Per la collana Maestri del brivido Mustang Entertainment recupera dal dimenticatoio Il nido del ragno, diretto nel 1988 da Gianfranco Giagni. Un’edizione blu-ray restaurata da master 4K per l’esordio di questo cineasta italiano poi dedicatosi esclusivamente alla televisione e ai documentari. Un’edizione blu-ray che consente dunque di recuperare uno degli ultimi esempi di cinema horror tricolore, esauritosi ad inizio anni Novanta nonostante qualche successivo tentativo di rinascita.
Ne è protagonista Roland Wybenga nei panni di un professore incaricato di andare a Budapest per far luce sullo strano silenzio di un suo collega.
Un altro professore che riesce a trovare e con cui parla, per poi trovarlo, però, impiccato all’interno della sua camera. Segnando di conseguenza la lenta evoluzione di una vicenda di mistero costruita sulle indagini e che tira in ballo una inquietante setta segreta. Man mano che, con una città perennemente deserta a fare da affascinante scenografia, l’ottima fotografia di Nino Celeste provvede a dispensare una efficace atmosfera cupa. E, grazie ad una generosamente nuda Paola Rinaldi non manca neppure una forte carica di erotismo ne Il nido del ragno.

Del resto, immediatamente dopo il film Giagni si occupò della bollente serie televisiva crepaxiana Valentina, interpretata da Demetra Hampton. Ma è un vero peccato che, dopo questo debutto per il grande schermo, non abbia proseguito sulla strada della paura su celluloide. Perché, girata con notevole gusto tecnico, la oltre ora e venti di visione funziona a dovere nel coinvolgere lo spettatore nell’intrigo raccontato. Oltretutto ricorrendo ad un citazionismo cinematografico che non assume mai il sapore di plagio.
A cominciare dalla bella sequenza dell’uccisione della cameriera nell’albergo in mezzo a lenzuola svolazzanti, visivamente influenzata in maniera evidente dagli argentiani Suspiria e Tenebre.
Per non parlare di un probabile omaggio rivolto nella fase finale del lungometraggio a Il profumo della signora in nero di Francesco Barilli. Fase finale che conduce ad un epilogo tutt’altro che consolatorio e che si rivela la valvola di sfogo per il mago degli effetti speciali Sergio Stivaletti. Infatti, dopo coltellate in pieno cranio e vetri conficcati nel collo, Il nido del ragno esplode in mutazioni e mostruosità assortite, con molta stop motion. Nota: sulla fascetta del disco è riportato il trailer quale contenuto extra, ma non ve ne è traccia.