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In Sala

‘Borderlands’ – il caotico mondo di Pandora raggiunge anche il cinema

Una trasposizione che diverte e intrattiene nonostante le tante imperfezioni

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Borderlands

Cavalcando l’ondata sempre crescente di film tratti dai videogiochi, Borderlands arriva nelle sale portandosi dietro le aspettative generate da un franchise che conta otto videogiochi e numerosi altri prodotti satelliti.

Dietro la macchina da presa troviamo Eli Roth, affermato autore di Horror, tra cui Hostel e Thanksgiving, che con questo film amplia l’esplorazione del cinema di genere passando al fantascientifico d’avventura con forti venature comiche.

Alla produzione invece c’è Avi Arad, che dopo essersi affermato con una folta schiera di cinecomic sembra aver deciso ufficialmente di passare alle trasposizioni di prodotti videoludici, prima con Uncharted, ora con Borderlands e in futuro con il film di Zelda.

Forte di un cast ricchissimo e di una mitologia di partenza potenzialmente inarrestabile, Borderlands arriva dunque con tutte le carte in regola per ambire a una nuova saga cinematografica. Il risultato però sarà sufficiente?

Borderlands La trama

Pandora, il pianeta più caotico e folle della galassia. Un crogiolo di sudiciume, follia e morte. Il luogo in cui nessuno vorrebbe vivere, se non fosse per la gloria e il potere promesso dalle antiche reliquie lasciate indietro da una razza aliena ormai scomparsa.

Lilith, una famigerata cacciatrice di taglie fuggita da Pandora quando era solo una ragazzina, si ritrova costretta a tornare a casa per portare a termine una missione che potrebbe finalmente permetterle di ritirarsi. L’impresa, inutile a dirsi, si rivelerà più complicata del previsto e in men che non si dica la donna finisce per unirsi ai suoi stessi bersagli nella ricerca della Cripta, il più leggendario e misterioso segreto di Pandora.

Lilith e il suo nuovo gruppo di amici intraprenderanno così un viaggio tra la follia e la sporcizia del pianeta, seminando distruzione e battute in egual misura lungo tutta la strada.

Dal videogioco al Film

Fin dai suoi esordi videoludici nel 2009, la saga di Borderlands non ha mai puntato sulla presenza di un plot particolarmente articolato. A conquistare il cuore dei fan della serie non furono tanto gli intrecci narrativi, bensì l’anima intrinsecamente fracassona e scorretta dei suoi personaggi e di Pandora.

In questo Eli Roth dimostra di aver colto il vero carattere del franchise, scegliendo di realizzare una sceneggiatura che ricalca la più classica delle fetch quest: un gruppo di eroi che deve trovare l’oggetto magico di turno prima del cattivo.

La trama è in questo caso un mero espediente per dar vita a situazioni esilaranti, combattimenti caotici e panoramiche su un mondo alieno lercio quanto affascinante. Nessuna intenzione di raccontare chissà che storia o di ricercare complessità, ma solo quella di divertire ed esaltare. Linearità e semplicità votati puramente all’azione e alle battute.

Un approccio che forse potrà deludere gli spettatori più esigenti, ma che quantomeno dimostra di aver colto l’essenza del materiale di partenza senza snaturarlo. Purtroppo, anche tenendo conto di tutto questo, il risultato finale funziona solo in parte.

Una scrittura semplice ma imperfetta

Pur regalando momenti d’intrattenimento ben riusciti e tante risate, Borderlands mostra più volte il fianco a una scrittura che dalla semplicità cade spesso nella pigrizia, con una progressione degli eventi che spesso risulta forzata o, ancor peggio, alimentata da coincidenze che vanno accettate semplicemente perché sì.

In più di un’occasione si ha la forte sensazione che le cose accadano per necessità degli sceneggiatori più che della trama, e questo anche nella più semplice delle narrazioni finisce per spezzare l’immersione rendendo tutto poco credibile, anche rispetto ai canoni di questo tipo di prodotti.

Queste problematiche si riscontrano in particolar modo nella seconda metà del film, arrivando a esplodere in una parte conclusiva che risulta davvero troppo abbozzata e poco interessante, con un susseguirsi di eventi che sembrano messi giù senza un’apparente logica causale.

Nonostante questo, a funzionare è invece la parte comica del film. Le dinamiche tra i personaggi risultano piuttosto divertenti, pur senza raggiungere i livelli di altri prodotti dello stesso tipo, e in particolare il personaggio di Claptrap riesce a strappare parecchie risate inaspettate, sicuramente anche grazie al doppiaggio di Jack Black.

Seguendo il solco di chi è venuto prima

Fin dai primi trailer di Borderlands è stato chiaro a tutti come una delle forti ispirazioni per Eli Roth sia stato il campione d’incassi, I guardiani della galassia.

