Frutto di una coproduzione internazionale, che coinvolge ben sei paesi, tra cui anche l’Italia con La Movimento Film di Mario Mazzarotto, arriva al cinema dal 26 Settembre El Ladrón de perros presentato all’ Entre dos Mundos, il Festival del Cinema Iberoamericano di Firenze. Dopo il passaggio al Tribeca e al Festival di Guadalajara, l’opera seconda di Vinko Tomicic ha emozionato così il pubblico della kermesse toscana .
Distribuzione Movimento Film, Kio Film.
El Ladrón de perros | La trama
Martin (Franklin Aro) ha 13 anni, ma ha perso entrambi i genitori. Nella città dove vive, La Paz, si guadagna da vivere lucidando le scarpe dei passanti e nascondendo la sua identità con un passamontagna. Se la scuola gli riesce piuttosto difficile, preso di mira dai compagni e senza supporto alcuno, anche a casa non va meglio, venendo vessato dal compagno di stanza Sombras. I due vivono di nascosto nell’abitazione di un’anziana e aristocratica signora, grazie all’appoggio della domestica.
Il giorno in cui Martin conosce il signor Novoa (Alfredo Castro), un dubbio si insinua nella sua mente. E se fosse l’uomo che ha messo incinta sua madre? Da tempo, infatti, il ragazzo è ossessionato dal pensiero che la sua genitrice sia stata cacciata dal datore di lavoro, mentre era in dolce attesa, e si convince che questi sia proprio il signor Novoa. Dopo averne guadagnato la fiducia, sua e quella dell’affezionato cane Astor, Martin mette a segno un piano alquanto rischioso per arrivare a una qualche verità.
Emozioni semplici e profonde
El ladrón de perros fonda sulla semplicità della storia la sua forza. È infatti da questa che vengono fuori le emozioni. E lo sa bene il regista boliviano, Vinko Tomicic, classe 1987.
Credo profondamente che le storie più potenti nascano dalla semplicità narrativa.
Lo sguardo della macchina da presa sa come e dove posarsi, accompagnando e abbracciando i suoi personaggi – e, con loro, lo spettatore – man mano che le vicende si sviluppano. La Paz diviene il contenitore delle loro storie e assume un ruolo fondamentale, con i suoi colori, l’atmosfera e i ritmi. Martin è un orfano, ma è figlio della sua città: la abita, la conosce e la ama nel profondo, pur senza esserne troppo consapevole. Ma la solitudine è troppo grande per un tredicenne orfano e abbandonato a se stesso. Ecco perché il signor Novoa rappresenta una sorta di ancora di salvezza, tanto necessaria quanto imprevista.
Il racconto di formazione che non si dimentica
Il racconto di formazione si delinea poco alla volta, permettendoci di entrare in contatto con le figure che ne fanno parte. Il rapporto tra Martin e il signor Novoa cambierà, prevedibilmente e inevitabilmente, entrambi: il primo troverà una persona che tiene a lui e capirà cosa significa non essere solo; il secondo uscirà dal suo guscio e donerà amore a qualcun altro, oltre che al suo cane. L’autenticità della storia ne permea ogni angolo, lasciando sensazioni intense, vere e incancellabili.
Il mio obiettivo è far sì che ogni elemento del film contribuisca a creare un’esperienza autentica.
Un plauso va all’ottimo cast, che mette insieme attori professionisti e non, tutti perfettamente in parte e capaci di trasmettere e restituire stati d’animo ed emozioni con naturalezza.