Matteo, Pierpaolo Spollon, è un giovane disegnatore che, nell’attesa di pubblicare una graphic novel, lavora nell’attività di famiglia, la storica sartoria Mampresol, insieme a suo padre Orlando e alla nonna Mina, orgogliosi e provetti artigiani. La cliente più importante è la stravagante Serena Ravagnin che, munita di bozzetti da trasformare in abiti, non fa che seminare ansia e dubbi sull’effettiva bellezza e originalità dei capi da loro confezionati. Per la sfilata che la proclamerà stilista deve essere, infatti, tutto più che perfetto. L’equilibrio familiare è compromesso quando nella stessa strada apre una nuova sartoria, la “Deepti’s Taylor”, di proprietà di una famiglia indiana: Dev, sua sorella Rani e lo zio Ramesh.
Per la Mampresol comincia una diaspora dei loro più facoltosi clienti a favore degli indiani; il colpo di grazia arriva però dalla Ravagnin che, attratta dalle sgargianti stoffe esotiche, decide di affidare a loro i bozzetti per la sfilata. Al grido di à la guerre comme à la guerre, Orlando convince Matteo a infiltrarsi nelle linee nemiche per far fuori la concorrenza, ma presto il ragazzo scopre che i competitor non sono poi così diversi da loro, ma soprattutto che Rani gli fa battere il cuore! Orlando decide di andare fino in fondo e con l’inganno introduce un tappeto tarmato nella sartoria rivale, devastando i vestiti della Ravagnin ormai pronti per la sfilata. Riuscirà Matteo a risolvere i dissidi tra le due famiglie, riconquistare la fiducia di Rani e realizzare i propri sogni?
Questioni di stoffa: il commento del regista
Le nostre vite sono come stoffe preziose. A volte si creano delle pieghe ma, con abilità e pazienza, è possibile sbrogliare, ricamare, tagliare qualcosa di nuovo e sorprendente, perché le stoffe, proprio come le nostre vite e i legami affettivi che le orientano, hanno bisogno di cura e attenzione per risplendere.
Così parla il protagonista della nostra storia al termine del suo percorso di crescita, facendo emergere l’idea che è alla base del racconto; il sapersi trasformare, arricchendosi, attraverso l’incontro con l’altro.
Anche Kabir Bedi ha sottolineato l’importanza della cooperazione, l’unico elemento capace di sviluppare le relazioni tra i popoli.