Dopo Clermont Ferrand, il celebre festival internazionale per i cortometraggi in Francia, il corto di Nicolas Panay arriva anche in Italia nell’altrettanto rinomato Sedicicorto di Forli. Parliamo di Apnées, terza opera del regista che mette in scena il mondo del lavoro, inquadrandolo dall’interno e senza troppi fronzoli. Se con il precedente Point de reprise del 2022 aveva raccontato il mondo di una fabbrica tessile, Apnées si svolge interamente in un eco-cantiere, dove il pubblico è immerso per sedici intensi minuti rimanendo, quasi, in apnea.
Qui potete trovare il programma completo della 21esima edizione di Sedicicorto, a Forlì dal 4 al 13 ottobre. Taxidrivers è media partner del festival.
La trama di Apnees
Pierre (Thomas Coumans) è a capo di un cantiere rumoroso e caotico: lui e i suoi uomini si muovono tra scadenze imminenti che fanno passare le condizioni di sicurezza in secondo piano. Pierre è molto attento ai suoi operai e alla loro vita, ma continua a subire ordini e pressioni dai suoi capi, a cui importa molto più del risultato e meno delle modalità quasi a rischio impiegate per raggiungerlo. Questa condizione è resa più complicata dalle lamentele dei vicini, stufi dei forti rumori che li tormentano ormai da mesi. L’unico che spezza questo ritmo travolgente e riporta alla realtà Pierre e, insieme a lui, lo spettatore, è suo figlio, per ricordargli la vita che esiste fuori da quel contesto.
Apnées: un cantiere dove mancano l’aria e la sicurezza
16 minuti in “apnea” o comunque in assuefazione. Apnées si apre con un suono, un respiro pesante e sforzato: è uno degli uomini della squadra in preda a un attacco d’asma. Un cantiere in pieno funzionamento, operai che lavorano al limite dei loro sforzi. Pierre è l’uomo a cui è stato affidato il “comando” ma che in realtà decide ben poco. Vorrebbe proteggere di più la sua squadra e mantenerla in condizioni di sicurezza, ma anche lui subisce violenti pressioni e ne finisce quasi schiacciato. I rumori martellanti del cantiere non lasciano il tempo per pensare.
Al suono delle macchine in funzione, tanto incalzanti da far lamentare i vicini, si alternano lunghi silenzi rotti soltanto da sospiri profondi: son quelli dell’esitazione di Pierre, nel ruolo di “capo” in un mondo in cui i diritti umani sembrano rallentare per le troppo scadenze dettate da una società frenetica, in continua accelerazione.
Molto interessante e funzionale la tecnica della camera a mano: se di solito l’effetto immediato è quello di donare un maggiore senso di realtà, qui la macchina da presa di Nicolas Panay ci consente di osservare la scena da un punto di vista interno e ci conduce subito nella vita agitata di Pierre e dei suoi uomini. Nel luogo dell’azione, non c’è più tempo per pensare, tantomeno per riflettere: bisogna solo eseguire nel minor tempo possibile.
Il mondo del lavoro senza troppi archetipi
“Ho sempre avuto un rapporto un po’ diffidente con il mondo del lavoro, alle volte emancipatore, liberatore, ma anche così estremamente distruttore e pericoloso.”
Descrivere un mondo senza troppi archetipi, né tantomeno stereotipi. Il tema del lavoro è caro al regista: il suo cortometraggio precedente iniziava con alcune donne tunisine che arrivavano in una fabbrica di tessuti tra altre operaie. È un universo che Panay ci mostra in un modo diretto e autentico, senza troppi romanticismi né, tantomeno, cadute in una narrazione tipica, o quasi stereotipata.
“Voglio restare in una forma di realismo, con un casting credibile. è veramente importante per me non rientrare negli archetipi. Quando si utilizzano, convochiamo lo spettatore nei riflessi della lettura. Io voglio piuttosto suscitare nello spettatore la curiosità, andare più lontano dall’archetipo che limita i personaggi in un quadro assai preciso”
Questi suoi principi si riflettono anche nella scelta di un cast autentico, ricorrendo al coinvolgimento di un attore generalmente comico e non un caratterista, un personaggio “archetipico” dai tratti quasi grotteschi: un uomo semplice, in grado di raccontare e mostrare sul volto la contraddizione di un lavoro che, non sempre, nobilita l’uomo.
Potete vedere Apnées domenica 6 ottobre alle ore 10 in occasione della 21esima edizione di Sedicicorto.