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Biennale del Cinema di Venezia

‘Quiet Life’ Un dramma disperato

L'ultima fatica cinematografica del regista greco Alexandros Avranas

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Quite Life

Il regista greco Alexandros Avranas, vincitore al Festival di Salonicco, con Wiithout, presenta, in anteprima mondiale alla 81° Mostra del Cinema di Venezia (Orrizzonti), la sua ultima fatica cinematografica, Quiet Life. Il film, interpretato da Chulpan Khamatova e Grigoriy Dobrygin, è una co – produzione di Francia, Germania, Svezia, Grecia, Estonia e Finlandia.

Il dramma dell’emigrazione visto dallo sguardo dei più piccoli.

Quiet Life: dalla Russia alla Svezia

Svezia, 2018. Una misteriosa sindrome che colpisce i bambini rifugiati sta suscitando preoccupazione tra medici e politici. Sergei e Natalia sono stati costretti a fuggire dal loro paese dopo un attacco che ha quasi ucciso Sergei. In attesa che l’Agenzia Nazionale per l’Immigrazione decida sulla loro domanda d’asilo, si stabiliscono in Svezia con le loro due bambine.

Lavorano sodo, mandano le figlie alla scuola svedese, si sottopongono a regolari ispezioni. Tutto nella speranza di diventare un giorno cittadini svedesi. Ma quando la loro richiesta d’asilo viene respinta, la figlia più piccola entra in un misterioso stato di coma. Di fronte a un dilemma morale, la resilienza di Sergei e Natalia verrà messa alla prova. Riusciranno a trovare la speranza per salvare le loro figlie?

Quiet Life (2024) di Alexandros Avranas - Recensione

La guerra e i regimi dittatoriali

L’emmigrazione è antica quanto l’uomo. In ogni epoca, gruppi di persone, più o meno numerosi, si sono allontanati dal luogo d’origine alla ricerca di una terra più ospitale. Oggi, purtroppo, sempre più spesso, donne, uomini e bambini scappano dalle loro case non solo in cerca di fortuna, ma per mettersi al sicuro dalla guerra o dai regimi dittatoriali. Il dramma di questi sfortunati, poi, continua, quando una volta abbandonato il loro paese, difficilmente trovano ospitalità, essendo considerati dei pericolosi criminali e a pagare il prezzo più caro sono sempre i più deboli e vulnerabili: i bambini.

La Sindrome della Rassegnazione Infantile

Sono questi i veri protagonisti di Quiet Life, diretto da Alexandros Avranas (Miss Violence). Il film mostra il dramma dell’immigrazione e le sue conseguenze su Alina e Katja, le due figlie di Sergei e Natalia, scappati dalla Russia perché perseguitati dal governo di Vladimir Putin.

Il regista, insieme allo sceneggiatore Stavros Pamballis, però, fa molta attenzione a non citare mai il famigerato presidente russo, ormai in carica da oltre vent’anni. Il riferimento alla situazione politica della Russia, eppure, risulta utile per attualizzare il film. Il focus è tuttavia su un aspetto poco noto dell’immigrazione che riguarda esclusivamente i più piccoli.

Si tratta della sindrome della rassegnazione infantile, una patologia che colpisce i bambini che seguono i propri genitori nei tanti viaggi della speranza. Le piccole vittime di questa poco nota sindrome cadono in uno stato di coma, per scappare dalla condizione di stress in cui sono costretti a vivere.

“Da quando ne ho sentito parlare sono ossessionato dal fenomeno della Child Resignation Syndrome e dalla necessità di portarla sullo schermo”.

Sono queste le parole di Alexandros Avranas che racconta la nascita dell’idea di Quiet Life, che pone l’interrogativo di come i genitori possono garantire protezione e stabilità ai figli, quando scappano dalla povertà, dalla guerra e dalla repressione.

Venezia '81: Quiet Life, film - Trama, sindrome rassegnazione, cast

Il contrasto in Quite Life

Per rispondere a questa spinosa domanda il film del regista greco costruisce una vicenda dolorosa basata sul contrasto di diversi stati d’animo. Si va dalla speranza alla disperazione, dal sorriso al pianto, dall’ospitalità all’ostilità, dalla vita alla morte.

Sergei in Russia era preside di una scuola, diffondeva tra i suoi studenti libri dedicati alla libertà di parola e dopo la pubblicazione di un articolo sul pluralismo viene aggredito da uomini delle forze di polizia. E così, insieme alla moglie Natalia e alle due piccole figlie, decide di scappare in Svezia, con l’aiuto di alcuni contrabbandieri. Qui chiede lo status di rifugiato politico, ma purtroppo non tutto va come spera e sua figlia più piccola viene colpita dalla sindrome della rassegnazione infantile.

Il dramma sconfina in tragedia e nuove preoccupazioni rendono ancora più difficile un’esistenza già complessa. Sergei, interpretato da Grigoriy Dobrygin, sembra vestire i panni dei tanti oppositori russi del Cremlino, come il dissidente Alexei Navalny. Ma Quiet Life non è un film esplicitamente politico e con lo sviluppo della vicenda la matrice ideologica perde spessore, facendo spazio a un discorso più intimo, schiettamente familiare.

Un dramma disperato

Il contrasto emerge dapprima nei confronti delle autorità svedesi, dopo la richiesta di asilo, ma subito dopo viene trasportato in una situazione intima. Natalia (Chulpan Khamatova), come madre, è interessata esclusivamente al bene delle due bambine. Sergei, invece, pur essendo interessato alla sicurezza delle sue figlie, serba ancora un minimo di rancore politico. Natalia e Sergei riescono a trovare un punto d’accordo, ma le loro motivazione appaiono, seppur minimamente, su due binari paralleli.

Il contrasto più estremo che emerge in Quite Life è quello tra interiorità ed esteriorità. La disperazione e il pianto, a stento trattenuto, vengono nascosti dietro un sorriso di facciata per convincere le autorità a concedere il tanto agognato asilo. Una situazione che cade nel grottesco, per sottolineare la sofferenza vissuta dai protagonisti del film.

Quite Life è un lungometraggio che riesce a trattare un aspetto poco noto della complessa questione dell’immigrazione, agganciandosi su micro – temi di stringente attualità, per catturare l’attenzione. Tutto reso dalla cinepresa di Alexandros Avranas con sobrietà stilistica, limitando all’osso l’alternanza tra campo e contro campo, sottolineando una messa in scena scarna, fredda che contribuisce a far emergere un dramma disperato.

 

 

Quite Life

  • Anno: 2024
  • Durata: 1 ora e 39 minuti
  • Distribuzione: Les films du Worso - Sylvie Pialat, Alejandro Arenas Azorin, Benoît Quainon
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia, Germania, Svezia, Grecia, Estonia e Finlandia.
  • Regia: Alexandros Avranas

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