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Il libro di Anthony Delon ‘Dolce e crudele. La mia famiglia, la mia storia’

La famiglia, l’amore, i contrasti, nel libro di Anthony Delon, "Dolce e crudele. La mia famiglia, la mia storia"

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Pensare di non essere amati, e capire, invece, senza che sia troppo tardi, di essere stati immensamente, intensamente e profondamente desiderati.

Avrei potuto dedurre che quest’uomo, mio ​​padre, non mi amava, e quindi lasciare che distruggesse una parte di me. Ma avevo capito che mi aveva voluto come nient’altro al mondo, con l’amore e l’ardore sconfinati propri della giovinezza, scrive Anthony Delon.

Il mostro sacro del cinema, icona di bellezza inarrivabile e inafferrabile – Alain Delon – se n’è andato, lasciando i ricordi dei suoi indimenticabili film e delle sue perenni inquietudini.

Anthony Delon si svela

Davanti a tanta grandezza e nella delicata nostalgia di un’attrice, affascinante emblema di libertà (Nathalie Delon), nel 2022 Anthony Delon toglie ogni velo sulla sua famiglia, con una testimonianza forte e a tratti sconvolgente (perché inaspettata) e coinvolgente (perché estremamente empatica) sulla sua infanzia, la sua adolescenza, sul difficile e complesso rapporto con il padre e la malattia della madre, teneramente e amorevolmente accompagnata fino alla fine dei suoi giorni.

Anthony Delon pubblica Entre chien et loup (è disponibile la traduzione italiana, Dolce e crudele. La mia famiglia, la mia storia, edito da Sperling & Kupfer), un libro intenso e disarmante per la sua franchezza e la sua trasparenza, che, all’inizio, pare un poco una resa dei conti (la solitudine di un bambino, Anthony, paragonata a quella de L’incompreso, di Luigi Comencini e la durezza di un padre, Alain, che pare non perdonare alcun segno di debolezza) ma che, alla fine, è una storia di grande amore e grandi amori. Come quelli di cui la vita di Delon è stata costellata, dominata.

Un racconto a telecamere spente, a porte chiuse, ora che per il grande, inimitabile, unico attore inizia la prima vera notte di quiete.

Il difficile compito di appartenere al clan Delon

Il clan Delon è fatto di tutti coloro che hanno aiutato Anthony a crescere, a partire delle due madri (quella di sangue, Nathalie e quella del cuore, Mireille Darc), entrambe scomparse, al padrino con il ruolo di padre, l’agente cinematografico-angelo custode Georges Baume, fino al celeberrimo genitore Alain, figura autoritaria ingombrante e “tutelare”, con il compito, quasi da uomo d’onore, più di raddrizzare il figlio che di educarlo. Sfida e lotta tra titani, caparbi alla stessa maniera.

Nelle pagine intime che si divorano, si percepisce bene la collera di Anthony, la rabbia, la rassegnazione, a volte l’odio verso un padre che ha cercato a più riprese di piegarlo, indebolirlo, non tanto di distruggerlo quanto di sottometterlo, comme dans une horde de loups où le clan doit se plier face au dominant”.

Come quando il padre gettò dalla finestra il piatto di un bambino che faceva i capricci o quando, sfidandolo, dodicenne e timoroso del buio, lo obbligò a fare il giro del lago intorno al giardino della villa, di notte, in pieno inverno, senza un raggio di luce, come prova di coraggio.

L’attore era di umore estremamente altalenante: giorni euforici e giorni pieni di pessimismo (“il y avait des jours avec et des jours sans”), capace di giocare con la famiglia in piscina, nei luoghi di vacanza, organizzando scherzi e travestendosi da fantasma, ma anche di irrigidirsi improvvisamente, di non voler sentire alcuna voce o bisbiglio al risveglio mattutino.

Nei fine settimana a Douchy, alla fine delle riprese, Anthony lo accompagnava in lunghe passeggiate insieme ai fedeli cani, di fianco, nei rari momenti di intimità, ma sempre in rigoroso silenzio. Sempre presente la sua adorata tata Loulou, la madame Deprez che teneva testa a monsieur Delon, un Narciso che lei detestava (Anthony lo avrebbe scoperto tardi…).

Aneddoti e fughe in una famiglia dove nulla era normale

Il libro racconta anche aneddoti divertenti, come al momento del battesimo di Anthony.

A pranzo, i miei genitori, che erano inguaribili provocatori, proposero di fare il gioco della torre: chi butti giù tra queste due persone? Era presente anche il grande Luchino Visconti. E mia madre chiese a papà: chi butti giù, Georges (Beaume) o Luchino? Mio padre preferì Georges. E Visconti si alzò di scatto, arrabbiato: chiese di essere subito riaccompagnato in auto a Parigi”. (…).

Alti e bassi, sempre. Fragilità, paura della solitudine e dell’abbandono: anche questo era Alain, combattente e sfidante sempre pronto al duello.

L’adolescenza di Anthony è marcata dalle fughe dall’istituto Charlemagne e ancora da scontri con il padre, dai dissapori sul marchio Delon fino all’arresto per furto e alla passione per le armi; da qualche serie tv e da un film (tra cui Cronaca di una morte annunciata di Francesco Rosi).

Apprendere dalla radio di avere una sorella, il 25 novembre 1990, sarà un’altra ferita aperta.

La perdita di Mireille (Mimi), dell’amata Loulou, della madre Nathalie, dopo una lunga malattia (Anthony ha girato con lei e per lei un documentario sui suoi ultimi 37 giorni di vita), la presenza delle due figlie Loup e Liv, l’ictus del padre nel 2019 che ha richiesto decisioni importanti, l’avvicinamento vero e sincero al compagno della madre Chris Blackwell e alla loro Giamaica, avrebbero, in qualche modo, ricomposto il puzzle impazzito di una famiglia dove nulla era normale.

Le domande del libro

Le domande di tutto è il libro sono le stesse: come superare le paure, le ferite, le delusioni? Come non riprodurre il modello imposto dalla famiglia, dove l’amore è stato la prima vittima di una maledizione che si tramanda di generazione in generazione? Come, finalmente, diventare uomo e restare saldo davanti alla vita?

Lo sguardo e la voce di Delon fanno leggere le pagine tutte d’un fiato, tengono in equilibrio curiosità e compassione, delusione e accettazione, rabbia e perdono, amore e inquietudine, fino a creare un mosaico narrativo che sorprende e commuove. Ora più che mai.

Anthony Delon, Entre chien et loup, éd. Le Cherche Midi, marzo 2022, 182 p.; Anthony Delon, Valeria Raimondi (traduttrice), Dolce e crudele. La mia famiglia, la mia storia, Sperling & Kupfer, settembre 2022, 208 p. Molto consigliata la lettura in lingua originale.

  • Anno: 2022

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