‘Il segreto di Liberato’, quando il doc da solo non basta

Dal 19 settembre, dopo essere passato brevemente in sala, è disponibile su Netflix il film Il segreto di Liberato, diretto da Francesco Lettieri assieme a Giorgio Testi, Giuseppe Squillaci e Lorenzo Ceccotti. Un viaggio nella vita e nella musica del misterioso cantante napoletano che mischia assieme linguaggi differenti, dal documentario all’animazione, cercando di ricomporre il ritratto di un artista imprendibile.

‘Il segreto di Liberato’: la trama

La storia del misterioso cantante e compositore Liberato, dalla passione per la musica tra i banchi di scuola alla relazione con la mangaka Lucia, dagli eventi improvvisati con decine di migliaia di persone al concerto allo stadio Maradona. Nel mezzo, il sodalizio con il regista Francesco Lettieri – che firma il videoclip virale di “Nove maggio” e, poi, tutti i successivi –, il rapporto indissolubile con la città di Napoli e un successo inarrestabile che pare paradossale, tra anonimato e sentimenti universali.

Mitologie di ieri e di oggi

È un segreto che affonda le sue radici nella storia stessa di Napoli, quello di Liberato. Un mistero legato a doppio filo a una città e a una cultura che dei suoi segreti (“’o sang’ ‘e San Gennaro, ll’ov’ sott’ ‘o Castiell’, ‘o Munaciell’, l’aneme pezzentell’, Pulecenell’…”, spiega, in voice over, lo stesso cantante) ha saputo fare una vera e propria mitologia. Inevitabile allora che anche l’imprendibile artista di Materdei, uno che ha elevato l’anonimato a scelta artistica e di vita, finisse a far parte di questo immaginario partenopeo, saturandolo fino a riscoprirne l’essenza.

Perché Liberato, nel suo essere moderno e tradizionale al tempo stesso, ricercato e popolare, ha saputo modellare quella napoletanità senza pervertirla, rinnovarla senza parodiarla, facendola uscire dai confini regionali e facendone emergere i sentimenti universali nascosti sotto la sua superficie.

Tra testimonianza e origin story

È questa abilità, questo “superpotere” che Francesco Lettieri, sodale di Liberato dal 2017, dai tempi del videoclip “Nove maggio”, vuole allora raccontare. E come per ogni supereroe che si rispetti si serve di una origin story per farlo, costruendo il controcanto sognante e in versione smaccatamente “anime” di un doc decisamente anomalo.

È così che la biografia animata (curata da Giuseppe Squillaci e Lorenzo Ceccotti, in arte LRNZ) e forse immaginata del giovane artista napoletano si accompagna alla cronaca puntuale – gli inizi improvvisati, i videoclip, i primi concerti, fino al tour europeo del 2023 – di un successo sui generis e per niente scontato. Un viaggio dove il documentario (tra le “teste parlanti” anche Calcutta e lo stesso Lettieri) finisce col negare se stesso, stemperandosi in una narrazione romanzata in cui i formati, mischiandosi, perdono di senso, fino a seguire solamente la grammatica tutta umana delle emozioni.

Un racconto ibrido

Attraverso un racconto insolito, ibrido, quasi un whodunit irrisolto, gli autori trovano così forse il modo migliore per raccontare una storia per forza di cose anomala. La scalata al successo di un individuo che il successo e la visibilità pare aver sempre rifuggito. Una storia dove lo svelamento del mistero (anche qualora fosse “un segreto di Pulcinella”), ovvero l’identità dell’artista, non conta mai davvero. Ma che in quel cortocircuito tra realtà e finzione, cronaca e invenzione, svela più del previsto (la rivelazione, quasi wellesiana, sull’origine del nome), guardando dove non ci saremmo mai aspettati di vedere nient’altro che un’ombra.