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Julianne Moore: tra cinema e iniziative sociali
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1 settimana agoon
Julianne Moore, attrice premio Oscar e icona del cinema, torna sul grande schermo protagonista, al fianco di Tilda Swinton, nel film di Pedro Almodóvar, The Room Next Door.
Il film esplora la rinascita di un’antica amicizia tra Ingrid, una scrittrice di romanzi semiautobiografici, e Martha, una reporter di guerra. Le due donne si rincontrano, dopo anni di separazione, in una situazione inaspettatamente intensa e toccante. Un’opera ricca di sfumature emotive e intellettuali e che riflette il tipico stile di Almodóvar, noto per la sua capacità di intrecciare storie personali con sguardi sociali e culturali.
Pedro Almodóvar ha dichiarato di essere estremamente grato per la partecipazione di Julianne Moore e Tilda Swinton, sottolineando come il loro contributo sia stato fondamentale per la riuscita del progetto. Il regista spagnolo ha trovato in Moore una partner ideale, capace di offrire una performance ricca e complessa.
Vita e primi successi
Nata il 3 dicembre 1960 a Fayetteville, North Carolina, Julianne Moore è una delle attrici più apprezzate e rispettate a Hollywood. Cresciuta in un ambiente culturale stimolante, manifestò presto la passione per la recitazione partecipando al Drama Club durante il liceo a Francoforte. Questa passione la portò a proseguire gli studi presso l’Università di Boston dove conseguì una laurea in teatro. Durante gli anni universitari, Moore dimostrò un talento straordinario attirando l’attenzione del mondo dello spettacolo. Le sue prime esperienze nel teatro universitario le permisero di affinare le sue capacità e di costruire una solida base per la futura carriera cinematografica.
Il debutto nel mondo della recitazione avvenne nel 1985 con una parte nella soap opera As the World Turns, che le valse un Daytime Emmy Award. In quella serie interpretava le due sorellastre Sabrina e Frannie, ruoli complessi e impegnativi che le fornirono una solida base per la carriera che stava per esplodere.
L’arrivo sul grande schermo
Il primo grande successo cinematografico arrivò con Boogie Nights di Paul Thomas Anderson nel 1997, dove ottenne una nomination all’Oscar come Miglior Attrice non Protagonista. In una recente intervista, Moore ha parlato di come il ruolo di Amber Waves, una pornodiva con un cuore d’oro, le abbia permesso di esplorare la vulnerabilità e la forza dei suoi personaggi. La sua performance fu acclamata per l’immensa autenticità. Fu Anderson stesso a decidere di affidarle il ruolo di Amber Waves, scelta dovuta proprio all’abilità di Moore di infondere umanità in personaggi che potrebbero essere facilmente ridotti a stereotipi.
Il film Il Grande Lebowski (1998) dei Fratelli Coen, in cui Moore interpretava Maude Lebowski, è un altro dei suoi ruoli iconici. Sebbene inizialmente il film non abbia ottenuto grande successo di critica, nel tempo è diventato un cult. Moore ha dichiarato che prendere parte a questo progetto fu un’esperienza liberatoria e unica grazie alla particolarità e originalità del personaggio che le fu affidato. L’interpretazione di Maude Lebowski, una figura eccentrica e intellettualmente spiccata, ha contribuito a definire il carattere distintivo del film. Ha inoltre consolidato Moore come un’ attrice capace di gestire ruoli non convenzionali con grande bravura.
L’affermazione
Nel 2002, Julianne Moore partecipò a The Hours, accanto a Nicole Kidman e Meryl Streep, un film che le conferì ulteriore riconoscimento. L’attrice ha espresso in diverse interviste il suo profondo rispetto per il libro di Michael Cunningham e il desiderio di farne parte. Sarebbe stata un’opportunità imperdibile lavorare su un progetto di tale rilevanza. In particolare dichiarò:
“Quando lessi il libro pensai che avrei dato qualsiasi cosa per farne parte in qualche modo. Quando annunciarono il film, non fui in grado di pensare ad altro: era tutto quello che volevo.”
