fbpx
Connect with us

Netflix Film

The Deliverance, il vero peccato è stato vederlo

Tra peccato e redenzione c'è poca differenza quando, nella sostanza, il film è un baluginio di speranze insolute. A emergere, infine, il camp: totalmente inaspettato ma, nel complesso, risolleva la situazione catastrofica

Pubblicato

il

The Deliverance (Lee Daniels, Netflix, 2024)

Questo film possiamo giocarcelo in due modi: o decidiamo di vederlo come un film horror mal riuscito, oppure possiamo guardarlo come un dramma familiare con poco coraggio. In entrambi i casi The Deliverance presenta enormi problemi sia a livello di produzione che a livello di scrittura e, sebbene le colpe non siano tutte da imputare sempre e solo a Netflix, non possiamo esimerci dal commentare la piattaforma come il più grande mostro tentacolare ammazza storie. Assolutamente convinti del fatto che The Deliverance possedesse già in sé un certo spirito trash, di certo è stato inaspettato ritrovarsi una pellicola che fa un giro di trecentosessanta gradi, trasformando il trash in camp e, a volte, raramente, sfiorando suggestivi momenti di riflessione.

Abbiamo conosciuto Lee Daniels, regista del film, con Precious, film che, tra il 2009 e il 2010, diventa un film chiacchieratissimo per l’estrema crudezza con cui racconta la violenza. All’epoca si arrivò a parlare di un nuovo caposaldo del neo-neo realismo, ma i posteri hanno decisamente smentito le promettenti aspettative di Precious e, in qualche modo, ci siamo ritrovati nel pieno di quello che sarebbe bello definire cinema post apocalittico (di cui si fanno esponenti registi come Robert Eggers, Yorgos Lanthimos, Ari Aster, Sean Baker, Ruben Ostuld, Ana Lily Amirpour e così via). Ma questa è un’altra storia.

The Deliverance (Lee Daniels, Netflix, 2024)

Come leggere The Deliverance e sopravvivere

Non è importante parlare della trama horror perché l’esorcismo della povera Glenn Close può essere abbastanza esauriente da spiegare il profondo imbarazzo nel dover affrontare The Deliverance da questo punto di vista. Ed è davvero un peccato perché in realtà Lee Daniels prometteva una storia interessante, in cui gli eventi paranormali potevano e dovevano incrociarsi in modo meno didascalico e più profondo, con il dramma di Ebony Jackson (Andra Day), una madre alcolista in fase di disintossicazione che cerca strenuamente di tenere in equilibrio i fili della sua vita. Ebony deve gestire la nuova casa e i suoi tre figli che covano un profondo sentimento di rabbia nei confronti di una madre che – forse – è stata assente. Non è dato sapere quale fosse il problema della protagonista, Daniels decide di non mostrarci il passato ma solo le ripercussioni che ha avuto sul futuro e, quindi, sul presente: figli sempre più lontani che respingono e provano quasi paura nei confronti dell’unica figura genitoriale rimasta; il padre infatti è impegnato lontano da casa in guerra. A dare una mano a Ebony, la madre Alberta Leecan (Glenn Close) che, seppur nel suo periodo di risveglio cattolico, sembra aver commesso gli stessi errori della figlia e che, esattamente come lei, è costretta a pagarne un prezzo inestimabile.

Gli eventi soprannaturali iniziano a succedersi in modo apparentemente casuale e tutti si riconducono a uno scantinato da cui provengo mosche, puzza e rumori ma in cui Ebony non riuscirà mai ad addentrarsi, fino alla fine. Infatti, il seminterrato non è solo il luogo dell’occulto, del diavolo, dell’esoterico: è il luogo della memoria e dei traumi; affrontarlo significa, per Ebony, affrontare qualcosa da cui sta sfuggendo da tutta la vita. Solo la luce letterale del Signore riuscirà a estirpare il male e ricondurre la protagonista in uno stato di grazia in cui potrà riappacificarsi con se stessa, estirpando e uccidendo il male che è (in) lei, salvando quindi la sua famiglia.

 

Giustizia per Glenn Close

Inaspettatamente Lee Daniels riesce ad assoldare un cast stellare da Glenn Close a Octavia Spencer, riducendole a macchiettistici spettri di se stesse, sarà forse questa la trama horror? Tutta la nostra solidarietà alla performance di Glenn Close che, seppur non supportata da una vera e propria trama, riesce a portare a casa un personaggio sfaccettato: il più interessante dell’intero film. L’unica donna bianca in un microcosmo di afroamericani. Lo sfondo importante, imponente, tagliente è quello del colore della pelle: uno spartiacque tra Ebony ed Alberta, come tra Ebony e il resto del mondo. Pochissimi gli attori bianchi nel film di Daniels che, ancora una volta, decide di raccontare qualcosa legato alle profonde cicatrici di ingiustizia che la società nordamericana sembra non riuscire superare. Altri autori oltre Daniels, hanno fatto della rappresentazione degli afroamericani una vera e propria cifra stilistica, oltre che a dimostrare un profondo e intenso senso di appartenenza: come a voler restituire una sorta di giustizia che il mondo della realtà non riesce proprio a raggiungere. Tra i tanti autori possiamo citare il maestro Spike Lee o la recente rivelazione di Jordan Peele.

In ultimo, sarebbe davvero interessante capire perché le produzioni Netflix finiscano per appiattire irreversibilmente anche le pellicole meno temerarie. Soprattutto negli ultimi tempi sembra che la piattaforma OTT non faccia che sfornare un unico, lunghissimo film coerente a se stesso, facilmente comprensibile, con l’obiettivo di poter essere guardato da tutti. Ma il cinema è una sfida continua che deve essere lanciata e raccolta: crescere in un mondo educato dall’appiattimento cinematografico che sceglie il facile e l’immediato al metabolismo lento è, di fatto, un problema. I cui effetti del passato avranno un’inevitabile ricaduta sul futuro della produzione multimediale, che poi è anche la cosa più interessante che è stato capace di dire Lee Daniels in questo film.

 

The Deliverance - La Redenzione

  • Anno: 2024
  • Durata: 112 minuti
  • Distribuzione: Netf
  • Genere: horror, thriller
  • Nazionalita: Stati Uniti
  • Regia: Lee Daniels
  • Data di uscita: 30-August-2024

Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers