‘Il Robot selvaggio-The Wild Robot’: la gentilezza come sopravvivenza
Il nuovo film Dreamworks 'The Wild Robot' offre agli spettatori uno sguardo profondo e poetico sul futuro dell'intelligenza artificiale e il suo ipotetico rapporto con la natura circostante. Al Cinema dal 10 Ottobre
Il Robot selvaggio, scritto e diretto da Chris Sanders, prodotto da Jeff Hermann, è il nuovo film d’animazione Dreamworks che vi scalderà il cuore. Il film, che ha avuto la sua première il 22 settembre presso il Climate Film Festival, verrà distribuito in Italia da Universal Studios a partire dal 10 Ottobre. La storia è stata adattata da una serie di racconti scritti da Peter Brown, che ha contribuito per lo sviluppo del lungometraggio.
Il film, per grandi e piccini, narra la vicenda del robot Roz, accidentalmente rilasciata su un’isola popolata esclusivamente da animali.
Roz, la cui voce è prestata da LupitaNyong’o, svilupperà una relazione materna per una piccola oca di nome Brightbill, doppiata da Kit Connor. Roz, insieme alla volpe Fink (Pedro Pascal), crescerà Brightbill, con lo scopo ultimo di insegnargli a nuotare e volare, prima della migrazione autunnale delle oche.
Le tematiche affrontate
Sebbene Roz sia stata costruita dagli umani, il ruolo di quest’ultimi all’interno del film è pressoché inesistente. Il focus della storia è infatti sul rapporto tra la tecnologia e la natura e di come l’adattamento sia necessario da parte di entrambi per riuscire a coesistere in armonia. La trama è arricchita da molteplici tematiche, che si sovrappongono l’un l’altra, creando magistralmente una storia che si spinge molto oltre le premesse iniziali.
La famiglia, nel senso stretto del termine, acquisisce un valore ben più ampio rispetto a quanto ordinariamente inteso. La famiglia può essere data, come può essere scelta. I protagonisti della storia comprendono velocemente quest’idea, surclassando le loro diversità biologiche e i loro istinti primari e amandosi per la loro unicità.
La maternità
Il rapporto materno viene raccontato in modo superbo e poetico. Roz non può certo essere definita come una madre modello; ma d’altronde, chi lo è? Lei, proprio come noi, farà molti errori e imparerà da essi, creando un rapporto sempre più intimo e “umano” con Brightbill e Fink. La possibilità che un robot e un’oca sviluppino un rapporto madre-figlio non rientra nella nostra quotidianità. Eppure, questo darà modo agli spettatori di apprezzarne ogni piccolo dettaglio, probabilmente creando anche un po’ di invidia nei confronti di una relazione tanto bella quanto imperfetta.
La diversità
La diversità, come già brevemente menzionato, è un altro tassello fondamentale all’interno della storia. Brightbill nasce infatti con un difetto genetico, che lo rende più piccolo rispetto alle altre oche. Questo però non viene visto come un limite, bensì come un’occasione, dimostrando, come dice Roz nel film:
“Non c’è niente che loro possano fare che tu non puoi”
L’emarginazione è una tematica comune tra i tre protagonisti, anche se affrontata in modo diverso. Brightbill, all’interno della sua stessa specie, viene alienato in quanto piccolo. Roz, come Robot, viene nominata “Il mostro” dal resto degli animali, vista la sua stazza, la sua forza,e la mancanza di componenti “animali”. Fink è invece un animale che soffre la solitudine, in quanto i suoi istinti da predatore, ma anche da preda, non gli permettono di sviluppare dei rapporti a lungo termine. Tuttavia, la forza dei tre, risiederà proprio nell’accettare queste differenze.
Il cambiamento climatico
Il film non viene inserito in un contesto storico o luogo geografico preciso. Tuttavia, per un breve istante, durante la migrazione delle oche, verrà mostrata un’immagine ricca di significato: il Golden Gate Bridge sommerso dall’acqua. Il ponte in questione, uno dei simboli più importanti degli Stati Uniti, infonde un senso di realtà e di pericolo.
L’innalzamento dei mari è una minaccia vicina, ma il film la porta al suo livello più estremo, dove gli umani sono costretti a ritirarsi nell’entroterra, lasciando spazio alla natura e ai nuovi spazi concessi ad essa.
La natura umana
Sebbene la tecnologia e la natura possano essere visti come due lati opposti su uno spettro, con l’essere umano che funge da collegamento, il film dimostra l’esatto contrario. Roz è capace non solo di adattarsi alla “società” che trova nell’isola senza alcun aiuto, ma pone nei confronti di tale società un enorme rispetto, ascoltando e comprendendo i bisogni di tutti coloro che ne fanno parte.
In questo bellissimo rapporto, l’uomo si posiziona invece come unico ostacolo, impedendo ai due di vivere in armonia, arrivando persino a distruggere una parte dell’isola per riprendere il controllo di Roz. Questa però avrà acquisito a quel punto una sua coscienza, trovando in sé una componente che la sua programmazione non aveva previsto: un cuore e con esso tutti i sentimenti.
La gentilezza come metodo di sopravvivenza
Il messaggio ultimo del film è sicuramente quello della gentilezza. Nei momenti di maggiore difficoltà gli animali comprenderanno che l’istinto naturale non basterà a salvarli. La scena della bufera di neve, che rimanda anche al tema del cambiamento climatico, ne è un esempio perfetto. Proprio come Roz talvolta bisogna “riprogrammare” la propria scheda madre, opponendosi alla natura qualora necessario, per uno scopo più grande.
Q&A
Alla prima mondiale di The Wild Robot, questo 22 settembre a New York, era anche presente Jeff Hermann, il quale ha risposto ad alcune domande poste dagli spettatori.
Hermann si è soffermato sulla tecnica d’animazione utilizzata, in quanto unica nel suo genere. In particolare, il produttore spiega:
“Opere d’arte arricchite da spesse pennellate hanno avuto modo, grazie alla tecnologia, di essere immediatamente trasformate in scenari animati. “
Il film è da lodare, per la qualità e la paesaggistica presente al suo interno. L’idea è quella di creare un’opera d’arte in continuo movimento, e dalle poche immagini presenti nell’articolo, si comprende perfettamente questa intenzione.
Hermann ha parlato poi dell’importanza della colonna sonora.
“La musica agisce come un personaggio. I dialoghi tra i vari personaggi sono pochi e abbiamo quindi deciso di dare un ruolo portante alla colonna sonora”.
Il produttore conclude infine con un’osservazione tanto bella quanto malinconica. Egli chiede al pubblico:
“Come mai gli esseri umani non sono presenti in una storia che ci insegna l’umanità?”
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Il Robot selvaggio-The Wild Robot
Anno: 2024
Durata: 101'
Distribuzione: Universal Pictures
Genere: animazione
Nazionalita: USA
Regia: Chris Sanders
Data di uscita: 26-September-2024
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