Negli ultimi anni, il cinema francese sta emergendo sempre di più grazie alla sua attenzione alle tematiche sociali e Sirene (Sirènes), co-scritto e diretto da Adeline Picault, ne è la conferma. Disponibile su Prime Video, il film riunisce le attrici Alice Pol e Shirine Boutella in una commedia d’azione dal taglio femminista e moderno. Il progetto ha coinvolto un team di sole donne per svolgere diversi ruoli chiave, tra cui scrittura, produzione, regia, scenografia e casting.
Sirene segue le indagini di due poliziotte insolite che, unite dalla necessità di collaborare, devono catturare un serial killer che semina il terrore a Nizza. Il film mescola tensione e commedia, esplorando la dinamica tra le due protagoniste mentre si scontrano e imparano a lavorare insieme. La trama offre una miscela di suspense, umorismo e azione, sullo sfondo della splendida Riviera.
Il film si apre con una scena memorabile: la capitana di polizia Alison Flesh (Alice Pol) non è in uniforme, ma in costume da bagno, impegnata in un arresto sulla sua moto d’acqua. Audace e senza complessi, Alison è più spesso vista alla guida della sua Peugeot rossa vintage (con volante decorato da una stampa leopardata) che nei corridoi della centrale di polizia.
Inseguendo un serial killer, Alison si allea con Leïla Balani (Shirine Boutella), una criminologa parigina appena trasferita a Nizza per un periodo di prova. Leïla è rigorosa e metodica, molto attenta ai protocolli e poco incline alle improvvisazioni sul campo. Le due poliziotte, totalmente opposte, creano un contrasto esplosivo: una è estroversa ed eccentrica, l’altra è maniacale, impacciata e insicura.
In questo cast caotico, appare anche Ramzy Bedia nel ruolo di un commissario un po’ spaesato.
Un titolo profondo… ma sprecato
Il titolo Sirene è simbolico e polisemico, richiamando sia la mitologia femminile sia il mondo della polizia, storicamente molto maschile e, in questo caso, anche misogino. Il film è un ibrido tra thriller poliziesco e commedia, funzionando meglio nel secondo genere che nel primo. Gran parte del suo successo si deve al fascino del duo femminile protagonista. Sebbene non rivoluzioni il genere del “buddy movie”, potremmo definirlo come una commedia d’azione femminista dal tono decisamente contemporaneo. Specialmente perché, mentre collaborano per catturare il serial killer, Leïla sviluppa un interesse per Céline Coccia (Natacha Lindinger), un medico esperto coinvolto nel caso. Peccato che non riesca a imporsi né come commedia né come poliziesco, oscillando tra momenti eccessivamente seri e altri completamente insensati.
Sirene, è troppo azzurro e lungo per me
Girato principalmente a Nizza, Sirene sfrutta appieno la città per creare l’atmosfera vivace della pellicola. La Costa Azzurra, con i suoi paesaggi soleggiati, il mare cristallino e i saturati colori mediterranei, contribuisce a dare al film un’ambientazione fresca e autentica.
Nonostante l’idea di un serial killer a Nizza fosse promettente, il risultato è un miscuglio mal riuscito tra un film e un telefilm di bassa qualità, con un finale che sembra essere stato scritto durante le riprese, senza un vero senso di direzione. Il duo di protagoniste, Alison Flesh e Leïla Balani, non funziona a causa della mancanza di alchimia tra le attrici e i tentativi di comicità risultano prevedibili o completamente falliti. La regia di Adeline Picault, già criticata per il film T’as Pécho? (2020), non offre nulla di innovativo o interessante. Nonostante qualche scena vagamente divertente, Sirene non riesce mai a trovare il giusto equilibrio tra serietà e comicità, risultando un’esperienza noiosa e priva di spessore.
In conclusione, Sirene si presenta come un film con buone intenzioni, ma alla fine non riesce a lasciare un segno duraturo. La combinazione di elementi di suspense e commedia, purtroppo, non riesce a raggiungere il potenziale sperato, risultando in un’opera che delude le aspettative. Se siete fan del genere o appassionati del duo di protagoniste, potreste trovare alcuni momenti di intrattenimento, ma in generale il film non riesce a brillare come avrebbe potuto.
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