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Sedicicorto

‘Frater’, ritratto di famiglia

'Frater' di Valentin Guiod approda al Sedicicorto Forlì International Film Festival. Una vecchia foto di famiglia diventa l'occasione di tuffarsi nei suoi ricordi d'infanzia

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In concorso alla 21esima edizione del Sedicicorto Forlì International Film Festival, che si terrà a Forlì dal 4 al 13 ottobre, tra i film selezionati ci sarà Frater. Per la regia e sceneggiatura di Valentin Guiod e prodotto da Birth, il cortometraggio della durata di 20 minuti traspone su schermo un ritratto famigliare delicatamente personale che già dalle prime riprese, girate dalla protagonista con una telecamera in movimento, dà l’idea di assistere a un racconto molto intimo:

Un ritratto di famiglia molto personale di cui sono incredibilmente orgoglioso”

scrive il regista sotto un suo post di instagram.

La trama di Frater: un’infanzia che svanisce

Nel bel mezzo dell’estate, mentre trasloca, un bambino di nome Tom (Timéo Mahaut) ritrova fra gli scatoloni accantonati dalla madre (Jeanne Lepers) una foto di famiglia. A soli dieci anni, l’età in cui il mondo dell’infanzia e dell’immaginazione a poco a poco svaniscono, Tom si perde fra i ricordi che la fotografia gli richiama alla mente immergendosi in un ritratto di famiglia che riscopre più doloroso rispetto a quello che un tempo aveva idealizzato.

Il flashback del bambino è uno sguardo malinconico e attento a quella che era la sua vita in quella casa prima del trasloco, quando le giornate passavano con lentezza fra l’afa estiva e i tuffi in piscina con il fratellino (Jay Delage). Brevi scorci sulla madre di Tom interrompono l’apparente spensieratezza di quei momenti e la vediamo piangere. Prima fra le braccia del papà del bambino (Guillaume Pottier), che fa il militare e per questo è sempre fuori, poi in casa, mentre stringe fra le mani un costume da bagno e un telo che sembrano ricordarle qualcosa che la fa soffrire, ma che allo stesso tempo non riesce a lasciar andare.

Il regista ci dà il tempo per intuire qualcosa che a poco a poco si fa strada come una consapevolezza nei ricordi del bambino fino a palesarsi davanti al nostro sguardo in una delle ultime scene. Il ritratto di famiglia diventa un quadro straziante del quale si riesce a percepire il dolore, ma soprattutto la fatica di un bambino che stenta ad accettarlo e si difende con l’arma che sa usare meglio, l’immaginazione.

Tra immagini e silenzi: un racconto personale di Valentin Guiod

Frater non ha bisogno di troppe parole perché si esprime con le immagini e i lunghi silenzi che non lasciano nulla al caso. Scrive Guiod:

“È un film che è iniziato con delle immagini. Mi sono arrivate alla mente con una certa urgenza e dovevo scriverle, dovevo farle vivere. Penso di avere sempre lo stesso bisogno, quando ho un’immagine fissa in mente, per lasciarla andare devo tirarla fuori e metterla in un film.”

La musica originale di Clémence Ducreux ha un ruolo fondamentale. É un tutt’uno con la narrazione, si mescola alle immagini e sopperisce laddove le parole mancano. Delicatamente le note ci accompagnano in una cornice di malinconia mista a velata sofferenza che mette radici e non lascia indifferenti. È un film che riesce pienamente a comunicare un senso di intimità allo spettatore, che non può non intuire come si tratti di un racconto estremamente personale:

“È un film molto intimo. Ho l’impressione, per la prima volta nel mio percorso come regista, di aprirmi completamente e di esporre qualcosa che sia al 100% me.”

Frater

  • Anno: 2023
  • Durata: 22 minuti
  • Genere: Cortometraggio
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Valentin Guiod

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