Può esistere una forma di pensiero autonomo che escluda l’emotività? É intorno a questo interrogativo che ruota il cortometraggio 154, scritto e diretto da Andrea Sbarbaro e Riccardo Copreni con Giovanni Storti e Giulia Bellu, in concorso al Sentiero Film Factory.
Di cosa parla 154?
Con un piglio estremamente attuale, nel cortometraggio 154 è un sofisticato prototipo di intelligenza artificiale. Si tratta di una tecnologia in grado di acquisire nozioni dall’ambiente che la circonda e sviluppare autonomia di pensiero. Data la sua capacità di apprendimento, simile a quella umana, il laboratorio che l’ha programmata decide di assumere un maestro d’asilo (Giovanni Storti) per istruirla come si fa con i bambini. Il processo, che dura sette giorni, si fa, man mano, sempre più insidioso. Nasce, così, una domanda: può esistere una forma di pensiero autonomo privo di emotività? A detta dei registi
“Con 154 volevamo provare ad unire il popolare e lo sperimentale, in primo luogo mettendo Giovanni in un contesto narrativo che fosse in netto contrasto col suo personaggio, senza però snaturarlo. L’IA è stato il giusto pretesto tematico […]. Volevamo quindi raccontare l’intelligenza artificiale come un fatto umano, il contesto tecnologico è una scusa per porre un interrogativo sull’essere padri e l’essere figli. In questo senso il nostro film vuole essere innanzitutto un prodotto del suo tempo”.
I registi Andrea Sbarbaro e Riccardo Copreni

Immagine gentilmente concessa dall’ufficio stampa di 154.
Andrea Sbarbaro e Riccardo Copreni, entrambi classe 1998, si sono diplomati nel 2020 in regia cinematografica alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti. Sono tra i fondatori della casa di produzione Eclettica e dal 2023 sono anche tra i fondatori della distribuzione cinematografica Gorrilla Distribution. Oltre a lavorare insieme, come testimonia 154, entrambi stanno sviluppando percorsi da solisti.
Nell’attesa di nuovi e interessanti progetti dei due registi, non resta che godersi 154.