‘Finalement’: il nuovo film di Claude Lelouch

Claude Lelouch dirige Finalement, nella categoria Fuori Concorso della 81 edizione del Festival del Cinema di Venezia. Nel cast: Kad Merad, Barbara Pravi, Sandrine Bonnaire e Elsa Zylberstain.

Al cinema dal 19 settembre distribuito da Europictures.

Finalement La trama

Lino Massaro (Kad Merad) è un avvocato di successo, sposato con Lèa (Elsa Zylbertain), un attrice famosa. La coppia ha due figli. Lino ha una crisi di mezza età: soffre infatti della cosiddetta Follia dei Sentimenti, una malattia degenerativa che porta al decadimento dei freni inibitori. Lino dice esattamente quello che pensa, sia che si trovi in presenza di un amico o di un estraneo; non esistono più argomenti tabù. Inoltre, crede di impersonare i panni dei clienti che un tempo ha difeso in tribunale, come ad esempio un prete scomunicato denunciato per stupro. In preda a questa follia, Lino decide di lasciare il lavoro e la famiglia e di intraprendere un viaggio per ritrovare sé stesso. 

Finalement Il pianoforte e la tromba 

Nel corso del suo viaggio senza meta il protagonista incontra alcuni personaggi, ai quali chiede un passaggio in auto. Impossibilitato a lasciare la Francia perché non ha con sé i documenti, Lino si racconta durante il tragitto, narrando di essere ricercato dalla polizia, con gli inconvenienti e le situazioni ironiche. In un mercato delle pulci acquista una tromba, uno strumento che lo ha sempre affascinato. Una sera, per trovare riparo da un violento temporale, Lino si rifugia in una stalla. Il mattino seguente fa conoscenza della proprietaria della fattoria, con la quale condivide la passione per la musica. I due suonano i rispettivi strumenti, la tromba e il pianoforte, imbastendo un piccolo concerto. Lino da quel momento riscopre l’amore: attraverso la musica trova quel desiderio di evasione tanto desiderato nella monotonia della vita quotidiana, vissuta come una prigione. Riusciranno i due strumenti a far risuonare la loro passione come in un concerto? 

 L’introspezione 

Il film sembra diviso in due parti: la prima appartiene sicuramente al genere della commedia, con equivoci e situazioni esilaranti causate da Lino che interpreta un sacerdote scomunicato o un regista di film porno e così via. La seconda invece è un viaggio senza meta alla ricerca di se stesso. Un taglio netto al lavoro, alla famiglia e a quella monotonia che contraddistingue la quotidianità.

Cosa vogliono davvero le persone? Lino nel suo vagabondare in alcune città della Francia cerca di dare risposta a questa domanda. Durante il viaggio interiore incontra persone che fanno riaffiorare episodi della sua vita, e attraverso questi, si scoprono il suo passato e le motivazioni che lo hanno portato a diventare avvocato per difendere le persone.

Nonostante la sua follia, Lino non perde mai il senso della generosità: dopo ogni passaggio in automobile ricevuto o ospitalità, non dimentica di ringraziare chi lo ha aiutato, firmandogli un assegno. 

Finalement: la musica 

La musica è sempre stata un elemento centrale per Claude Lelouch. Le melodie parlano alla parte irrazionale e sono immortali. Riescono a esprimere ciò che le parole non dicono. La musica è sempre dolce, non ferisce mai come fanno le parole. 

Ed è proprio tramite il suono della tromba che Lino riesce a ritrovare se stesso. Questo percorso permette anche di riappacificarsi con la sua famiglia materna. La musica ha grande predominanza anche nel rapporto con la figlia Barbara (Barbara Pravi), aspirante cantante, con cui spesso canta nelle scene in famiglia. Secondo il regista tutto ciò che accade nella vita è per il nostro bene. Un messaggio reso molto bene da Lino, che deve perdersi per ritrovarsi.

Un film coinvolgente e appassionante, divertente e significativo che conferma la bravura di Lelouch e quanto la musica possa essere una terapia per l’anima.