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‘La ragazza con la pistola’: l’onore rappresentato da Monica Vitti

Disponibile su MUBI 'La ragazza con la pistola' di Mario Monicelli, una commedia all’italiana con Monica Vitti

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La ragazza con la pistola

Del 1968, La ragazza con la pistola di Mario Monicelli è una commedia all’italiana disponibile su MUBI che riprende il topos di quell’altrove siciliano fatto di esotica passione e onore. Assunta Patané, donna del sud, (Monica Vitti) è ambasciatrice di una cultura che nel film di Monicelli si confronta con una realtà che le è opposta: il ’68 londinese.

‘La ragazza con la pistola’: dalla Sicilia a Londra

Assunta Patané è una giovane siciliana rapita dal compaesano Vincenzo Macaluso; l’uomo in realtà nei suoi piani aveva il sequestro di un’altra donna con cui, successivamente, avrebbe voluto passare la notte. Assunta però è sempre stata innamorata di Vincenzo e per questo si concede a lui. I due passano una notte d’amore ma la mattina dopo Assunta si ritrova nel letto da sola: Vincenzo è fuggito a Londra per evitare di doversi impegnare con la ragazza in un eventuale matrimonio riparatore. Assunta a questo punto è disonorata: per ripulire la sua reputazione e ripristinare l’onore della sua famiglia deve uccidere Vincenzo. La giovane, armata di una pistola, decide di partire anche lei per Londra alla ricerca dell’uomo.

Ne La ragazza con la pistola il personaggio di Assunta è il fulcro di tutta la storia. La siciliana, con quel suo cappotto di pelle indossato per le strade di Londra, si trasforma in una tenace quanto improbabile femme fatale. Monica Vitti si cala perfettamente nella maschera caricaturale della donna siciliana figlia di un determinato tipo di ambiente culturale; Assunta si confronta con un mondo più grande, che si presenta essere l’opposto di ciò che ha sempre conosciuto. 

“Italiana?”, “Siciliana.”

La ragazza con la pistola

La mentalità della protagonista è lontana dalla mentalità inglese, come lo è da quella italiana. Emblematico lo scambio di battute quando ad Assunta è chiesto se fosse italiana: “siciliana”, risponde lei. Si snoda quindi un’autoghettizzazione che mette in luce quanto il film di Monicelli sembri più di ogni altra cosa rappresentare la Sicilia, non l’Italia, una siciliana, non un’italiana. E in tutto questo, Londra diventa proprio un laboratorio in cui constatare l’assurdità di quella retorica meridionale che ha nell’onore il suo punto cardine.

Assunta fatica ad amalgamarsi nella metropoli, si scontra contro usanze, abitudini e modi di essere totalmente estranei a lei, ad esempio l’omosessualità. D’altro canto è anche lei stessa a venire messa in discussione, tanto che a un certo punto viene definita addirittura come una “selvaggia”, per come invoca un discorso che dovrebbe permetterle di utilizzare la violenza nei confronti di Vincenzo. La “questione d’onore” è concetto che, qui più che mai, diventa un qualcosa di astratto e flebile, come se fosse una superstizione.

Ed è proprio come una fervente superstiziosa che Assunta appare agli occhi stranieri, una superstiziosa che ha in sé ignoranza e innocenza. Per questo, il personaggio della Vitti a volte è anche oggetto di una bonaria derisione da parte dello spettatore come da parte dei vari inglesi con cui interagisce. Il film di Monicelli affronta queste tematiche con leggerezza, ma anche con grande consapevolezza e lucidità.

L’emancipazione dalla violenza

la ragazza con la pistola

La ragazza con la pistola pone sullo sfondo i vari moti giovanili di fine anni Sessanta proprio come contraltare al personaggio di Assunta. Londra sta attraversando un processo che vede la gioventù lottare per diritti come l’emancipazione del genere femminile, un tema che lungo il film si snoda attraverso le vicende della giovane siciliana che appunto, proprio da femme fatale, si ritrova a essere inconsapevolmente il personaggio più coriaceo del film, più di ogni uomo. 

Nonostante ciò la donna si sminuisce continuamente in ogni occasione in cui salta fuori un paragone tra la forza di un uomo e la forza di una donna; le gag, fondate su queste incongruenze, sono divertenti e mettono in risalto proprio l’assurdità di una donna forte che si proclama, con convinzione, debole.

Per questo il film si legge anche come viaggio satirico che, in  un percorso lungo 102 minuti, porta all’emancipazione dalla sicilianità violenta e dal concetto di uomo come unico genere forte. Il personaggio di Assunta sbaglia, evolve e migliora in maniera fluida, spontanea. Grande merito va a Monica Vitti che si esprime in una maniera che, se per caso si è abituati alla diva modernista di Antonioni, risulta essere inedita. L’attrice, insieme a un altrettanto bravo ed esilarante Carlo Giuffré, splende di luce propria, elevando La ragazza con la pistola a film cult.

La ragazza con la pistola

  • Anno: 1968
  • Durata: 102'
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Mario Monicelli

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