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In Sala

‘La stanza accanto’: il diritto di morire secondo Almodóvar

Pedro Almodóvar al cinema con il primo film in inglese, con protagoniste Tilda Swinton e Julianne Moore. Premiato con il Leone d’Oro è nelle sale italiane dal 5 dicembre 2024

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Pedro Almodóvar firma il suo primo film in lingua inglese. La stanza accanto – The Room Next Door, con protagoniste Tilda Swinton e Julianne Moore é al cinema dal 5 Dicembre. Distribuzione Warner Bros Italia.

Premiato con il Leone d’Oro dopo la sua prima mondiale ha ricevuto un lunghissimo applauso da parte del pubblico, consacrando il film come uno dei maggiori successi della Mostra.

The Room Next Door: la trama

Ingrid (Julianne Moore), una scrittrice di successo che ha paura della morte, riallaccia dopo anni i rapporti con la sua amica Martha (Tilda Swinton), ex corrispondente di guerra ora con un cancro incurabile. Dopo giorni trascorsi insieme a ricordare il passato e a ricostruire il loro rapporto, Martha rivolge una richiesta terribile a Ingrid. Quest’ultima si ritroverà costretta ad affrontare le sue paure per non perdere il rinnovato legame con la sua vecchia amica e per rafforzarlo nei suoi ultimi mesi di vita. 

In un gioco di specchi e riflessi, pensieri esistenziali e inquietudini che a tratti richiamano anche visivamente Persona (1966), il primo film in inglese di Pedro Almodóvar rivela una maturità stilistica e autoriale che segna una sorta di svolta nella filmografia del regista spagnolo.

Diritti di vita e di morte

The Room Next Door si apre nel segno della morte: l’ultimo bestseller di Ingrid parla proprio della sua paura della morte e del suo tentativo di esorcizzarla. Ma la morte sembra seguirla e sfidare Ingrid, con la sua amica Martha in clinica e con una malattia terminale. A differenza dell’amica, Martha rivela di avere accettato da tempo l’idea di morire e, anzi, di aspettarla con ansia, quasi con gioia. La richiesta che pone a Ingrid, quella di aspettare in the room next door (nella stanza affianco) mentre lei si spegnerà, inorridisce inizialmente l’amica e rischia di distruggere il loro rinnovato rapporto. 

L’eutanasia e la sua illegalità qui non sono solo questioni politiche, ma soprattutto etiche e filosofiche, in cui si scontrano due visioni: quella di una donna che vuole morire con dignità e prima che il cancro la prenda e di un’altra che non può accettare l’idea della morte. Ingrid, infatti, pur comprendendo la scelta di Martha, non vuole prenderne parte perché non sopporta una tale vicinanza con la fine. The Room Next Door è dunque, prima di tutto, una riflessione esistenziale e filosofica, e implicitamente politica, sul diritto di vivere e anche di morire dignitosamente. 

The Room Next Door: il melodramma umano

Come sempre in Almodóvar, The Room Next Door è un melodramma che osserva un rapporto umano nel suo ricostruirsi e nel suo mutare attraverso gli eventi della vita e, in questo caso, della morte. Tutto appare amplificato e costruito, dalla colonna sonora ai dialoghi lunghi e profondi che popolano gli spazi quotidiani sempre più luoghi di una fine imminente. Le due protagoniste si riconoscono e si specchiano l’una nell’altra, fino a diventare un’entità che fatica a separarsi per sempre. Le due straordinarie interpreti, Julianne Moore e Tilda Swinton, sono eccezionali in coppia sullo schermo e riescono a tenere le redini di una narrazione che a volte sembra faticare per mantenere il suo ritmo e la sua profondità. 

Lo stile del regista spagnolo è però ben riconoscibile fin dalle prime inquadrature, asciutte ma perfette nella loro essenzialità. Con The Room Next Door, il melodramma almodovariano raggiunge un nuovo grado di maturità estetica e registica che, anche a fronte di uno storytelling a tratti ripetitivo e debole, riesce a sostenere con successo un film di svolta nella produzione del regista spagnolo. 

La stanza accanto

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