Non risente dell’usura del tempo Pagine dal libro di Satana (Blade of satans Bog), capolavoro del muto, diretto da Carl Th Dreyer nel 1920. Un’opera imponente per l’epoca, non solo per la sontuosa scenografia e la raffinata ricerca stilistica, ricca di magnifici primi piani, ma anche per la durata, che supera le due ore.
Tratto dal romanzo I dolori di Satana (1895) di Marie Corelli e ammantato da un bianco e nero da favola, a tratti molto contrastato, Pagine dal libro di Satana è diviso in quattro episodi, tra loro indipendenti, e mostra come Satana, nel corso dei secoli, si sia incarnato e, sobillando rivolte, abbia tentato gli uomini, spingendoli a infrangere i dettami di Dio.
‘Pagine dal libro di Satana’ ovvero la nefasta influenza del demonio sugli uomini
Il primo episodio (Palestina) ambientato a Gerusalemme, verte sulla passione di Cristo e mostra Gesù, che compare in una immacolata tunica bianca, discorrere tra i discepoli, fino a quando divide con loro l’ultima cena.
La macchia da presa punta soprattutto sul volto di Giuda, l’apostolo che, per denaro, tradirà Gesù e, su una soave Maria Maddalena.
Non meno suggestivi gli altri tre episodi, che, come il precedente, hanno una durata di circa trenta minuti.
Il secondo (L’inquisizione) è incentrato a Siviglia, durante il periodo oscurantista dell’Inquisizione spagnola del XVI secolo, mostra Satana nei panni del Grande Inquisitore che induce il monaco Don Fermando a commettere uno stupro.
Il terzo (La Rivoluzione francese), è ambientato a Parigi, durante la Rivoluzione francese, Satana è un giacobino che manda a monte il tentativo di salvare la vita della regina Maria Antonietta.
L’ultimo (La rosa rossa di Finlandia), è collocato in Finlandia, nel periodo immediatamente successivo alla Rivoluzione d’ottobre e Satana si traveste da monaco per capeggiare un’imboscata a danno dei soldati governativi.
Come era consuetudine agli albori del cinema, anche Dreyer, al suo secondo film, inserisce diverse didascalie, che illustrano gli avvenimenti che si susseguono, conducendo così lo spettatore. John Sweeney accompagna mirabilmente le immagini al pianoforte.
Molti hanno visto dei punti di contatto con Intolerance (1916) di Griffith, ma la sceneggiatura di Pagine dal libro di Satana è antecedente ed è del 1913. Semmai, il regista danese sembrerebbe essersi ispirato a Satana (1912), film di Luigi Maggi, andato perduto.
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