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Giornate degli Autori

‘Super happy forever’. Che vita fanno le cose che abbiamo perso?

Il dramma lieve del giapponese Kohei Igarashi osserva il nostro mondo transitorio e casuale, e anche i concetti più complessi si fanno limpidi come il mare in agosto. In apertura alle Giornate degli Autori 2024

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È Super Happy Forever il film d’apertura delle Giornate degli Autori 2024, la rassegna autonoma promossa da ANAC e 100autori all’interno della Mostra del Cinema di Venezia.

Nella zona costiera di Izu, Sano (Hiroki Sano) ripercorre i passi di una vacanza estiva passata insieme all’amico Miyata (Yoshinori Miyata ) negli stessi luoghi ove cinque anni prima incontrò sua moglie, Nagi (Nairu Yamamoto).

Diretto da Kohei Igarashi (Takara – La notte che ho nuotato, Hold Your Breath Like a Lover) il film è una produzione franco-giapponese tra Nobo, Mld Films, Incline e High Endz.

Impermanenza: sostantivo femminile. Condizione di precarietà, di provvisorietà.

Sano e Miyata sono nell’area termale del loro resort a Izu. Il secondo recita al primo i versi iniziali dell’ Hōjōki  di Kamo no Chōmei, un testo antico, popolare nella cultura orientale quanto il panta rei d’Occidente.

 

Del fiume che procede, lo scorrere è ininterrotto, seppure l’acqua di ogni momento non lo sia. Nello stagno, la spuma ora svanisce ora si riforma, senza rimanere a lungo. Così al mondo sono la gente ed i luoghi in cui risiede.

 

È una riflessione sul concetto di impermanenza, ovvero la provvisorietà, la transitorietà del vivere.

“Tutto scorre”.

Super Happy Forever riadatta in sé la tradizione e tensione contemporanea del cinema giapponese: una formula che vuole un unico luogo d’azione, personaggi che vi vagano intorno e la presa delicata intorno a concetti profondi quali la precarietà sottile dell’esistere, la casualità del quotidiano e il nostro rapporto costante e travagliato con la perdita.

Sano e Miyata tornano a Izu dopo la morte improvvisa – casuale – della moglie di Sano, Nagi, nella ricerca vuota di un cappello rosso perso dalla donna cinque anni prima quando incontrò per la prima volta il futuro marito.

Il film così scorre su due piani temporali precisi – tra l’incontro e la perdita di Nagi, protagonista dello sguardo e del film – ricucendo un presente e un passato fatto di coincidenze, casualità e briciole di bellezza.

Tra l’oggi melanconico dell’inizio dell’autunno di Sano, desolato e affaticato dal sonno, al passato di Nagi nel pieno della magia innamorata dell’estate si ricostruisce un racconto semplice, splendidamente scontato, come lo possono essere le fiabe, e serenamente malinconico, come sono i film sulla morte che parlano in realtà solo della vita.

Mi chiedo cosa succeda a tutto quello che ho perso…

Aiutato da una fotografia sinuosa, simmetrica e precisa Super Happy Forever ci mostra lo scorrere casuale degli eventi e delle cose con pazienza. Un lavoro pulito che dona al racconto quella bellezza senza tempo che una buona cinematografia può dare: di quella che riempie i silenzi e giustifica un ritmo calmo e cadenzato.

Ma l’esistere non è solo un susseguirsi imprevedibile di casualità.

Tutto quello che incontriamo potremmo un giorno perdere nello stesso modo arbitrario in cui l’abbiamo incontrato.

Super Happy Forever poggia tra due tempi e due fuochi: il caso e la perdita che si rincorrono dalle linee drammatiche più palesi (incontrare e perdere Nagi) agli anfratti più microscopi del racconto (l’Alzheimer del padre di Miyata, la morte della nonna per l’amica di Nagi).

E se riusciamo ad accettare lo scorrere del caso con benevolenza, come il fanatico dei seminari “Super Happy Forever” Miyata , potremmo anche accettare la perdita come un lasciar andare sereno, non sempre indolore, ma pacifico, come nella vita della sbadata Nagi o nella praticità benigna della cameriera Anh (Hoang Nhu Quynh).

Dove c’è qualcuno che ha perso c’è qualcun altro che ha invece trovato e il cerchio si chiude, non forse per l’elaborazione del lutto di Sano ma per la melodia del film che torna sul finale, in un giro che si conclude su tutte le cose che abbiamo perso e che da qualche parte abbiamo ritrovato.

Leggi tutte le recensioni e le ultime news dalle Giornate degli autori 2024 qui su Taxi Drivers.

  • Anno: 2024
  • Durata: 94’
  • Nazionalita: Francia, Giappone
  • Regia: Kohei Igarashi

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