Joaquin Phoenix, al cinema con Joker: Folie à Deux, è pura immedesimazione, come è noto. Un trasformista nel corpo e nell’intreccio interiore. Eppure manca sempre qualcosa ai suoi personaggi. Un sussulto sentimentale, una vicinanza affettiva che i vari alter-ego di Phoenix non riescono proprio a mantenere, ad essere costanti nel gioco dell’amore. L’attore premio Oscar si dimostra incredibilmente realista nel mostrarci personaggi veri, diventando però del tutto allergico alla costruzione di un vero e proprio legame.
La tossicità di Commodo – Joaquin Phoenix
Nel film a cui deve forse l’inizio della sua carriera, ossia Il Gladiatore di Ridley Scott, Joaquin Phoenix è Commodo, il figlio erede al trono dell’imperatore Marco Aurelio. Il suo essere il cattivo della storia, la sua sete di sangue verso l’eroe puro del personaggio di Russell Crowe, mettono comunque in luce il profilo affettivamente meschino di Commodo. Considerato un inetto dal padre in vita, fa di tutto per comprare i sentimenti tramite il potere. La sua ricerca spasmodica di consenso è la fortuna del film-cult. L’opposizione valoriale, bene e male, è assolutamente evidenziata. Come del resto l’isolamento dalle emozioni di Commodo. Phoenix uccide il padre non solo per avere il trono ma in primis per essere al centro degli affetti del potere.
Prova a conquistarsi l’amore del popolo con i giochi dei gladiatori. Ma la folla inneggia al vero Re. L’eroe Massimo Decimo Meridio, sopravvissuto alla tragedia della vita e pronto ad abbracciare il suo destino. Commodo invece, per quanti sforzi faccia attraverso il potere, è un imperatore a metà. Odiato, ritenuto un inetto da Roma. E anche nella morte non ottiene gli affetti che ha disperatamente bramato ma mai meritato. Mentre Massimo viene sollevato e portato fuori dal Colosseo con tutti gli onori, Commodo giace da solo nell’arena.
Quando l’amore brucia l’anima – Joaquin Phoenix
Nella seppur sublime interpretazione di Johnny Cash, la difficoltà maggiore di Joaquin Phoenix è rappresentare la fragilità del cantautore americano. Un biopic che si presta a raccontare cadute e risalite del personaggio musicale in questione. Il Cash di Phoenix ripercorre la sua dolorosa infanzia, la rivalità con Elvis e il baratro dell’autodistruzione per mezzo di droghe e alcol. Phoenix dovrebbe rinascere, e lo fa attraverso la sua co-partner femminile, June Carter, interpretata da Reese Whiterspoon. Unica donna della sua band, prima amica e poi amante. L’interpretazione di Phoenix è di molto condizionata dalla scrittura che di Cash Mangold fa il regista del film.Quando l’amore brucia l’anima mira a ricostruire la figura del personaggio storico complicato e bloccato dal passato o dalle circostanze. Attraverso qualcosa. E questo qualcosa è l’amore per June. In Phoenix/Cash c’è la costante ossessione di risolvere tutto con l’istituzione del matrimonio. Il musicista vive di incubi, di fallimento come marito e padre. Il Cash di Phoenix ancora una volta è nei limiti strutturali dell’amore. Non sembra amare davvero, vuole solo usare l’amore come medicina al sui non esistere. E June, la prima donna a divorziare in America, carismatica e talentuosa, inizia con Cash un gioco del rifiuto. In cui la Whiterspoon ha il controllo e Phoenix la segue facendosi dettare le regole dell’amore.
Her e Irrational Man
In Her di Spike Jonze Joaquin, Phoenix arriva quasi a liberarsi dell’incapacità relazionale, costruendo una solida iconografia dell’amore. Il suo rapporto con l’intelligenza artificiale di Scarlett Johansson sembra dare un senso all’universo vuoto e perso di Theodore. Phoenix ricrea nell’artificio, nell’irreale, la sua personale immagine dell’amore. Istaura con la tecnologia un legame, vero seppur apparente e momentaneo, che non riesce a trovare nella società. Immagine dell’amore completamente costruita quando il sentimento artificiale permette a Theodore di aprirsi alla vita e ad Amy.In Irrational Man di Woody Allen, come’era da aspettarsi, Phoenix compie una regressione sentimentale. Ma in Allen tutto si presta alla centralizzazione del singolo rispetto al rapporto a due. Joaquin Phoenix è un altro alter-ego di Woody Allen, forse più alienato del solito in quello che si potrebbe definire un Match Point che non ci crede abbastanza. Abe Lucas è un professore di filosofia in crisi esistenziale che si trasforma in giustiziere a favore di una donna disperata che rischia di perdere l’affidamento del figlio. L’amore per la studentessa Emma Stone trasforma il film nella moralità dell’amore. Cosa è giusto e cosa è sbagliato, nell’esistenza di un individuo, diventano le cifre del film e la condanna per Abe. Il sentimento di Emma Stone sembra coprire le crepe della malvagità di Phoenix. Ma nel thriller comico di Woody Allen la vera giustizia colpisce il suo alter-ego tramite il destino e un colpo di fortuna.
C’mon C’mon, Napoleon
L’immagine dell’amore si ricompone nel sublime film di Mike Mills C’mon C’mon, liberamente ispirato ad Alice nelle città di Wim Wenders. L’amore viene ricostruito da Joaquin Phoenix nel legame prima inesistente e poi stretto che si si instaura tra zio e nipote. Bambino e adulto costruiscono un sentimento attraverso le strade di New Orleans combattendo entrambi le proprie paure. Il nipote per il fantasma del padre, e il personaggio di Phoenix per quello della madre. Quasi nulla funziona invece nella seconda collaborazione tra l’attore americano e Ridley Scott nel biopic Napoleon, incentrato sul grande generale francese.Nella costruzione di inettitudine su Napoleone, Phoenix rompe l’armonia dell’amore per un’anti immagine. La sua relazione con Giuseppina si avvolge di insicurezze interiori che plasmano il percorso storico di Napoleone. Ne esce una figura debole, manipolata dalle sue ossessioni per la donna amata verso la quale ha un possesso tossico, e dalla quale si fa manipolare a sua volta. Phoenix/Napoleone è troppo concentrato nella sua ricerca di attenzioni ed esaltazioni della sua immagine pubblica, da non riuscire a costruire la sua immagine privata. Per il Napoleone di Phoenix tutto si ottiene tramite la conquista, e l’amore diviene non un sentimento ma un territorio da occupare.
Nella sua disarmante abilità da grande trasformista della recitazione, Joaquin Phoenix ha delineato un rapporto contorto e incrinato con le immagini dell’amore. Un rapporto incentrato sul desiderio dei suoi personaggi di apparire innamorati invece di esserlo veramente.