
Ieri sera ha preso il via la quarta edizione del Film Middle East Now. Ad aprire il Festival Zaytoun, il nuovo film di Eran Riklis, l’acclamato regista di opere come La sposa siriana, Il giardino di limoni e Il responsabile delle risorse umane. Ospite d’onore della serata l’attore hollywoodiano Stephen Dorff, coprotagonista del film insieme al giovane e sorprendente Abdallah El Akal.
Beirut 1982: durante il sanguinoso conflitto israelo-palestinese, poco prima dello scoppio della Guerra del Libano, un aereo israeliano viene abbattuto e il pilota, Yoni, viene fatto prigioniero. Fahed, un ragazzo palestinese rimasto orfano dopo la recente morte del padre in seguito ad un bombardamento israeliano, decide di aiutarlo a fuggire dopo essersi fatto promettere che lo porterà con sé fino al villaggio d’origine dei suoi genitori.
Il film di Eran Riklis, in concorso all’ultima edizione del Toronto Film Festival, si apre con una serie di suggestive carrellate che riprendono la corsa di un gruppo di ragazzini palestinesi attraverso una caotica e martoriata Beirut.

Zaytoun è incentrato sull’incontro/scontro/avvicinamento tra due personaggi che all’inizio non possono che odiarsi, divisi da un conflitto sanguinario che li vede su fronti opposti. Durante la loro fuga, piena di insidie e difficoltà, Yoni e Fahed imparano a conoscersi, costretti in certi casi a fidarsi l’uno dell’altro per venir fuori dai pericoli che si presentano lungo il loro cammino. Tra i due s’instaura un legame profondo, un rapporto umano capace di superare le diffidenze iniziali e l’ostilità che divide da sempre israeliani e palestinesi.
Un film on the road dai nobili intenti, portatore sano di un messaggio di pace purtroppo ancora ben lungi dal potersi realizzare in quella striscia di terra macchiata di sangue ormai da troppo tempo.
Ovvio che nel raccontare una storia di questo tipo l’autore si esponga ad alcuni cliché e ad un eccesso di sentimentalismo un po’ ruffiano, atto a coinvolgere maggiormente lo spettatore. Il classico canovaccio del nemici prima e amici poi sviluppato con mano sicura dal regista che ricorre spesso ad alcuni siparietti ironici e divertenti per mostrarci il progressivo avvicinamento tra i due protagonisti, resi brillantemente sullo schermo da Stephen Dorff e dal giovane esordiente Abdallah El Akal che duetta con innata bravura con la star hollywoodiana.
Il titolo del film in arabo significa olivo, in riferimento all’alberello che Fahed porta sempre con sé durante il suo viaggio nella speranza di poterlo piantare nel paese d’origine di suo padre.

Distribuito in Francia e Inghilterra, Zaytoun – come conferma Dorff a fine proiezione – uscirà a breve in Israele dove lui stesso si recherà per la premiere mentre dopo l’estate arriverà nelle sale statunitensi. L’attore si dice stupito in merito al fatto che il film non sia stato ancora acquistato in Italia. Per parte nostra, tristemente consci dello stato attuale della nostra distribuzione, non lo siamo affatto. Speriamo che l’anteprima, fortissimamente voluta dagli organizzatori del Middle East Now che sono stati ripagati da un incredibile successo di pubblico, serva a far trovare un distributore italiano al film girato da un regista che negli anni addietro ha riscosso un certo successo di pubblico anche qui da noi, in particolar modo con Il giardino di limoni.
Boris Schumacher