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In Sala

‘Vittoria’ o un desiderio di madre

«Quando Jasmine ci ha raccontato la sua storia ci siamo guardati e abbiamo capito di avere un film». Il film di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman in sala dalla Mostra del cinema di Venezia '81

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Vittoria

Come già emerso con Californie, vincitore del Premio Label Europa Cinemas alle Giornate degli Autori di Venezia 78, il cinema di Caligoli e Kauffman si conferma una delle proposte più interessanti della rassegna. Una pellicola vitale che si sottrae alle logiche della predestinazione e procede di pari passo con le vicende dei suoi interpreti: istinto, carne ed emozioni. Questa volta i due registi si soffermano sulla storia di Jasmine, la proprietaria di un salone di bellezza a Torre Annunziata (quello di Californie). La donna ha quarant’anni, tre figli ed è sposata con Rino. Nell’ordinarietà di una vita che scorre sempre uguale, la bambina del sogno, affidatale dal padre, continua a tormentarla. È, tuttavia, il tormento di non averla ad allontare Jasmine dalla serenità data soltanto dalla sua apparizione. Inizia così il calvario di una famiglia nell’universo delle adozioni internazionali, raccontato da chi lo ha vissuto in prima persona.

Con un approccio che dalla finzione attinge per l’impatto emotivo e dal documentario per il rigore stilistico, Caligoli e Kauffman chiedono a Jasmine e Rino di ri-vivere, per la produzione del film, le tappe di quel percorso, lasciando che si sciolgano, dinanzi agli spettatori, i nodi ancora intrecciati tra di loro.

Vittoria è prodotto da Zoe Films, Sacher Film (Nanni Moretti), Scarabeo Entertainment e LaDoc. Distribuisce dal 3 Ottobre in Italia Teodora Film.

La nostra intervista ai registi Alessandro Cassigoli, Casey Kauffmann e alla protagonista del film Marilena Amato

La sinossi ufficiale di Vittoria

A Jasmine, quarantenne, sembra non mancare niente: ha un marito devoto, tre figli amorevoli e un fiorente salone di bellezza a sud di Napoli, proprio accanto a dov’è cresciuta. Dopo la morte del padre, però, il suo mondo è turbato da un sogno ricorrente in cui una bambina le corre tra le braccia, dandole un profondo senso di completezza. Dopo un periodo di angosciante riflessione, Jasmine decide che deve trovare la bambina del sogno. Si tuffa a capofitto nel complesso mondo dell’adozione internazionale. Questa decisione mette a rischio il suo matrimonio, la stabilità dei figli e la sua bussola morale. Vittoria esplora le intricate dinamiche della famiglia e i desideri apparentemente irrazionali che guidano la psiche umana. Basato su eventi realmente accaduti, il film presenta le persone reali che hanno vissuto questa esperienza e ne racconta la storia con uno stile cinematografico inconfondibile.

Vittoria: Sognare per continuare a vivere

Ci sono sogni che sono come tarli, ossessioni che ingrigiscono la vita fino alla loro agoniata realizzazione. È quello che accade a Jasmine. Non ci è dato sapere se a trasformarlo nel suo desiderio più grande sia il suo portatore, l’amato padre scomparso a causa dell’amianto respirato a lavoro e dalla cui azienda Jasmine attende un risarcimento. Non importa che la sua famiglia sia contraria: fanno già fatica con tre figli, la maternità è esperienza vissuta, il figlio maggiore sta approcciandosi al mestiere del parrucchiere e Rino vuole espandere la sua attività. Il sogno cambia ogni cosa, si fa più forte della ragione e sbaraglia l’alternativa altra, quella di non portarlo a compimento, mettendo a rischio famiglia e lavoro, fino ad un vero e proprio dilemma esistenziale.

La strada verso la bambina si configura essere l’adozione internazionale, una catena interminabile di eventi vissuti con grande intensità.

Era chiaro fin dall’inizio che Jasmine e il marito potevano mettere in scena la propria storia, consentendoci di combinare esperienza di vita reale e drammaturgia classica. Non avevamo però previsto che questo espediente narrativo avrebbe dato ai nostri protagonisti uno spazio per fare i conti con risentimenti irrisolti – affermano i due registi.

Un compito difficilissimo per Rino, contrario fin dall’inizio ma poi lasciatosi trasportare dalla determinazione della moglie. Arduo anche per Jasmine che ha accettato la sfida della rievocazione.

Vittoria: nelle viscere del cinema di Caligoli e Kauffman

Vittoria è un crocevia di storie. Percorsi paralleli e intrecciati che parlano di esseri umani, talvolta in volo, talvolta a piedi nudi sulla terra. Questa ragnatela di palpiti rende vibrante un film pieno di vita, che brucia ancor di più quando le è negata. Se il titolo del film fa ben sperare che questa bambina corra prima o poi incontro a Jasmine, nel racconto le distanze paiono spesso insormontabili. La struttura narrativa della pellicola esalta questa sensazione, amplificando la drammaticità delle attese, dei dinieghi o dei conflitti. E se questa moltitudine di narrazioni si fa fatica a contenerla in una soluzione “rettangolare”, i sussulti continuano nei fuori campo, in ciò che i protagonisti non hanno rilasciato, in quello che lo spettatore fa fluire fuori di sé.

Come affermato a più riprese dai cineasti, la presenza di Nanni Moretti, che ne ha prodotto il film, in post-produzione è stata fondamentale per la resa rigorosa della messa in scena. Vittoria risulta un’opera composta che nel suo incedere cerca costantemente la luce per ridurre le nuvole di una storia dolorosa, che solo un abbraccio potrà dissipare.

Sono Diletta e qui puoi trovare altri miei articoli

Vittoria

  • Anno: 2024
  • Durata: 80'
  • Distribuzione: Teodora Film
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman
  • Data di uscita: 03-October-2024

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