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Giffoni Film Festival

Moana: eternamente libera – intervista a Gaia Messerklinger

Una chiacchierata con Gaia Messerklinger sulla figura di Moana Pozzi, icona di classe, eleganza e libertà da lei interpretata nella serie Netflix "Supersex"

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Ospite al Giffoni film festival l’attrice Gaia Messerklinger, brillante interprete che ha ricoperto il ruolo di Moana Pozzi nella serie sulla vita di Rocco Siffredi “Supersex”.

 

La luce radiosa emanata da Moana Pozzi nel corso della sua vita continua ostinata a brillare senza dare il minimo cenno d’affievolirsi. Splendono la sua classe, l’eleganza e la sua sagacia che illuminano i temi alle fondamenta della sua esistenza. Primo fra tutti: la libertà.

 

Una donna che non ha mai barattato la sua anima in compromessi per compiacere una società che tanto l’ha criticata e demonizzata.

Gaia Messerklinger, attrice dotata di un’eleganza fuori dal comune, rende onore alla sua storia in maniera totalmente sincera.

 

Supersex | Intervista a Gaia Messerklinger:

 

Gaia e Moana, due donne a confronto.

 

Possiamo dire che Moana è stata molto più di un’attrice prestata al mondo dell’eros. È stata un vero emblema di bellezza, eleganza e soprattutto di libertà. Com’è avvenuto il vostro “incontro”?


Gaia Messerklinger:
Ho cominciato ad approcciarmi a Moana nel corso dei provini. All’inizio in realtà non conoscevo il ruolo che avrei interpretato, c’era molto mistero intorno al progetto. L’ho scoperto col tempo, ho fatto cinque provini, la preparazione è stata molto lunga.

In questa fase preliminare già sapevo chi fosse Moana, ma non conoscevo moltissimo di lei, ed esplorando la sua storia ho scoperto proprio quello che dici tu: una figura che ha trasceso il mondo dal quale era partita.

Questo l’ha resa una figura eterna, con tante persone che ancora la conoscono, la amano e l’apprezzano. Quando è uscita la serie ho ricevuto tanti aneddoti di persone che conservano ancora un ricordo molto vivo di lei.

Ne è una prova incredibile il fatto che sia ancora tanto amata e sia ancora considerata un’icona a così tanta distanza – ben trent’anni – dalla sua scomparsa. Lei non è mai stata identificata con il suo lavoro, ha superato la sua dimensione di donna del porno per divenire icona di stile e cultura, e questo è accaduto perché lei era una donna complessa e profonda.

La forza di Moana stava proprio in questo, nel dichiarare che la sua era stata una scelta di libertà in un mondo che non era pronto a sentirsi dire che una donna così bella, così colta, proveniente da una famiglia borghese, scegliesse di appartenere a quell’universo considerato vergognoso, sporco; e che lo facesse in modo assolutamente libero e volontario, dirompente.

E poi c’era questo contrasto, secondo me solo apparente, che lei dava tra la sua figura e l’appartenenza al mondo dell’eros e del porno, un’eleganza che non scade mai nella volgarità. Moana diceva di non trovarci nulla di male nella volgarità, ma che anzi in certi momenti ci stava proprio bene. Era un personaggio da cui ci si aspettava qualcosa, e si riceveva invece tutt’altro.

 

Giancarlo Giannini in un meraviglioso film di Lina Wertmuller dice:Nell’amore non c’è volgarità, ve la siete inventata voi borghesi la volgarità!”

Oggi è ancora decisamente forte la pressione sociale che cerca di vincolare in qualche modo il modo di poter vivere il nostro corpo e la nostra natura.

Quanto è importante superare questa paura?

 

Gaia Messerklinger: Premetto, credo che l’eros stesso costituisca di per sé un’energia così forte da farci paura. Non è controllabile e, come tutto ciò che non è controllabile, fa paura.

Fa paura sia a chi vorrebbe esercitare questo controllo, sia a chi lo vive e non riesce a controllarlo, e credo sia un atto di coraggio permettersi di vivere fino in fondo quella libertà. Moana ha fatto esattamente questo, e diceva esattamente questo.

Mi viene in mente anche il detto “la malizia è negli occhi di chi guarda”, ed è così, è proprio così!

 

Moana infatti è stata spesso lasciata sola per le sue scelte tanto coraggiose, ha dovuto combattere di fronte al muro enorme del giudizio di un mondo nel quale lavorava totalmente al maschile.

Quanti passi in avanti sono stati fatti verso una più completa emancipazione femminile, alla quale Moana ha dedicato la sua vita?

 

Gaia Messerklinger: Purtroppo bisogna prendere atto che le sue prime nemiche sono state le donne, ma questo perché il contesto sociale non era ancora pronto, e in verità non so se lo è davvero oggi.

Sono stati fatti tanti passi avanti, è innegabile, a livello anche di legislazione e tantissimi altri punti di vista. Però rimane secondo me una radice legata alla paura nei riguardi del vivere liberamente la propria intimità.

 

Abbiamo scisso la dimensione erotica da quella culturale, per cui una donna “davvero di cultura” non può generare anche pulsioni erotiche.

In passato invece – penso al mondo delle etère dell’antica Grecia – le due cose potevano andare di pari passo tranquillamente.

Secondo te esiste una possibilità di recupero di questa dimensione “unica”?

 

Gaia Messerklinger: Io sono convinta di sì. Sono molto d’accordo con il tuo discorso, e in questa serie abbiamo proprio cercato di spingere su questo. Molte persone dopo aver visto Supersex si sono stupite della profondità dei contenuti, che non si aspettavano proposti in questo modo.

Immaginavano qualcosa di superficiale, e allora mi chiedo: il sesso deve essere per forza superficiale? La possibilità di recupero c’è, ma bisogna essere coraggiosi. Io per prima ero spaventata all’inizio, felicissima ma spaventata perché quando si parla di corpo femminile succedono sempre cose stranissime, si entra in un campo scivoloso, e invece devo dire che non mi è tornato indietro niente di tutto questo, niente di negativo, di volgare né di voyeuristico né altre cose di questo tipo.

 

Ho ricevuto anzi tantissime riflessioni come quelle che stiamo facendo noi adesso: un margine di liberazione c’è, ma non deve passare da immagini superficiali né da slogan.

 

Serve l’incontro, serve l’umanità, perché se arriviamo a disumanizzare anche l’eros e il sesso, allora stiamo sbagliando tutto.

 

Domande a cura di Michele Cianciulli e Antonio Di Lorenzo

 

 

 

 

Supersex

  • Anno: 2023
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Biografico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Matteo Rovere - Francesco Carrozzini - Francesca Mazzoleni

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