Sin dagli inizi, l’estate italiana ha sempre avuto un fascino inequivocabile. Infatti, A Piedi Nudi porta con sé questo calore e quest’abbronzatura sgargiante e inconfondibile. Nel cuore di Napoli ci caliamo nel ruolo di spettatori, affascinati dai suoni e dai colori, pronti a seguire le vicende di Carmine, svelto e sfuggente, in preda a una costante curiosità.
A piedi nudi: I protagonisti
Carmine è un ragazzino di tredici anni. È costretto sin da subito a lavorare col padre, saltando spesso la scuola per dedicarsi all’attività di famiglia. Passa la sua adolescenza tra desideri e amori, ignaro della situazione familiare, del costante controllo degli assistenti sociali, pronti a portarlo via da quel nido all’apparenza sicuro e confortevole.
Quando un giorno conosce una ragazza, Noemi, tutto cambia. La necessità di ascoltare il suo desiderio è forte e incessante. Ma la vita lo porterà a compiere scelte e a muoversi all’interno di un mondo così adulto per due occhi che ancora cercano, invano, l’innocenza della sua età.
“Quando si è piccoli il mondo lo si guarda diversamente e spesso da quello sguardo c’è tanto da imparare”.
Afferma Luca Esposito sulla trama del proprio cortometraggio.
L’innocenza dell’infanzia
L’innocenza e l’infanzia, due temi chiave che si fanno protagonisti di A Piedi Nudi. Infatti, il cortometraggio si può interpretare come un dialogo fra l’età adulta e l’adolescenza, che incombe, sempre più velocemente, oscurando l’ebbrezza infantile.
Le figure guida, all’interno dei nostri percorsi, non sempre sono destinate ad aiutarci, a insegnarci i giusti valori. Eppure da ogni storia può nascere qualcosa o emergere qualcuno pronto a fare da esempio.
Nessuno purtroppo ha la possibilità di scegliere in che famiglia nascere, in che status sociale posizionarsi. Però è anche vero che ognuno merita di potersi concentrare su ciò che conta davvero: i sentimenti, quali l’amore e la ricerca della libertà.