Continuano le proiezioni dell’Animaphix Nuovi Linguaggi Contemporeanei Film Festival di Bagheria con il film di Arash Akhgari, ‘In the Shallows’ (‘Nelle acque basse’), prodotto dall’Office National su Film du Canada.
In anteprima italiana, il corto concorre nella sezione ‘Pittura animata’.
Il (terribile) mondo dei mass-media
‘In the Shallows’ è un tuffo ipnotico e vertiginoso nel mondo frammentato dei mass media. Attraverso un’affascinante – e innovativa – miscela di tecnica del collage e dell’animazione tradizionale con inchiostro e pittura, questo cortometraggio non narrativo di quattro minuti rispecchia le nostre abitudini contemporanee di consumo dei media. Un consumo senza freni, senza ritegno, spesso senza attenzione o cura. Imprigionati senza rendercene conto.
Si entra in un vortice inarrestabile, si naviga nelle metaforiche e inquinate acque basse e paludose del flusso incessante e frammentato di informazioni, una sorta di ebbrezza massmediatica nella quale si può facilmente affogare. Si nuota, si galleggia, ma si può andare anche a fondo. Una vera e propria collisione.
Infodemia
Viene subito alla mente il neologismo ‘infodemia’, in auge ai tempi del Covid, che la Treccani definisce come ‘Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili’.
Dall’inglese infodemic, a sua volta composto dai s. info(rmation) (‘informazione’) ed (epi)demic (‘epidemia’), il termine è una parola d’autore, coniata da David J. Rothkopf, il quale ne ha trattato in un articolo comparso nel quotidiano ‘Washington Post’ nel 2003 e ricorre nei documenti ufficiali dell’Organizzazione mondiale della Sanità.
Persi per strada o sui treni
Camminando per strada o seduti su un treno di pendolari o una metropolitana, pochi di noi riescono a resistere al canto della sirena di quel piccolo dispositivo illuminato che abbiamo in tasca. Non ci si guarda più in faccia, non si leggono più libri di carta.
Lo stesso avviene sui bus, per la strada, nei bar e ristoranti. Stazioni, centri commerciali e pure musei, sempre la stessa scena.
Fra i tanti, un bellissimo silent book, ‘Altroquando’, edito da Kite, rappresenta lo stesso mondo, un virtuale che vince e trionfa sul reale. Il primo straccia, supera, surclassa, inghiotte, divora, soverchia, annulla, cancella, annienta il secondo. Lo batte, inesorabilmente. Un triste e angosciante punteggio che, ormai, non si riesce più a dare. Una vittoria schiacciante. Di quelle tristi e inarrestabili.
Ormai quasi tutti viviamo in un’altra dimensione, che è quella in cui ci conducono i nostri cellulari, ipad e computer. Questa dimensione può essere chiamata ‘altroquando’. È il posto dove siamo veramente, anche se non fisicamente. Quello dove stanno la nostra testa e i nostri pensieri, perennemente distratti e capaci solo di rispondere a monosillabi a domande che richiederebbero una riflessione compiuta e sensata, per quanto minima.
Anche il corto lancia un monito potente contro la totale dipendenza da internet, contro le teste sempre chine, il disorientamento del non avere connessione, contro un universo in cui il touch è riservato agli screen, dove non ci si accarezza più, non ci si ascolta.
Siamo in un mondo parallelo e non ci riconosciamo. Un mondo in continuo movimento che però racchiude vite statiche e tutte uguali. Standardizzate, omologate.
Un monito all’essere umano che si sta perdendo.
Mentre le notizie sono sempre uguali e la guerra e le bombe non fanno più notizia.
Mentre non vediamo più il mondo intorno, quello vivo, quello pulsante, quello reale fatto di colori, energia, bambini, parole, giochi, emozioni e sentimenti.
Mentre non godiamo del silenzio o del lieve fruscio del vento.
Animatore e artista visivo di origine iraniana residente a Montreal, Arash Akhgari incorpora diverse tecniche tradizionali in esplorazioni audiovisive che spesso affrontano la disconnessione individuale o sociale. I suoi film ‘An Echoing Memory of a Tongue’, ‘Out of Touch’ e ‘The Thing Is Lost’ sono stati proiettati e premiati in numerosi festival cinematografici nazionali e internazionali. Il suo lavoro è stato presentato anche su CBC Arts e Radio-Canada.