondo dell’autore, il quale già in molti dei suoi videoclip ha sperimentato l’animazione, seppur brevemente.

Particolare menzione va fatta sia ai personaggi che al loro doppiaggio che ha coinvolto diversi nomi famosi di Twitch Italia. Dal padre disoccupato di Diego alla nonna ammessa alla scuola per giovani fasci, al malvagio Mark Lucifenberg, ogni personaggio riesce a far ridere. Complice un doppiaggio che dà a ciascuno un’identità ben definita, incluso lo stesso Diego che riesce discretamente nella recitazione. Quanto basta per coinvolgere lo spettatore nella sua visione del mondo, che non manca di comici riferimenti alla cultura pop o alla politica italiana.

The Freak Family è un esperimento da parte di Diego Naska nell’audiovisivo. Se preso come tale, risulta un cortometraggio piacevole che riesce a intrattenere e a far ridere il suo pubblico, di suoi fan o meno. Se l’autore vorrà spingersi più in là con la sua produzione, nulla vieta a questo cortometraggio di trasformarsi in una sitcom young adult riuscita. Qualcosa di innovativo nel mercato italiano e, forse ora, non più così irrealizzabile come si poteva pensare un tempo.