È la mezzanotte del 15 agosto 1947, l’India proclama l’indipendenza dall’Impero britannico. In un ospedale di Bombay due neonati vengono scambiati da un’infermiera per permettere all’uno di vivere il destino dell’altro: Sinai, figlio di una donna povera, e Shiva, erede di un coppia benestante. Le loro vite si intrecceranno con quelle di tutti gli altri bambini nati nello stesso momento: sono i figli della mezzanotte e ognuno di loro possiede doti straordinarie.
Dal 28 Marzo nei migliori Cinema, l’ultima creazione della regista indiana Deepa Mehta: I figli della mezzanotte, un film che porta parallelamente avanti una serie di tematiche che in qualche modo cozzano tra di loro. Uno degli argomenti centrali è legato alla richiesta d’indipendenza dell’India alla Gran Bretagna e quindi ai conflitti durante la Guerra del Kashmir, con tanto di creazione dello stato del Bangladesh. In tale atmosfera di rivolta, sanguinaria e dolorosa c’è un barlume di mistero presente, la leggenda di questi “figli della mezzanotte”, che consiste in una generazione di ragazzi che, nati intorno alla mezzanotte del 15 agosto del 1947 avrebbe dovuto cambiare la situazione sociale e quindi fare una vera rivoluzione durante e dopo la guerra. La storia però è così intricata perché, prima di arrivare alla guerra il film inizia con una Bollywood Story, una sorta di The Bold&Beautiful all’indiana: per raccontare della nascita del protagonista si parte addirittura dalla conoscenza e innamoramento dei nonni!
Trama volutamente complessa che arriva poi ad uno dei momenti clou del film, la nascita di due bambini alla mezzanotte di quel 15 Agosto, ovvero il protagonista e il suo “avversario futuro” che vengono scambiati nella culla ( destinato inizialmente ad una vita di povertà il protagonista Shiva, e di ricchezza il futuro avversario Saleem Sinai, l’infermiera che doveva averne cura, li scambia per attuare una sua piccola personale rivoluzione per sostenere le idee del proprio compagno).
Insomma i passaggi nel film sono estremi ed è necessario stare attenti a non perdersi per il cammino altrimenti sarà difficile riprendere la via dei figli della mezzanotte.
I figli della mezzanotte è tratto dall’omonimo best seller di Salman Rushdie e il fotogramma iconico dell’intera pellicola, più volte reiterato, è quello del fuoco e della fiamma, poiché, come anche si deduce dal libro, ci sono storie e storie che sono come una continua esplosione, rigenerazione, spesso di felicità ma più frequentemente di drammi. Sicuramente è da apprezzare il valore nobile del film, una memoria alla sofferenza della guerra e al disagio che quelle popolazioni hanno vissuto dal 1947 in poi: una grande politica del ricordo.
I figli della mezzanotte nelle sale dal 28 marzo.
Aldo Zambuto
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