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Focus Italia

‘Trifole – Le radici dimenticate’ Un drama-adventure internazionale

Il secondo lungometraggio di Gabriele Fabbro, interpretato da Umberto Orsini, Ydalie Turk e Margherita Buy

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Trifole - Le radici dimenticate

Gabriele Fabbro, dopo il successo di The Grand Bolero, torna dietro la macchina da presa per dirigere il suo secondo lungometraggio, Trifole – Le radici dimenticate. Il film è stato realizzato con il sostegno di Film Commision Torino Piemonte.

Emozionante avventura ambientata nel modo del tartufo bianco. Al cinema a partire dal 17 ottobre con Officine UBU.

La trama di Trifole – Le radici dimenticate

Dalia, una giovane ragazza cresciuta a Londra senza motivazioni né aspettative per il futuro, viene mandata dalla madre in un paesino nelle Langhe. Qui deve  prendersi cura del nonno Igor, con la speranza che la vita rurale aiuti la ragazza a trovare la sua strada. All’arrivo Dalia scopre che il nonno, la cui salute peggiora di giorno in giorno a causa della demenza senile, ha ricevuto una notifica di sfratto dovuta all’espansione delle aziende vinicole locali, che sperano di impossessarsi della terra un tempo destinata ai cacciatori di tartufi. Per trovare in poco tempo una somma di denaro sufficiente per pagare la casa, Igor decide di condividere i segreti dei trifolai con la nipote e di mandarla nei boschi assieme alla cagnolina Birba, alla ricerca di un grande tartufo bianco, in modo da salvare, con il suo valore inestimabile, la loro casa.

Le parole del regista

Il nuovo film di Gabrielle Fabbro, interpretato da Umberto Orsini, Ydalie Turk e Margherita Buy, è un drama – adventure dal respiro internazionale. Una storia di ricongiungimento familiare e delle riscoperte delle proprie radici, ambientata nelle Langhe, la terra del Tartufo Bianco d’Alba. Oltre al cast principale, hanno preso parte al film Enzo Iacchetti, Frances Sholto Douglas, Francesco Zecca e Ludovica Mancini.

Trifole – Le radici dimenticate ci immerge nella natura, nei colori e nella poesia di un territorio unico. È un inno alla riscoperta delle tradizioni, delle proprie radici e dell’amore familiare, custodi di un’eredità da tramandare all’insegna del rispetto e della cura nei confronti della natura che ci circonda.

“Come regista e sceneggiatore, il mio scopo è portare al cinema piccole storie originali di persone ai margini, di comunità e tradizioni italiane che stanno scomparendo e presentarle al pubblico di tutto il mondo in modo magico, per indurlo ad appassionarsi a questi mondi.”

Sono queste le parole del regista Gabriele Fabbro che sottolinea anche la volontà di narrare un’avventura visivamente dinamica e dal tono unico.

La produzione di Trifole – Le radici dimenticate

Con il suo profondo legame con il territorio, per la portata degli attori, per la storia e il taglio di regia internazionale, Trifole – Le radici dimenticate vuole essere una sorta di manifesto per il sistema culturale delle Langhe e dell’Italia.

Per questo la produzione ha cercato e trovato fin dall’inizio una serie di sinergie con il territorio su vari fronti e Trifole – Le radici dimenticate conta sul supporto per la comunicazione, il lancio e la promozione in Italia e negli Stati Uniti da parte di alcune Istituzioni chiave delle Langhe: Torino Piemonte Film Commission, i Comuni di Alba e di Somano, l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, l’Ente Fiera di Alba, il Centro Nazionale Studi Tartufo, l’Associazione Commercianti Albesi, il Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani, l’Enoteca Regionale Piemontese Cavour e la Fondazione Radici.

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