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‘Il magico mondo di Harold’: dalla pagina allo schermo

Una storia di adulti non cresciuti e di bambini maturi.

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Dopo essersi distinto nel cinema d’animazione grazie a film come L’era glaciale (Ice Age, 2002), il regista Carlos Saldanha approda al live-action con Il magico mondo di Harold (Harold and the Purple Crayon, 2024). Questa commedia fantasy è basata sul famoso libro illustrato per l’infanzia Harold e la matita viola (1955) di Crockett Johnson. Vede Zachary Levi e Zooey Deschanel come protagonisti e arriva nelle sale italiane il 12 settembre grazie a Eagle Pictures.

Dalla pagina all’animazione

Il magico mondo di Harold non è esattamente la trasposizione del libro al quale si ispira, bensì un suo prolungamento. Il piccolo Harold letterario era in grado di costruire un mondo in cui agire grazie all’uso di un pastello viola. Sulle pagine bianche del libro – che erano anche il mondo di Harold – il bambino creava tutto ciò che desiderava e di cui aveva bisogno, dalla luna agli amici Alce e Porcospino. Il mondo letterario di Harold conosce solo, oltre al rosa della sua pelle e al blu della sua tutina, il bianco dello sfondo e il viola del tratto. Questo mondo è stato trasposto in un cortometraggio animato del 1959 diretto da Norman Rose, e sempre da questo mondo il film di Saldanha prende le mosse.

Dall’animazione alla realtà

Il mondo del piccolo Harold è di sole due dimensioni ma, in un certo senso, ce n’è anche una terza: non la profondità, bensì il tempo che scorre. All’incipit, che mette in movimento le essenziali illustrazioni di Crockett Johnson, segue una nuova sequenza animata. Harold è cresciuto, i suoi amici Alce e Porcospino sono sempre con lui e il loro mondo viola si è espanso grazie all’immaginazione del ragazzo. Ad accompagnare le immagini e le avventure di Harold c’è da sempre la voce narrante de “il vecchio” (Alfred Molina), che però smetterà di farsi sentire. Preoccupati, Harold, Alce e Porcospino decideranno di attraversare una porta, disegnata dal protagonista stesso, per approdare nel mondo reale e ritrovare colui che ha creato la loro realtà.

Nel mondo (stra)ordinario

Come accade alla cartoonesca Giselle (Amy Adams) di Come d’incanto (Enchanted, Kevin Lima, 2007), aperto il portale, i tre protagonisti attraversano uno spazio indefinito che li immergerà nel mondo reale.

Se per lo spettatore il mondo straordinario è quello disegnato da Harold, per i protagonisti lo è l’ordinaria cittadina americana in cui sono finiti. Una volta arrivato, Harold (Zachary Levi) dovrà fare i conti con cosa vuol dire essere in possesso di un corpo umano e vivere in un mondo in profondità. Alce (Lil Rel Howery) e Porcospino (Tanya Reynolds), invece, dovranno anche prendere dimestichezza con le loro sembianze umane.

Alla ricerca del narratore

Harold ha portato con sé il suo pastello viola, e tutto ciò che disegnerà nella realtà diventerà concreto. Ma se Harold era adulto nel suo mondo, in quello reale sembra invece abbia bisogno di imparare tutto, proprio come un bambino. Codice della strada incluso. Dopo aver creato una bicicletta, Harold e Alce si mettono in strada per andare alla ricerca del narratore. È lì che, viaggiando contromano, saranno investiti dall’auto guidata da Terri (Zooey Deschanel). Il suo giovane figlio, Mel (Benjamin Bottani), che ha perso il padre, si affezionerà ad Harold e alla sua causa, convincendo Terri ad aiutarlo. Complicherà le cose il bibliotecario Gary (Jemaine Clement) che, conoscendo il libro dal quale Harold proviene, cercherà di impossessarsi del suo pastello per ottenere ciò che non riesce ad avere.

Le età dell’animazione

Il magico mondo di Harold non è un film dalla scrittura e dall’intreccio complessi; anzi, a tratti risulta un po’ troppo ingenuo persino per il target al quale si rivolge. Nonostante questo, si tratta di una pellicola interessante per diverse ragioni. Nasce da un libro illustrato, che è già stato animato per la prima volta sullo schermo nel 1959. Il magico mondo di Harold non cancella questo passaggio, bensì lo ingloba e lo espande fino ad approdare nel mondo reale dove si inserisce, invece, la CGI dei personaggi fantastici ai quali Harold e Mel danno vita. Nonostante la semplicità del viaggio degli eroi di Saldanha, questa pellicola riporta al suo interno un percorso che, in estrema sintesi, è stato quello del cinema d’animazione. Prima di questo film, la possibilità di contaminazione tra le dimensioni era già stata esplorata da altri di culto come Tron (Steven Lisberger, 1982) e Chi ha incastrato Roger Rabbit (Who Framed Roger Rabbit, Robert Zemeckis, 1988).

Adulti o bambini?

In virtù della sua differente natura Harold appare, quindi, un bambino nella pelle di un adulto nel momento in cui approda nel mondo reale. Non è la prima volta che Zachary Levi interpreta un personaggio del genere. Infatti, Harold sembra riecheggiare lo Shazam che l’attore ha impersonato nel film omonimo (David F. Sandberg, 2019). Ma se il protagonista ha dei buoni motivi per risultare infantile, questa tendenza sembra propria anche dell’antagonista Gary. Il bibliotecario, infatti, sogna di raggiungere la celebrità col suo romanzo fantasy che viene costantemente rifiutato dalle case editrici. Per Gary, il mondo fantastico creato dalla sua mente è quello dove rifugiarsi per essere l’uomo che non è. In un contesto dove le figure adulte risultano mediocri, tocca ai bambini – in questo caso a Mel – “essere adulti”.

Di storie di adulti non ancora cresciuti e bambini maturi il cinema (soprattutto statunitense) è saturo. Non sarebbe forse ora di farli crescere?

Dov’è l’immaginazione?

Il magico mondo di Harold è un film che intrattiene il suo pubblico e comunica adeguatamente la morale della storia. Ma è sufficiente? Il libro al quale si ispira è stato per generazioni un inno allo sfogo dell’immaginazione e della creatività. L’infanzia è il periodo in cui queste attitudini possono trovare grande nutrimento. L’Harold letterario usa un pastello viola per creare un mondo, mentre spesso i numerosi linguaggi che compongono il cinema sembrano non bastare per generare realtà immaginifiche.

Ciò non vuol dire che la visione de Il magico mondo di Harold lascerà grandi e piccoli spettatori insoddisfatti. Piuttosto, si uscirà dalla sala consapevoli che, al cinema, c’è ancora molta strada da percorrere. O, più precisamente, da disegnare.

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