Sempre della regista Luciana Fina approda all’81a Mostra del cinema di Venezia, nell’ambito delle Giornate degli Autori (sezione “Notti Veneziane”), in anteprima mondiale, nella serata del 5 settembre. Un documentario di centosette minuti, che ripercorre – tramite l’utilizzo di autentiche immagini d’archivio provenienti dalla Cinemateca Portuguesa e della RTP (Rádio e Televisão de Portugal) – il periodo di abbattimento del regime salazarista in Portogallo.
Nello specifico si sofferma sulla Rivoluzione dei Garofani di metà anni Settanta, nonché vari eventi di rivoluzione popolare, in un più generale clima di contestazione e ricerca di nuove libertà, a livello sociale, culturale e politico.
Sempre è riflessione sul mezzo cinema
Sempre di Luciana Fina è un documentario che si pone delle domande, e di conseguenza le pone allo spettatore; un film che riflette e consegna interrogativi aperti a chi lo guarda.
Ma soprattutto un documentario che osserva il mezzo cinema con grande interesse, curiosità e volontà di indagare le sue capacità di analisi della realtà. La regista, tramite la voce di persone comuni protagoniste di contestazioni divenute storiche, porta in scena dunque, un’unica domanda, che ha un un potenziale risvolto collettivo: “Qual è la funzione sociale del cinema?”. Il cinema, può, in qualche modo, essere utilizzato, come mezzo, strumento, “arma”, nelle varie lotte per la liberazione da forme di potere oppressivo?
La risposta la offre lo stesso documentario quando riprende un’assemblea di giovani, intenti in discussioni per trovare una risposta a tale quesito, e che bene spiegano il fondamentale contributo – nella costruzione di un’identità sociale – del mezzo cinematografico, attraverso lo sviluppo di un personale pensiero critico.
“Qual è la funzione sociale del cinema? Che non serve a farci dormire, o a farci dimenticare. Un cinema che ci svegli. È venuto il tempo che il cinema venga utilizzato come arma per vere battaglie”
Cinema per immagini: il privilegiato ruolo delle testimonianze visive
Un altro protagonista di Sempre, a parte l’accadere storico nel suo naturale evolversi, e le persone comuni che ne divengono in maniera più o meno consapevole protagoniste, sono le immagini. Queste ultime, di un tipo particolare, e cioè immagini (e filmati) d’archivio. L’effetto visivo è straordinariamente potente: si è immersi nelle contestazioni giovanili presso le università, nelle assemblee studentesche, nelle proteste di rivendicazione su varie questioni, come l’ottenimento della parità salariale per entrambi i sessi, la fine delle guerre, l’eliminazione di pregiudizi su determinati gruppi etnici, che vedono protagonisti tanto gli uomini quanto le donne. Tutti in prima fila.
Ancora, immagini che mostrano slogan, messaggi, che inneggiano alla pace, e all’abolizione di qualunque forma di potere di natura oppressiva. Impressioni visive, che di fatto hanno fissato il procedere storico nel suo stesso palesarsi, ed insieme evolversi.
“Siamo tutti importanti e dobbiamo tutti partecipare”, e “le persone unite non saranno mai sconfitte”, appaiono i più significativi, in quanto restituiscono in pieno l’impegno civile di persone comuni, che hanno deciso – in tempi storicamente avversi – di unirsi alla ricerca della luce, espressione di valori sani, utili alla costruzione di un futuro, sempre più prossimo, che fosse libero.
Sempre, a metà strada tra cinema e storia
Sempre è un luogo filmico, dove avviene un incontro speciale: quello tra cinema e storia. Quest’ultima irrompe, in tutta la sua spontaneità e perciò verità, sullo – e soprattutto attraverso – lo schermo. Per arrivare, in maniera assai più diretta allo spettatore, che si sente coinvolto in prima persona, in quegli eventi, magari da lui mai nemmeno vissuti personalmente.
È una delle potenzialità del cinema, che, quando e se, unito a filmati e immagini di cui sopra, che offrono il ritratto di una generazione unita, al lavoro per costruire quello che sarebbe stato un futuro sicuramente più libero da varie forme di oppressione, allora diviene qualcosa di sinceramente emozionante. E capace di arrivare ai più, in quanto non attua alcuna differenziazione alla base, ma solo la volontà di scoprire se stessi e gli altri, tramite un cosciente lavoro di sguardo sul mondo.