Il film Marvel ha negli ultimi anni finito per fare scuola,  arrivando in qualche modo a codificare un nuovo filone di film basati su gruppi di antieroi disfunzionali, black humor e tanto stile visivo. Sono numerosi gli epigoni nati negli ultimi anni sull’ondata del film di James Gunn, e il Borderlands cerca indubbiamente di essere uno di questi.

Eli Roth sa bene di non poter contare su una scrittura altrettanto stratificata, ma nonostante questo riesce a portare in scena un party di personaggi capaci di guadagnarsi una loro unicità, sia grazie ai peculiari design derivati dal videogioco originale, sia per l’apporto dato da un cast d’eccezione che conta al suo interno personalità come Cate Blanchett, Kevin Hart, Jamie Lee Curtis, Ariana Greenblatt e il già citato Jack Black.

Forse alcuni funzionano meglio di altri (Tiny Tina è decisamente un personaggio più interessante del Roland di Kevi Hart), ma in generale gli attori risultano tutti più o meno in parte, divertenti e divertiti. L’affiatamento del cast è palpabile e riesce in qualche modo a colmare le mancanze di sceneggiatura per quanto riguarda la caratterizzazione di molti personaggi.

Siamo sicuramente lontani dai livelli de I guardiani della galassia, o anche solo del più recente Dungeons and Dragons, ma su questo fronte Borderlands riesce ad andarsene con una sua dignità e di sicuro non farà fatica a guadagnarsi un manipolo di fan affezionati.

Ariana Greenblatt è Tiny Tina in Borderlands (Eli Roth, 2024) - Eagle Pictures

Ariana Greenblatt è Tiny Tina in Borderlands (Eli Roth, 2024) – Eagle Pictures

La sudicia meraviglia di Pandora

Arriviamo ora al vero cuore del film: il suo mondo.

Nel videogioco di Borderlands Pandora era probabilmente la vera protagonista, e, per quanto nel film di Eli Roth non abbia la stessa importanza, è innegabile che la sua caratterizzazione sia la cosa venuta meglio.

Ricalcando quasi 1 a 1 le scenografie del videogioco e potendo contare su un Production designer del livello di Andrew Menzies (direttore artistico e scenografo, tra gli altri, del primo Avatar), Eli Roth porta in scena la trasposizione perfetta del mondo di Borderlands.

Il pianeta minerario ci viene presentato fin da subito come “il più caotico della galassia”, un luogo pericoloso, spiacevole e sporco all’inverosimile. Il buco dove chiunque getta la sua spazzatura sperando che quest’ultima venga dimenticata, ed è indubbio che il risultato finale ricalchi perfettamente questa descrizione.

Pandora è una discarica a cielo aperto in cui tutto può ucciderti da un momento all’altro. I suoi deserti sono soverchianti quanto suggestivi, le città soffocanti e luride, le antiche rovine attirano con i loro misteri e ogni essere vivente che solca i suoi terreni sembra nato per distruggere e disgustare.

Gli elementi tra il fantasy e il fantascientifico post apocalittico si amalgamano tra di loro creando un mix unico e divertente, che non va mai troppo nel profondo, ma che riesce a restituire la sensazione di un mondo vivo e affascinante; una terra pronta a donare ogni sorta di avventura in cambio della sanità mentale.

Forse l’unico neo è il fatto di non vedere così tanta fauna del luogo, privilegiando invece i pericoli umani. Non che manchi totalmente la presenza di animali alieni, ma a parte un paio di casi in cui questi ultimi hanno valenza narrativa, per il resto sono per lo più comparsate di sfondo, giusto per strizzare l’occhio ai fan della serie videoludica. Un vero peccato, visto che il bestiario di Borderlands avrebbe concesso molti più spunti.

Conclusione

Borderlands è uno di quei film che punta tutto sullo stile e sulla personalità, poggiandosi fortemente sul materiale di partenza ma senza aggiungere molto di suo.

Pur non potendo contare su una sceneggiatura del tutto funzionale riesce comunque a intrattenere e divertire senza troppe pretese, risultando tutto sommato una trasposizione piuttosto onesta e rispettosa della controparte videoludica.

Per i fan sella saga sarà una buona scusa per riscoprire Pandora e le sue peculiari personalità, mentre per tutti gli altri, complice anche la durata contenuta, potrebbe essere una valida scelta per intrattenersi con qualcosa di leggero.

Editor: Margherita Fratantonio

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Borderlands

  • Anno: 2024
  • Durata: 101'
  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Genere: fantascienza, avventura, azione, commedia
  • Nazionalita: Stati Uniti
  • Regia: Eli Roth
  • Data di uscita: 07-August-2024