Diretto dalla regista danese Claudia Munksgaard-Palmqvist, classe 1992, A Visualization of a Cut è un corto sperimentale in anteprima mondiale all’Animaphix 2024. Questo progetto del 2024 è anche in concorso per la Competizione Anidoc.
Attraverso il suo lavoro come regista, programmatrice cinematografica, co-creatrice di un cinema no-profit e insegnante, Munksgaard-Palmqvist lotta affinché i film non convenzionali e sperimentali diventino più accessibili a un pubblico più ampio.
Di cosa parla A Visualization of a Cut
A Visualization of a Cut (tradotto in “Una visualizzazione di un taglio”), porta sullo schermo tre capitoli di stampo famigliare. Questi capitoli esplorano la connessione tra il taglio cinematografico e le relazioni umane estratte dai filmati amatoriali utilizzati.
Munksgaard-Palmqvist propone una riflessione sulla vita, l’amore e la perdita, i quali vengono esplorati attraverso il montaggio di questi filmati raffiguranti sei famiglie scandinave. Per rendere ciò possibile, la regista unisce e separa in maniera continua la materialità della carta e il filo che le unisce. In sottofondo, grazie al lavoro del compositore Anton Friisgaard, riecheggia una colonna sonora realizzata con l’aiuto di audiocassette e macchine a nastro.
Disunire e riunire il contesto familiare
L’aspetto sperimentale del cortometraggio influisce non indifferentemente sulle sue potenziali analisi. Cosa rappresenta questo costante distacco fra le foto e i filmati di queste famiglie? Si tratta forse di un semplice ricordo del passato o di una tentata salvaguardia della loro eredità generazionale? Non è ben chiaro se la regista stia studiando le famiglie che si susseguono sullo schermo, o se voglia dare forma a un cimelio di quello che sono state in passato.
È come se i ricordi e i segni lasciati da questi nuclei familiari si stessero gradualmente cancellando. Forse per il susseguirsi delle generazioni, per motivi personali o, addirittura, per l’avanzare del digitale. Tuttavia, risulta ben chiaro il tentativo di comprendere il concetto di separazione, e di come affrontare un passato che non si può più rivivere se non riportandolo in vita grazie alla sua documentazione.
Di fatto, è proprio lo stato in bianco e nero delle fotografie e dei filmati utilizzati a fungere da elemento distanziante. Questi ricordi sembrano talmente lontani da dare l’impressione che forse non sono mai esistiti o, invece, che sono destinati ad essere dimenticati. Nonostante ciò, resta onnipresente e sentito un certo senso di intimità e di tenerezza, perché l’affetto e i sentimenti di queste sei famiglie riescono a resistere alla continuità del tempo.
La recensione del corto di Animaphix
A Visualization of a Cutè un progetto audace e dotato di una notevole sensibilità. La sua natura non convenzionale apre le porte a diverse interpretazioni e insoliti punti di vista. Nonostante si presenti così semplice nell’aspetto tecnico, il corto riesce a dare forma a una riflessione profonda e originale nel panorama sperimentale. Questo perché l’aspetto più importante non è la chiarezza della sua narrazione, bensì le possibilità d’interpretazione che essa presenta.
L’atto del tagliare funge da mezzo di indagine, come se fosse un elemento a sé stante. Grazie ad esso la storia prende vita, distinguendo i protagonisti e i diversi spazi in cui questi ultimi si mostrano con naturalezza. Questo progetto in stop motion dà il senso di un taglio vero e proprio, o di un rapporto cucito con ago e filo, il che rappresenta il sottile legame tra passato e presente. A Visualization of a Cut è un film viscerale che vuole andare oltre i limiti emotivi a cui si è abituati. Qui non è la regista a dirci cosa pensare o provare, bensì offre una complessità e inadeguatezza linguistica, grazie alla quale l’arte cinematografica diventa uno strumento che fa riemergere ciò che viene solitamente dimenticato o messo da parte.