Alla 4ª edizione dell’Alta Marea Film Festival di Termoli, la rassegna di cinema indipendente e musica, ideata e diretta dal regista Antonio De Gregorio, verrà presentato in concorso Ma’. Il breve cortometraggio è diretto da Fabrizio Caperna, scritto da Fulvio di Meo e prodotto dalla Sator International Group.
Il corto, che verte su un particolare rapporto tra una madre e un figlio, verrà proiettato il 29 luglio alle ore 21.00 presso Largo Tornola.
L’iniziativa è un progetto dell’Associazione culturale Alta Marea con il sostegno del Comune di Termoli. E dei partner Studio Ekó srl, Italian Vessels, FIS, Brico OK Termoli, La Molisana, Acqua Molisia, De Gregorio Elettroforniture, Tenute Marta Rosa, Cianciosi Bigmat e si avvale del patrocinio di Giffoni Film Festival.
Ma’, uno sguardo alla trama
Il breve cortometraggio di Fabrizio Caprena incarna perfettamente il tema di quest’anno, “Infiniti mondi possibili”, raccontando quella che, si può presupporre, sia la giornata tipo di Paolo (Fabio Bisceglie), un ragazzo che, incaricato di comprare il gelato, tenta di tornare a casa dalla madre (Fulvia Olivieri) prima che si sciolga. La consegna non si rivelerà un compito semplice per lui.
Il fermo da parte di un poliziotto, per un semplice controllo, diventa motivo di ritardo, ma anche il modo per rivelare il rapporto morboso tra Paolo e sua madre.
Ma’, un rapporto madre-figlio complicato
Sin dal titolo, in Ma’ la parola “mamma” assume un significato doppio. Nel corto, Caperna riesce bene a mettere in evidenza, con taglio ironico, l’insofferenza da parte del figlio verso la madre, con la quale ha una relazione visibilmente disfunzionale. L’imbarazzo del ragazzo diventa palpabile nei confronti di questa donna, della quale conosciamo, inizialmente, solo la voce stizzita che proviene dal viva voce dello smartphone. Lei non evita di metterlo a disagio, nemmeno davanti alla polizia.
Credendo che il figlio le stia mentendo, la madre chiede una foto per provare la veridicità del fermo. L’opprimente rapporto con una madre troppo presente, le poche parole pronunciate da Paolo con sguardo basso e tono dimesso, insieme alla mancanza di fiducia rispetto al ritardo, possono quasi sembrare la descrizione di una dinamica familiare sbagliata. Ma, una volta a casa, ci rendiamo conto che la realtà di questa famiglia è ancora più complessa di ciò che ci viene rappresentato.
Ma’, il plot twist della storia
Caprena nel giro di pochi secondi, riesce a complicare ulteriormente il rapporto madre-figlio, con un plot twist in grado di cambiare il punto di vista con cui si guarda alla storia. I personaggi assumono una dimensione nuova, non più stereotipo di un rapporto morboso.
Improvvisamente questo frammento di quotidianità viene stravolto. Il gelato cambia e si trasforma in un pacco da consegnare alla “mamma”. A questo punto, non resta che rileggere il breve corto cambiando prospettiva. Ripercorriamo la storia dei personaggi e ricordiamo che non tutti i gelati son fatti per essere mangiati.