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FESTIVAL DI CINEMA

Domenica in Corto(ons)

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Nel giorno del compleanno di Roma, Cortoons ospita le proiezioni dei corti italiani e stranieri in concorso; tra gli stranieri c’è una presenza massiccia d’Oltralpe; Noemi Euticchio mi spiega che le migliori scuole che preparano alla realizzazione e produzione di corti d’animazione sono proprio in Francia, e molti dei corti che sono stati iscritti anche alle precedenti edizioni erano lavori di fine corso.

Impermanence di Tien Yu Miao (Taiwan, 2012, 6’41”) ambientato in una città asiatica che ricorda molto al Seul dei bassifondi, torbida e crudele, dei film di Kim Ki-Duk; Happily ever after di Yonni Aroussi e Ben Genislaw (Israele, 2012, 6’16”) è un corto israeliano che mette in scena l’involuzione di una storia d’amore: da fidanzati romantici e appassionati i due protagonisti invecchiano fino a disprezzarsi a vicenda.
I cortometraggi di Trevor Hardy, Something fishy (U.K., 2006, 4’18”) e Something strange happened (U.K.,5’24”) sono più semplici nella trama e meno “tecnologici” e sofisticati nell’animazione, ma non si fa a meno di sorridere di fronte ai suoi personaggi: nel primo, ritorna la tematica della coppia, a lei che non sta mai bene niente, e lui che tenta di accontentarla, con un finale che rimette a posto gli squilibri; nel secondo, un pirata che ha attraversato mari e accumulato tesori e potere si annoia e va in analisi (si potrebbe attualizzare con le figure dei “pirati moderni”, manager e dirigenti di aziende). Commissionato da un’azienda di design, quasi come fosse un carosello, Zarina di Valerio Spinelli (Italia, 1’) è una giostra di suoni colori e giocattoli che creano il mondo fantastico della piccola protagonista, seduta su una poltrona modello“Zarina”.
A la Francaise di Boyer/Hazebroucq/Hsu/Leleu/Lorton (Francia, 7’) è ambientato nella Versailles pre-rivoluzione francese: gli aristocratici sono raffigurati da tanti galli e galline che trascorrono le giornate in maniera piuttosto oziosa e inconcludente; molto apprezzato per la ricercatezza dei particolari e la qualità elevata delle immagini, il corto è stato realizzato dagli studenti della scuola Supinfocom Arles.
Red river (orig. Song Hong) di Stephanie Lansaque e Francois Leroy (Francia, 2012, 14’15”), che parteciperà alla 52esima Semaine De La Critique, all’ormai imminente Festival di Cannes, è ambientato ad Hanoi, in un Vietnam che cerca di andare avanti, ma che deve fare i conti con un passato di guerra e dolore.
Azul di Busson/Canitrot/Duhayon/Iglesias/Maxence/Monge (Francia, 8’15”) esplora le contraddizioni moderne legate alla perenne ricerca di paradisi naturali, che poi inevitabilmente vengono contaminati dall’uomo, che trova sempre e comunque nella Natura una Madre protettiva.
Kellerkind di Julia Ocker (Germania, 2012, 17’40”), con un disegno essenziale, che ricorda molto il carboncino, dai tratti sfumati e oscuri, racconta la storia di una donna che dà alla luce un figlio, diverso, che lei decide di emarginare, scatenando in lui un sentimento di repressione e rancore che lo porta quasi a diventare una creatura “diabolica”.
In Baobab di Loesner/Moreau/Steck/Taroni/Tron (Francia, 6’48”) c’è la speranza di una vita nuova che può rinascere dalla morte; mentre in Bet she’an di Soler/Calvet/Letoile/Charbonel/Rainaut/Wang (Francia, 2012, 7’59”) viene messo in scena il paradosso di un uomo che, all’interno di una specie di Torre di Babele, abitata da corvi, scolpisce la statua di un uomo e contemporaneamente perde le sue sembianze umane per diventare anche lui un corvo.
Kiki of Montparnasse di Amelie Harrault (Francia, 2012, 14’30”) è la storia, gradevole e scorrevole, di Alice Prin Ernestine, modella, pittrice, cantante, scrittrice ma soprattutto, agitatrice culturale nella Parigi degli Anni Venti.
In Bye Bye Bunny di Bueno/Cheng/Lepicard/Pagniez/Roguet/Torris (Francia, 2012, 7’20”) la scomparsa dei conigli scatena addirittura una crisi finanziaria (molto divertente e attuale la scena della giornalista che allarma i telespettatori dicendo che la scomparsa dei conigli ha fatto crollare Wall Street).
Catharsis di Brun/Culot/Dusart/Foulot/Giraudel/Hetru (Francia, 2011, 6’26”) racconta in chiave horror la storia di un impiegato, le cui pulsioni fuoriescono come mostri dal suo corpo; Oru Burus di Brand/Klein/Quillet/Theolade (Francia, 2012, 5’34”) è la storia di un Re che perde il controllo del Sole e molto “democraticamente” decide di reimpossessarsene; Ozo di AA.VV. (Francia, 2011, 7’36”) è la storia divertente di una strana creatura alla quale rubano un uovo, mentre Salina Turda di Guyot Florent/Jambois/Owona/Wozniak/Yen (Francia, 2012, 5’45”) è ambientato in un parco di divertimenti;
Seguono Fata morgana di Frodo Luipers (Olanda, 2011, 4’17”), Talk to me about love di Bouet/Goffinet/Delequeche/Manga/Roddier (Francia, 2012, 7’27”), Three little cats di Hertault Lacoste/Le Borgne/Provoost (Francia, 5’55”). Anomia di Simone Filia (Italia, 2011- 2012, 6’40”) è il secondo cortometraggio italiano di questa giornata, proiettato proprio nel giorno in cui Simone Filia compie gli anni. Il corto segue la vita di un ragazzino adolescente che è disposto a tutto pur di ottenere la notorietà attraverso vecchi e nuovi media.
Origami di AA.VV. (Francia, 2012, 8’29”) , lavoro della Ecole Superieure des Metiers Artistique, chiude la sessione pomeridiana e lascia spazio alla, che sonorizzano dal vivo i due corti The Bellies di Philippe Grammaticopoulos e Generation di David Downes.

Anna Quaranta

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