Il mio compleanno, opera prima di Christian Filippi, è un progetto sviluppato e prodotto nell’ambito della dodicesima edizione della Biennale College Cinema con il sostegno di un grant messo a disposizione dalla Biennale di Venezia.
Il film è ora ad Alice nella città nella sezione Panorama Italia.
Prodotto da Leonardo Baraldi per Schicchera Production in associazione con Media Flow e con Vivendi main sponsor, e sceneggiato dallo stesso regista con Anita Otto, gli interpreti sono Zackari Delmas, Silvia D’Amico, Giulia Galassi, Simone Liberati, Federico Pacifici, Nicolò Medori e Carlo De Ruggieri. Le musiche originali del film sono state composte dai Meganoidi.
Riccardino sta per compiere 18 anni nella casa famiglia in cui vive. Da quattro anni è stato separato dalla madre, una donna con forti disturbi di personalità. Nonostante la premurosa e attenta guida della sua educatrice, che desidera per lui un futuro al sicuro nella casa famiglia, Riccardino decide di scappare per raggiungere sua madre e vivere con lei. La sua illusione presto si trasformerà in un’amara realtà e Riccardino dovrà fare una scelta difficile.
Un Inizio Travolgente
Il film coinvolge fin dalle prime scene, che presentano un carico emotivo potente. La scena d’apertura introduce Riccardino, il protagonista, mentre minaccia di gettarsi dal tetto dell’edificio che ospita la casa famiglia, tra le provocazioni degli altri ragazzi e le suppliche degli educatori. Questo momento iniziale delinea immediatamente le dinamiche tra i personaggi, mescolando tensione e ironia. Filippi trae ispirazione dalle proprie esperienze di volontariato in simili comunità, dove ha potuto osservare da vicino le reazioni contrastanti dei giovani ospiti, che spaziano dal conflitto alla solidarietà.
Un Triangolo di Affetti Complessi e uno Stile Cinematografico Documentaristico
Uno dei temi centrali del film è il complesso rapporto tra Riccardino, l’educatrice Simona e la madre biologica del ragazzo, Antonella. Filippi esplora questo legame come un delicato gioco di equilibri, dove ciascun personaggio cerca di conquistare l’affetto degli altri. Simona emerge come una figura profondamente premurosa, disposta a grandi sacrifici per i ragazzi che assiste, mentre Antonella, pur essendo la madre naturale di Riccardino, fatica a instaurare un legame solido con il figlio. Questa contrapposizione tra madre biologica e figura educativa costituisce uno degli snodi emotivi più significativi della storia.
Dal punto di vista stilistico, Filippi adotta un approccio influenzato dal suo background documentaristico. Utilizzando una camera a mano e una tecnica di ripresa dinamica, il regista riesce a creare un senso di intimità con i personaggi, catturando gesti e sfumature emotive in modo naturale. Le scelte di regia mirano a mantenere l’autenticità delle interpretazioni, permettendo agli attori di muoversi liberamente, con la telecamera che li segue da vicino per mantenere un contatto diretto con lo spettatore. Filippi usa sapientemente i primi piani per enfatizzare le emozioni dei protagonisti, come nella scena dell’incontro con Don Ezio, dove il volto di Riccardino diventa lo specchio delle sue emozioni contrastanti. O, ancora, il momento in cui la madre di Riccardino lo guarda in ospedale, sancendo la fine dell’infanzia e del sogno.
Le Interpretazioni Degli Attori
Le interpretazioni degli attori, specialmente di Zakari Delmas nel ruolo di Riccardino e Giulia Galassi in quello di Simona, sono state molto apprezzate per la loro autenticità e profondità. Delmas impressiona per la capacità di incarnare la fisicità e la vitalità del suo personaggio, un ragazzo in cerca di amore e esperienze, mentre Galassi dà vita a un personaggio che resta nel cuore per la sua umanità e empatia. Filippi dimostra grande abilità nel dirigere questi giovani talenti, conferendo al film un tono realistico e coinvolgente.
Il film vanta un cast giovane e talentuoso, con Zakari Delmas nei panni di Riccardino, il protagonista in cerca di identità e stabilità. Giulia Galassi interpreta Simona, l’educatrice che sviluppa un forte legame con il ragazzo. Silvia D’Amico è Antonella, la madre di Riccardino, mentre Matteo Vieille Rivara contribuisce alla rappresentazione visiva con la sua fotografia intensa e coinvolgente.
Ispirazioni e Influenze: Riferimenti al Cinema Italiano
Il mio compleanno si inserisce in una lunga tradizione di cinema italiano che esplora temi sociali e familiari con uno sguardo diretto e realista. Il film richiama alcune delle opere di Matteo Garrone, come Gomorra e Dogman, che combinano un racconto di vita reale con elementi stilistici innovativi. Anche i fratelli Dardenne e Andrea Arnold sono influenze dichiarate di Filippi, in particolare per l’uso della camera a mano e per la capacità di catturare la realtà con una forza visiva potente. L’attenzione alla dimensione affettiva e alla fisicità dei personaggi richiama film come Fiore di Claudio Giovannesi, dove i protagonisti sono alla ricerca di un’identità personale e di un posto nel mondo. In questo contesto, Filippi sembra porsi come un autore capace di coniugare tradizione e innovazione, proseguendo il discorso aperto dal cinema sociale italiano contemporaneo.
;Il Mio Compleanno conversazione con Christian Filippi
Un Equilibrio Tra Realtà e Finzione
Il mio compleanno si distingue per la capacità di fondere in modo equilibrato elementi di realtà e finzione, con uno sguardo sensibile e attento alle dinamiche umane. Filippi emerge come un regista capace di raccontare storie autentiche con uno stile personale e originale, dimostrando una notevole abilità nel trattare temi complessi e profondi. Con questo film, il regista inaugura un promettente capitolo della sua carriera cinematografica, segnando una direzione chiara e definita per il suo futuro artistico.
Biennale College (labiennale.org)