Taxidrivers Magazine

“Masquerade”, il film campione d’incassi in Corea apre l’undicesima edizione del Florence Korea Film Fest

Non si poteva chiedere un’apertura migliore per l’undicesima edizione del Florence Korea Film Fest

Published

on

Non si poteva chiedere un’apertura migliore per l’undicesima edizione del Florence Korea Film Fest. L’anno scorso la rassegna si era conclusa con la proiezione di Arirang di Kim Ki-duk, che ritroveremo anche in questa edizione con Pieta – vincitore del Leone d’Oro all’ultimo Festival di Venezia scelto nuovamente come film di chiusura -, e con il trionfo di Late Blossom di Choo Chang-min. Ebbene, il festival riparte proprio con Masquerade, il nuovo film del regista che un anno fa ha conquistato i favori del pubblico fiorentino con Late Blossom.

Siamo nella Corea del diciassettesimo secolo con gli intrighi di palazzo che minacciano sempre più da vicino l’incolumità del re Gwanghae. Insieme al suo fidato consigliere Heo Gyun viene stabilito un piano per insediare sul trono un sosia che possa sostituirsi al re in un momento così delicato e pericoloso per il suo regno. Il prescelto è Ha-seon, un buffone di corte dall’impressionante somiglianza fisica con Gwanghae. L’uomo prende il posto del re ed impara ad interpretare il difficile ruolo che gli è stato affidato ma allo stesso tempo emerge il suo carattere e la sua personalità che destano più di un sospetto nella corte a causa del buon umore e della grande umanità del tutto estranee al vero Gwanghae. Intanto i nemici del re si fanno sempre più minacciosi sino all’inevitabile e risolutivo scontro finale.

Il cinema sudcoreano continua il suo felice momento a livello artistico e produttivo, con pellicole che spaziano tra i vari generi, dal thriller al dramma per arrivare  appunto al film in costume dove si ripercorrono alcune fasi storiche di questa travagliata nazione. Se l’anno scorso al Florence Korea Film Fest aveva ben figurato War of the arrows, avvincente cappa e spada campione d’incassi in patria, adesso è la volta di Masquerade, kolossal in costume che è stato il film più visto in Corea del Sud nel 2012 nonché il terzo miglior incasso di sempre al box office coreano, segno evidente che il pubblico gradisce non poco le produzioni di questo tipo.

Il regista mette in scena un’accurata e raffinata ricostruzione storica imbastendo al contempo una vicenda di pura fantasia, liberamente ispirata al romanzo Il principe e il povero di Mark Twain, per colmare il vuoto dei quindici giorni “perduti” durante l’ottavo anno di regno di Gwanghae di cui non rimase traccia negli annali della dinastia Choseon.

Choo Chang-min si avvale di un cast di primissimo piano, a partire dal delicato e nevralgico doppio ruolo da protagonista ricaduto sulle spalle di Lee Byung-hun, vera e propria star del cinema coreano ammirato in film come A Bittersweet life, I saw the devil e Il Buono il Matto il Cattivo. L’attore, che negli ultimi anni abbiamo potuto vedere anche in alcuni titoli hollywoodiani in ruoli prettamente d’azione, risulta perfetto nei panni del re e del suo sosia in un ruolo a tutto tondo in cui dimostra di possedere anche un’insospettabile e fin qui inedita verve comica che traspare nelle numerose scene divertenti presenti nel film.

Il regista, qui al suo quarto lungometraggio, gira con mano sicura e dimostra una notevole disinvoltura nel trattare i diversi registri narrativi, dai gustosi e talvolta esilaranti siparietti comici ai toni cupi e drammatici fino alle sequenze di puro cappa e spada presenti nella parte finale. Ambientato principalmente all’interno del palazzo reale il film si avvale di una fotografia elegante e suggestiva che utilizza l’illuminazione dell’epoca e di un ottimo script firmato dal regista stesso insieme a Hwang Jo-yoon (Old Boy).

Al termine dell’anteprima per la stampa il regista e il produttore si sono intrattenuti coi giornalisti per rispondere alle loro domande. A proposito del suo penultimo film Late Blossom, opera intimista sull’amore senile, Choo Chang-min ha fatto presente che la sua buona riuscita gli ha permesso di avere a disposizione un budget decisamente più alto per poter girare un film dai toni epici come Masquerade. Il produttore invece, dopo aver detto che il film è costato nove milioni di dollari e che ha venduto ben 12 milioni di biglietti in patria, ha sottolineato la grande libertà d’espressione che caratterizza il cinema coreano odierno e che consente di spaziare tra i vari registri e i vari generi senza vincoli o restrizioni di sorta.

Appuntamento fissato per questa sera alle 21.30 al cinema Odeon di Firenze per l’apertura in grande stile dell’undicesima edizione del Korea Film Fest alla presenza del regista di Masquerade che incontrerà il pubblico a fine proiezione.

Boris Schumacher

Commenta
Exit mobile version