
Yann Arthus-Bertrand è il fotografo francese che con La terra vista dal cielo è diventato l’autore del libro illustrato più venduto nella storia: 3,5 milioni di copie vendute e 6 milioni di euro piovuti nelle tasche del suo artefice.
Home è il suo primo film documentario, uscito nel giugno 2009 in occasione della Giornata mondiale per l’ambiente in più di cento Paesi, contemporaneamente in sala, in tv, su Youtube e in Dvd, e costruito a partire dagli stessi ingredienti che hanno fatto del libro un successo così eclatante.
Ovvero ingenti fonti di finanziamento (sponsor come il Francois-Henry Pinault di Fnac e Gucci, Luc Besson, Bnp, France 2: una colossale e astuta forma di promozione di brand?), diffusione gratuita sulla rete e, ovviamente, quel che sta alla base del progetto: richiamare il genere umano ad una forte presa di responsabilità, mostrando come il nostro pianeta, dotato di tanta folgorante bellezza, sia malato, attaccato forse in maniera indelebile dall’avidità cieca dell’azione dell’uomo stesso.
Ripresentata a Roma all’interno d’una tre giorni organizzata al Cinema Farnese sul rapporto tra cinema ed ecologia ambientale (La Camera Verde, Roma chiama Copenaghen, 1/3 Dicembre), l’opera di Arthus-Berthrand è guidata da una voce-off che varia tra un’oggettiva documentazione dello stato di salute terrestre e una più soggettiva presa di posizione, non scevra di carica poetica e di toni polemici nei confronti di chi preferisce voltar la faccia altrove.
Lo sguardo zenitale, quasi divino, che le riprese effettuate da elicottero hanno prodotto, è tale da restituirci – nell’insolita riconquista percettiva della bidimensionalità dello schermo e nella trasfigurazione di forme e colori invisibili e inimmaginabili ad altezza umana – l’irresistibile fascino di immagini dalla perfetta fattura, concatenate con ritmo avvolgente (tra panoramiche e carrelli la macchina da presa non è mai ferma), o meglio – verrebbe da dire – seducente, ammettendo così che, pur nella più che meritoria intenzione ambientalista, il linguaggio filmico utilizzato non sia molto diverso da quello di un mega spot pubblicitario.
Salvatore Insana