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‘The Money Game’: l’amore per il gioco e il gioco dei soldi

Approda su Prime la docu-serie che segue la vita di sei studenti-atleti della Louisiana State University adesso liberi di monetizzare tramite la loro immagine. Le nuove regole del NIL hanno compromesso il panorama sportivo universitario?

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“Per decenni, l’atletica universitaria è stata un’industria da miliardi di dollari. E per più di un secolo, agli studenti atleti che guidavano l’industria è stato proibito di ricevere alcun compenso. Il 1° luglio 2021, una sentenza storica della Corte Suprema ha capovolto il sistema.”

Così il regista Drea Cooper apre il primo episodio di The Money Game, la nuova docu-serie di produzione Amazon Studios disponibile dal 10 settembre su Prime Video in streaming in lingua originale. Un testo che compare sulla schermata iniziale, mentre già si alternano sullo sfondo le prime immagini del campus della Louisiana State University, ad introdurre quello che sarà il fil rouge della miniserie da sei episodi.

La trama di The Money Game: dietro le quinte della NIL Rule

Il documentario segue la vita di sei studenti e atleti universitari di spicco della LSU in seguito ad una decisione storica per lo sport statunitense: la regolamentazione della NIL Rule, ovvero la regola della NCAA (National College Athletic Association) che proibiva agli studenti-atleti di trarre profitto dal proprio Name, Image and Likeness tramite accordi con terze parti.

Se, infatti, fino al 2021 agli studenti era vietato accettare proposte di collaborazione da parte di brand nonché essere atleti professionisti mentre gareggiavano nella NCAA, e l’Università era l’unica a beneficiare dell’industria atletica, con la nuova sentenza i giovani possono gestire la monetizzazione che deriva dal proprio nome e dalla propria immagine.

Il regista punta i riflettori sulle ripercussioni del nuovo assetto sulla vita dei sei atleti Olivia Dunne (ginnasta), Jayden Daniels (stella del football), Alia Armstrong (atleta), Angel Reese, Flau’jae Johnson e Trace Young (assi del basketball), ad oggi fra i più pagati nel mondo degli sport universitari, alle prese con un grande cambiamento.

Oltre al racconto diretto dei protagonisti visibilmente a proprio agio di fronte alle telecamere, arricchito dai commenti dei dirigenti scolastici, dei coach sportivi e di alcuni familiari, Cooper segue gli studenti sul campo d’allenamento così come in casa regalando piccoli scorci di vita quotidiana.

Quasi senza accorgersene, dal primo all’ultimo episodio, lo spettatore è chiamato anch’egli a riflettere sulla questione che è il punto focale della serie: gli accordi NIL, che hanno trasformato gli studenti-atleti in celebrità e milionari, sono una vantaggiosa opportunità o, al contrario, la rovina del panorama sportivo universitario?

Gli atleti universitari da semplici studenti a imprenditori

La docu-serie riesce nell’intento di portare su schermo la prospettiva di chi le regole del NIL le vive da vicino e ha sperimentato i cambiamenti sulla propria pelle. Affacciandosi sui loro entusiasmi, difficoltà, dubbi e paure lo spettatore viene proiettato nell’affascinante mentalità degli atleti che siamo abituati a vedere centrati e performanti ed entra in sintonia con la loro dimensione più umana.

“Molte volte vediamo questi atleti da un solo punto di vista: sono filtrati dai media”

ha dichiarato Cooper in un’intervista per ClutchPoints.

Il pericolo del denaro

Improvvisamente liberi di firmare contratti di sponsorizzazione a sei cifre, gli studenti si ritrovano ad essere imprenditori e ancor prima star dei social network, con milioni fra le mani e un pubblico nuovo da gestire.

It’s the wild wild west” è l’espressione che si sente ripetere più volte nel corso del primo episodio da alcuni commentatori in riferimento al fatto che il NIL stia avanzando nient’altro che caos. Se prima gli atleti giocavano per il piacere di giocare, molti temono che venendo retribuiti possano perdere la loro autenticità. O ancora, alcuni di loro non si sentono in grado di gestire la pressione di un lavoro che rischia di distrarre dall’impegno scolastico e, soprattutto, sportivo, come confessa apertamente Armstrong mentre si rivolge ad un aiuto esterno per la gestione del suo business.

Tuttavia, a sentire la coach ex cestista Kim Mulkey, le nuove regole non sembrano influenzare in alcun modo la sua squadra e a giudicare dal sorriso raggiante del quarterback Jayden Daniels, che è stato in grado di sfruttare a proprio vantaggio il NIL e pure di ottenere un importante contratto con la NFL, il nuovo assetto sembrerebbe tutt’altro che dannoso.

“È chiaro come il denaro possa ovviamente complicare le cose. Quello che volevo davvero capire era se l’amore per il gioco e il gioco dei soldi potessero coesistere”

ha precisato il regista.

Taylor Jacobs, collaboratrice delle iniziative strategiche NIL, dice la sua nel finale di serie rispondendo alla domanda che muove l’intero progetto di Cooper: l’amore per il gioco e il gioco dei soldi possono coesistere? La risposta, da parte sua, è affermativa: “The love of the game and the money game I do believe they can coexist”.

La soluzione del dilemma di The Money Game

Il regista lascia al pubblico la sentenza definitiva sul dilemma che, come tutte le situazioni, può essere un’arma a doppio taglio. Tutto sta nel saperla gestire. D’altronde, come ribadisce il direttore atletico della LSU Scott Woodward, citando Machiavelli:

“In chaos, there is opportunity”

The Money Game

  • Anno: 2024
  • Durata: 6 episodi
  • Genere: Docu-serie
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Drea Cooper
  • Data di uscita: 10-September-2024

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