La serie tv thriller di otto episodi, diretta da Luca Bizzarri e Tommaso Caperdoni, è stata rilasciata a febbraio su Amazon Prime Video e segue tre adolescenti aretini alle prese con un misterioso caso di aggressioni.
Realizzata con un budget piuttosto limitato (120 mila euro), La serie tv indipendente presenta alti e bassi tecnici, a partire da una fotografia rustica che non sempre sembra avere un vero e proprio stile, fino ad arrivare alla sceneggiatura, la quale apre numerose sotto trame senza però approfondirle sufficientemente.
Nonostante qualche difetto comprensibile, Rumors – La casa brucia, si presenta in ogni caso come un progetto interessante e ammirevole, visti soprattutto i mezzi limitati rispetto alle grandi produzioni. La serie spinge, infatti, lo spettatore a proseguire la visione, riuscendo a coinvolgerlo e a catturarne l’attenzione.
Rumors – La casa brucia: La storia
I protagonisti sono tre giovani aretini, Marco (Tommaso Bocconi), Lidia (Valentina Bivona) e Sofia (Gaia Ria), le cui strade si intrecciano inevitabilmente al ritorno di Marco nella sua città natale. I tre si trovano coinvolti nelle aggressioni che scuotono la città e, spinti da motivi diversi, decidono di investigare sulle vicende portando luce sull’”Ordine”, un’organizzazione segreta a metà tra una setta religiosa e una loggia massonica, che tiene in mano la città di Arezzo.
Nel corso degli episodi vengono rappresentate in modo efficace, le sfide e i drammi dei singoli personaggi in relazione alle proprie storie e famiglie; sullo schermo vengono mostrati dei giovani appartenenti alla Generazione Z: veri, crudi e, spesso, impulsivi. Si percepisce bene il desiderio di raccontare chi siano i giovani d’oggi, considerando anche che Rumors – La casa brucia è un progetto quasi interamente realizzato da under 30.
Marco (Tommaso Bocconi) è un aspirante fotografo che ha lasciato tutto per inseguire il proprio sogno. In lui si percepisce il peso di tale scelta e la necessità di ottenere risultati concreti. Al suo ritorno ad Arezzo lo accoglie la freddezza di una famiglia che quasi non conosce più; forse proprio questo lo accomuna a Lidia (Valentina Bivona): la mancanza di un sostegno familiare. Lidia, che a differenza sua non si è mai allontanata da Arezzo, ha un doppio lavoro per mantenere i genitori e la sorella, agli occhi dei quali è totalmente invisibile. Vedremo sgretolarsi il muro di freddezza e rabbia dietro cui nasconde le sue vere emozioni, grazie soprattutto all’amicizia con Sofia (Gaia Ria), una colta studentessa di Lettere Antiche che sceglie di seguire i propri studi con la massima dedizione, mettendo il futuro al primo posto.
Rumors – La casa brucia: il trailer ufficiale
Gli aspetti tecnici della serie tv
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, si nota come il montaggio, parallelamente alla linea narrativa, sia estremamente dinamico; con una macchina da presa sempre in movimento; tuttavia, questo genera in certi momenti una confusione non necessaria allo sviluppo narrativo e talvolta superflua.
A fare da sfondo alle vicende, la città di Arezzo, ripresa con uno stile che ricorda quasi il cinema neorealista italiano, permettendo allo spettatore di assaporare le strade e la quotidianità della città.
Punto debole della serie è la recitazione, con un cast nuovo e fresco, forse un po’ troppo acerbo per il piccolo schermo, che non sempre riesce a restituire la naturalezza visivamente trasmessa dai registi. È però necessario menzionare la performance di Marco Benelli (Lars), grande eccezione che spicca tra il resto del cast, capace di coinvolgere lo spettatore dalla prima all’ultima puntata.
Nel complesso, questo si presenta come un progetto piuttosto ambizioso, data anche la limitata disponibilità economica, che ha visto la collaborazione dell’intera città di Arezzo, per i luoghi utilizzati, i costumi e addirittura le comparse. Lo spirito è quello giusto, fare cinema per passione e per amore della settima arte, coinvolgendo anche numerosi giovani in una produzione che riesce a farsi notare.
Sono evidenti la ricerca e il tentativo di unire quanti più linguaggi cinematografici possibili per rendere il progetto variegato (l’uso del bianco e nero, le inquadrature anti-convenzionali, la doppia linea temporale…) manca solo quell’ordine che avrebbe reso più armoniosa tale sperimentazione.
In conclusione, questa serie tv presenta alcune imperfezioni tecniche, narrative e recitative, ma, facendosi forte dei presupposti con cui è stata realizzata e del grande senso di suspense e mistero che riesce a creare, è capace di interessare e coinvolgere lo spettatore, garantendo una fruizione abbastanza piacevole.