Netflix ci regala una nuova sorprendente avventura, il “docu road movie” che ha per protagonisti un’iconica coppia artistica: Will Farrell, maestro della parodia, e l’audace autrice Harper Steele, nuova stella del panorama comico e attivista. Il documentario, intitolato Will & Harper, sfida i limiti della commedia tradizionale, esplorando in modo innovativo temi complessi e controversi, mescolando intrattenimento e critica sociale in un modo unico e accattivante. Diretto da Josh Greenbaum, il film esplora il concetto d’amicizia e condivisione, rispetto al periodo storico odierno, e quello di transizione di Harper, che solo recentemente, nel 2022, ha fatto coming out come transgender. Un progetto che non si limita a far ridere, ma diventa manifesto, che esplora, racconta e problematizza la realtà con uno sguardo intelligente e mai banale.
La trama
Il film documenta l’amicizia tra Will Farrell e l’autrice comica Harper Steele che si sviluppa sullo sfondo di un paese in fermento, a pochi giorni dalle elezioni. Harper esplora una nazione attraversata da un acceso dibattito, divisa tra retoriche transfobiche e spinte innovatrici verso una maggiore inclusione.
Il viaggio come ricerca e scoperta identitaria
Will e Harper utilizza il tema del viaggio, non solo come pretesto narrativo, ma come metafora del percorso di scoperta interiore e allo stesso tempo di comprensione delle complessità emotive e sociali che caratterizzano l’America odierna.
Questo genere di racconto è stato a lungo utilizzato come potente mezzo narrativo per descrivere il paese, riflettendone l’essenza stessa. Un territorio vasto, complesso, intriso di sogni, promesse e contraddizioni. Ne è un esempio un film cult come Easy Rider (1969), in cui Hopper, che utilizza il viaggio come metafora di esplorazione di un sogno americano in declino, mette in luce l’alienazione sociale e la ricerca di libertà personale. Allo stesso modo, l’America contemporanea di Will e Harper rappresenta un paese in cui i dibattiti di genere sono più che centrali ormai, ma al contempo vittima di un progresso lento, seppur con la promessa di un futuro più aperto ed inclusivo. Con Will e Harper, ci viene mostrata la possibilità di riconciliazione e crescita interiore attraverso l’empatia e il dialogo con il prossimo, utilizzando inoltre il format del documentario, che rende la narrazione più realistica.
Lo spettatore riceve così un affresco vivido di un paese che affronta le sue incongruenze, rivelando tanto le sue debolezze quanto la sua forza di cambiamento.
Un format innovativo
Il film ha un format vincente e volutamente ibrido, in cui documentario, satira, e talk show si fondono per offrire una narrazione fluida e sempre imprevedibile. Per ogni episodio, ci si concentra su un tema diverso – dalle discriminazioni di genere, al razzismo, passando per il dibattito sull’inclusione nello sport, all’accettazione e alla salute mentale. Will e Harper si ritroveranno infatti faccia a faccia con il governatore dell’Indiana, Eric Holcomb, noto per il suo sostegno per le leggi anti-trans. Durante una partita dei Pacers, entreranno in contatto con la comunità transgender di Peoria, in cui vivranno esperienze di accoglienza e supporto, per poi essere insultati in Texas, e inaspettatamente ben accolti in un bar pro-Trump dell’Oklahoma.
Il documentario sottolinea inoltre come il supporto terapeutico sia essenziale, non solo per la transizione di Harper, ma anche per promuovere la salute mentale all’interno della comunità transgender, e in generale per chiunque affronti transizioni significative nella propria vita. Tutti questi fattori sono indice di un’esperienza, le cui dinamiche si possono plasmare a livello globale. La coppia di amici si apre, condivide momenti di vulnerabilità e risate. Si fa forza, affronta temi senza tempo, e smuove corde emotive universali. Raccontando una storia in cui ognuno di noi può rispecchiarsi.
Una comicità progresso
Will & Harper non è un documentario qualunque, ma cattura la complessità di una società in bilico tra progresso e arretratezza, e un ritratto unico sul valore e la sensibilità dell’amicizia.
Will accompagna Harper durante il viaggio, trasformando le tensioni sociali in spunti ironici e riflessioni pungenti. I due, con grande semplicità (fedeli alla loro natura comica e al loro passato al SNL) ci mostrano come la comicità sia in grado di aprire spazi di confronto, e conforto, rendendo più umano e comprensibile il panorama che stanno osservando. L’umorismo ha un ruolo fondamentale, funge da strumento di connessione, comprensione e guarigione, evidenziando le ingiustizie e le contraddizioni attraverso una lente più leggera, che non è mai sinonimo di superficialità. Il confronto tra i due amici copre le difficoltà che Harper ha dovuto affrontare per anni, sentendosi sbagliata e fuori luogo nel suo corpo, mentre la risata diventa mezzo di resistenza, racconto e autoaffermazione.
L’alternanza tra momenti di leggerezza e introspezione permette di affrontare temi importanti, in modo accessibile e incisivo, dipingendo un ritratto unico dell’America contemporanea, e un tumultuoso viaggio interiore, attraverso domande difficili e desiderio di auto- accettazione.
“Dopo un cambiamento così profondo, sei ancora il te che conoscevo prima?” chiede Ferrell.