La serie tv Kaos è una produzione Netflix che prova a reinterpretare i miti greci in chiave contemporanea mescolando la narrazione classica con elementi moderni e surreali.
Creata da Charlie Covell, già nota per The End of the Fucking World, Kaos si distingue per un approccio audace e ironico alla mitologia, cercando di raccontare storie antiche con un linguaggio fresco e un’estetica molto particolare.
Cosa racconta Kaos
Zeus è da tempo considerato il re degli dei. Finché non si sveglia un giorno con una ruga in fronte. Diventa nevrotico e imbocca una strada pericolosa lastricata di paranoie, convincendosi che sia l’inizio della sua caduta, della quale ora vede le avvisaglie ovunque. Ade, re degli inferi, che era un tempo il fratello affidabile di Zeus, comincia a perdere il controllo del suo regno di tenebra. I morti da ridistribuire fanno calca e cresce il malcontento. La regina degli dei Era (Janet McTeer) domina la Terra e Zeus a modo suo, ma il suo potere e la libertà di cui gode sono minacciati dalla paranoia crescente di Zeus, spingendola a passare all’azione, mentre Dioniso, il figlio ribelle di Zeus (Nabhaan Rizwan), ha perso tutti i freni ed è in rotta di collisione con il padre.
Sulla Terra la gente vuole cambiamenti, ma Poseidone (Cliff Curtis), che regna sui mari, le tempeste e i terremoti (oltre che sui cavalli) si preoccupa più della stazza del suo megayacht e della location del prossimo party. Il bene dei comuni mortali non gli interessa. Purtroppo per gli dei, alcuni di questi mortali cominciano a rendersene conto…Sono Riddi (Aurora Perrineau), Orfeo (Killian Scott), Ceneo (Misia Butler) e Arianna (Leila Farzad): persone con vite diverse, ma legate cosmicamente nella lotta contro Zeus. Pur avendo ruoli molto diversi tra di loro, ciascuno potrebbe provocare la caduta degli dei.
I Personaggi
Lo show segue diverse storyline intrecciate che ruotano attorno agli dei dell’Olimpo, rappresentati in modo nuovo e spesso controverso. Zeus (Jeff Goldblum) è un sovrano paranoico e narcisista, ossessionato dalla sua immagine e dal potere. Ade (David Thewlis) è un dio tormentato e introverso, gestore di un Regno dei Morti in crisi. Afrodite (Billie Piper) è una diva annoiata e vanitosa, mentre Dioniso (Aurora Perrineau) incarna l’energia caotica e anarchica delle feste. Intorno a loro si muovono dei personaggi umani, destinati a essere pedine nelle mani degli dei: Orfeo, Arianna, Minosse, tra gli altri.
Le varie sottotrame si sviluppano in parallelo, offrendo una rilettura delle leggende classiche. Ad esempio, la fuga di Orfeo dagli Inferi è rivisitata in chiave quasi psichedelica, mentre il labirinto di Minosse diventa una metafora del disordine e dell’alienazione moderna.
Il cast è ricco e variegato, con attori come Jeff Goldblum (Zeus), David Thewlis (Ade), Janet McTeer (Era), e Billie Piper (Afrodite) che portano un mix di carisma e stravaganza ai loro ruoli. Goldblum, in particolare, è perfetto nel ruolo di un Zeus insicuro ed egocentrico, che combina la sua tipica eccentricità a una certa profondità emotiva. David Thewlis porta la giusta dose di malinconia e stranezza al suo Ade, mentre Billie Piper riesce a essere sia affascinante che inquietante come Afrodite.
Kaos tenta di creare qualcosa di molto ambizioso: prendere le storie degli dei greci e riproporle con un tocco ironico e contemporaneo. Da un lato, questo approccio funziona: il racconto è visivamente accattivante, con una fotografia che mescola il kitsch e il surreale, e una colonna sonora che varia dal pop moderno alla musica classica. In questo senso ricorda opere come le pellicole di Baz Lhurman (l’inizio rocambolesco richiama parecchio l’incipit del Romeo &Juliet con Di Caprio), o la serie The Umbrella Academy per il suo approccio eccentrico e fuori dagli schemi ai personaggi.
Tuttavia, lo ‘spettacolo’ non riesce sempre a mantenere l’equilibrio tra la sua vena ironica e i temi più seri che vuole affrontare. Alcune storyline risultano un po’ confuse e troppo frammentate, come se volesse mettere troppa carne al fuoco senza riuscire a gestire tutte le sue ambizioni narrative. C’è una sensazione di discontinuità: momenti brillanti e divertenti vengono spesso seguiti da scene più lente e meno coinvolgenti.
Altro punto critico è il tono, che a volte sembra incerto tra commedia e dramma, creando un effetto straniante. Se The End of the F’ trovava un perfetto equilibrio tra humor nero e riflessione esistenziale, Kaos a volte fatica a trovare la propria voce, oscillando tra il desiderio di essere una satira tagliente e la necessità di rispettare la grandezza epica delle storie che racconta.
Una serie che comunque non ha sicuramente paura di osare, portando un’interpretazione nuova e provocatoria della mitologia greca e questo è già interessante. Pur con qualche problema di ritmo e tono, è un’esperienza visiva originale che potrebbe affascinare chi cerca qualcosa di diverso nel panorama delle serie TV. E poi…Zeus non avrebbe potuto avere altro se non le sembianze di un ritrovato e strepitoso Jeff Goldblum. NB: da gustare in lingua originale.