Il film, diretto da Stephen Daldry, è riconosciuto ancora oggi per la capacità di descrivere la depressione, non come semplice sensazione, ma come malattia.
Il tratto probabilmente più caratteristico del libro, e dunque del film, è che è ambientato in tre epoche diverse. Cunningham gioca sui contesti storici e sui ruoli che le tre protagoniste hanno all’interno del mondo. Dipinge realisticamente tre società che, sebbene diverse tra loro, sono accomunate dall’incapacità di capire le persone affette dalla depressione. Dal film traspare una forte melanconia che ha come ultimo messaggio il bisogno dell’essere umano di ricevere e dare solidarietà e, soprattutto, comprensione.
La dedizione per i ruoli
Nel 2012, la sua performance in Game Change le valse un Primetime Emmy per la Miglior Attrice Protagonista in una Miniserie o Film. Interpretare Sarah Palin fu una sfida enorme per Moore, che dedicò due mesi di preparazione intensa per perfezionare l’accento e il linguaggio del personaggio. L’attrice ha rivelato che questo ruolo richiese una dedizione senza precedenti che le permise di immergersi completamente nel personaggio e di trasmettere con autenticità la sua essenza. L’attrice ascoltò ininterrottamente audio e registrazioni di Sarah Palin. Temeva che il pubblico non avrebbe riconosciuto in lei la “vera” Palin. La sua rappresentazione di Palin fu acclamata non solo per la precisione della sua interpretazione, ma anche per la capacità di catturare una figura pubblica controversa.
L’Oscar
Il culmine della carriera arrivò nel 2014 quando vinse l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista per Still Alice. Questo film, che racconta la storia straziante di una madre colpita dall’Alzheimer, fu un progetto che Moore approcciò con grande serietà. Per prepararsi al ruolo trascorse del tempo con persone affette dalla malattia, cercando di comprendere meglio le sfide quotidiane e le esperienze di chi vive con l’Alzheimer. Moore ha anche lavorato con un’insegnante di linguistica per capire come il linguaggio e la comunicazione vengono influenzati dalla malattia.
Durante il suo discorso di accettazione agli Academy disse:
“Spero che sia stata portata un pò di luce sull’Alzheimer. Così tante persone con questa malattia si sentono isolate ed emarginate, ma una delle cose più belle dei film è che ci permettono di essere visti ed aiutati”.
Nel 2023, Julianne Moore è tornata sul grande schermo con May December, una pellicola distribuita su Netflix e che la vede al fianco di Natalie Portman. May December, diretto da Todd Haynes, segue Gracie e Joe, una coppia il cui passato scandaloso viene riportato alla luce all’arrivo di Elisabeth (Natalie Portman).
L’impegno sociale al di fuori del cinema
Nel corso della sua carriera, Julianne Moore ha dimostrato una dedizione e una passione ineguagliabili per il suo mestiere. Le sue dichiarazioni rivelano un’attrice che cerca costantemente di mettersi alla prova e di esplorare la profondità dei suoi personaggi. Moore ha più volte sottolineato che una sceneggiatura solida e un personaggio ben scritto sono essenziali per la sua performance. Questo approccio riflette il suo impegno verso la qualità e l’integrità artistica.
Julianne Moore ha avuto un impatto significativo anche al di fuori del grande schermo. È nota per il suo impegno in cause sociali e per la sua partecipazione a diverse organizzazioni di beneficenza. Ha sostenuto campagne per la ricerca sull’Alzheimer e per i diritti delle donne, utilizzando la sua piattaforma per sensibilizzare su temi importanti e per promuovere il cambiamento sociale. La sua dedizione alla causa delle malattie neurodegenerative in particolare, garantisce che i malati abbiano accesso a risorse e supporto adeguati.
La storia di Julianne Moore è un esempio di come talento, dedizione e integrità possano combinarsi per creare una carriera artistica di successo e di impatto. Attraverso la sua vasta gamma di ruoli e le sue straordinarie performance, ha contribuito a definire e ad elevare l’arte della recitazione, lasciando un’eredità duratura nel panorama cinematografico mondiale.